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Mercedes, primo ruggito. McLaren in orange?

A Brackley la prima accensione della power unit 2017, mentre intorno al team di Woking si intensificano i rumors di una macchina arancione

Mercedes, primo ruggito. McLaren in orange?
© sutton-images.com

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

2 feb 2017 (Aggiornato alle 14:03)

Annunci di crash test superati - Ferrari e McLaren recentemente -, date di presentazione delle nuove monoposto da comunicare (Haas sarà in pista il 25 febbraio a Barcellona, per un filming day), prime accensioni delle nuove power unit. Le ultime settimane che ci separano dalla prima sessione di test invernali registrano una crescita dell'interesse dopo tanto, troppo tempo passato in letargo comunicativo dalla Formula 1. E fortuna che il ritiro di Nico Rosberg ha regalato interessanti spunti per colmare un vuoto al quale porre rimedio.

A Brackley, Mercedes ha messo in moto per la prima volta la power unit che sarà sulla W08 Hybrid, il cuore destinato a rappresentare ancora il metro di riferimento per tutti gli avversari, non a caso corsi ai ripari sotto forma di soluzioni da integrare nei rispettivi progetti: evoluzione del HCCI, separazione di turbina e compressore, posizionamento delle masse radianti. A far scuola sono stati loro. Un dettaglio rivisto si intuisce già: gli scarichi della wastegate sono stati riposizionati, non più appaiati al di sotto dello scarico, ma in posizione più esterna, in linea con la disposizione adottata dalla Ferrari nel 2016.

A poco più di 100 km di distanza, a Woking, McLaren sembra supportare le indiscrezioni che vorrebbero la MP4-32 attesa a un cambio di colorazione, dal nero-grigio delle ultime stagioni a un tocco di arancione, che tratteggia la silhouette della monoposto apparsa sul profilo Twitter della scuderia. Già in passato, nel 2006 (e prima ancora nel 1998) si presentò ai test invernali con una macchina totalmente arancione, richiamo al colore che tra il 1968 e il 1971 distinse le McLaren, livrea ispirata dalle colorazioni di un team avversario in Can-Am, e intuizione di Teddy Meyer per rendere immediatamente riconoscibili le monoposto del team.

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