F1, Connelly: "Così avremo uniformità nelle decisioni dei commissari"

F1, Connelly: "Così avremo uniformità nelle decisioni dei commissari"

Per assicurare uniformità di giudizio durante un campionato si pensa a riunioni periodiche per esaminare le decisioni già adottate

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Fabiano Polimeni

01.12.2016 14:33

I piloti a chiedere per primi uniformità di valutazione. Lo Strategy Group ed Ecclestone a trovarsi d'accordo sulla necessità di semplificazione delle regole e una maggiore libertà ai piloti nel confronto diretto in pista. Il tema della celerità e costanza di interpretazione da parte dei commissari chiamati, di gran premio in gran premio, a giudicare quanto accade in pista è stato discusso a margine del Consiglio mondiale del motorsport FIA. 

Verso quale direzione si va? Sembra prendere corpo l'idea di una periodica analisi, in perfetto stile "moviolone", delle situazioni registrate di gara in gara e la conseguente lettura data dal collegio dei commissari che, ricordiamo, secondo l'attuale Regolamento sportivo, resta a composizione variabile, con tre membri nominati dalle autorità sportive nazionali e dalla FIA. Tra gli steward della Federazione, Gary Connelly ha anticipato un'idea che potrebbe trasformarsi in concreto modo di operare futuro. «Abbiamo esaminato molte norme e guardato come potevamo lavorare con la FIA per rimettere ordine nel testo, permettendo a noi commissari di assumere decisioni più rapide. Abbiamo discusso su come raggiungere una migliore uniformità di giudizio.

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Crediamo che siano necessari più incontri e revisioni di decisioni passate, per comprendere tutti come ciascun gruppo di commissari ha trattato una situazione specifica, in particolare là dove serve prendere una decisione soggettiva, ad esempio su una guida considerata pericolosa».

Concretamente i commissari potrebbero riunirsi periodicamente in videoconferenza per rileggere i casi registrati nelle gare precedenti e discutere del metro di giudizio adottato, incontri da tenere ogni tre o quattro gare. 

Sul fronte del perfezionamento del testo delle norme del Regolamento sportivo, Connelly richiama un altro punto caldo del finale di stagione, in particolare dopo il Gran Premio del Messico, cioè le penalità da infliggere ai piloti che tagliano una curva e rientrano in pista ottenendo un vantaggio. E' necessario modificare su alcuni tracciati il disegno delle vie di fuga, per obbligare i piloti a un percorso che penalizzi in termini di tempo l'errore. Così Connelly: «Ci sono 11 o 12 curve in tutto il campionato dove potenzialmente c'è la possibilità di tagliare le curve in maniera chiara. Le soluzioni che possono adottarsi passano, ad esempio, da quella operata a Monza in curva 1, dove se vai lungo la penalizzazione è naturale, dovendo affrontare un ritorno in pista percorrendo più strada. Rende le cose per i commissari più semplici, essendoci una penalità di fatto applicata dalla pista. 

Il punto che abbiamo sollevato riguarda anche le regole, che dicono come un pilota può tornare in pista a patto che lo faccia in sicurezza e non ottenga un vantaggio duraturo. La parola "duraturo" è molto soggettiva. Cosa significa? Per 500 metri o fino alla curva successiva o per i giri successivi o, ancora, per tutta la gara? Questa soggettività viene rimossa se si modifica il tracciato o ridisegna per creare uno svantaggio immediato al pilota se esce di pista».

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