McLaren-Honda, la disperazione di Alonso e la delusione del team

McLaren-Honda, la disperazione di Alonso e la delusione del team© sutton-images.com
In Bahrain la McLaren-Honda tocca un punto ancor più basso rispetto ad Australia e Cina. E Turvey nei test si ferma dopo 2 giri 

Fabiano Polimeni

18.04.2017 14:21

Non una sola Caporetto, ma il rischio concreto di registrarne 20 di disfatte McLaren-Honda. Dal Bahrain, di male in peggio: Vandoorne che non prende il via al gran premio - e forse è anche meglio così, per risparmiarsi la pena - Alonso che si ritira nel finale, dopo il consueto appunto sull'inadeguatezza della power unit Honda. «Non ho mai corso con così poca potenza in vita mia» è team radio degno del "GP2 engine, GP2 engine" di Suzuka 2015. 

Commenti giunti dopo un confronto acceso tra Alonso e Hasegawa, Honda accostata al team Sauber per la prossima stagione e una McLaren che nelle parole di uno dei due azionisti principali, Mansour Ojjeh, dice: «La delusione è enorme, anche per Honda. Ci era stato promesso molto e sono i primi a essere delusi per offrirci così poco. Hanno fatto mea culpa, ma non ci fa sentire meglio. Lavoriamo a diverse prospettive, delle quali non posso parlare adesso. Stiamo passando molto tempo e investendo energie in incontri per trovare una soluzione. In fretta. Abbiamo una cultura vincente e non possiamo continuare così», ha commentato ad Auto Hebdo. 

I test di martedì a Sakhir sono iniziati con un altro cedimento, da sommare ai guai occorsi alla MGU-H nel week end di gara, sulla macchina di Vandoorne (per due volte) e quella di Alonso in qualifica. Due giri appena per Oliver Turvey nella mattinata in Bahrain, prima di rientrare ai box e constatare la necessità dell'ennesimo cambio di power unit, nella specifica destinata ai test e con alcuni concetti sperimentali, che lo stesso Hasegawa non ha voluto dettagliare.

Un salto indietro, al Gran Premio del Bahrain chiuso con due ritiri, per registrare altro, da Fernando Alonso: «E' stata una gara frustrante, il deficit di potenza e prestazione sui rettilinei era incredibile. A volte guardavo negli specchietti a inizio rettilineo e vedevo le altre macchine a 300-400 metri dietro, così non ci facevo attenzione e iniziavo a cambiare i settaggi sul volante, poi mi accorgevo in staccata che mi aveva affiancato». Ha corso regalando un po' d'azione, bagarre per posizioni che non contano nulla, un confronto con la Renault di Palmer, la Sauber di Wehrlein, la Toro Rosso di Kvyat. 

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«Non abbiamo mai avuto il passo dell'Australia o della Cina e, alla fine, abbiamo deciso di ritirare la macchina per un problema. E' frustrante, quando si spengono i semafori sei motivato e inizi a lottare, ma sui rettilinei siamo così indietro che non c'è modo di difendere la posizione. Lotti lealmente con tutti, ma non è una battaglia nella quale ti diverti».

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