Analisi F1 Montecarlo: quando i sorpsassi sono "diversi"

Analisi F1 Montecarlo: quando i sorpsassi sono "diversi"© sutton-images.com

Le difficoltà del tracciato monegasco hanno premiato altre qualità, quelle messe in mostra da Vettel e Ricciardo. Peccato però per Raikkonen nel trionfo Ferrari

Maurizio Voltini

28.05.2017 17:27

Sarebbe stato emotivamente bello vedere Kimi Raikkonen prevalere dopo aver mantenuto la prima posizione al via dalla pole position, ma resta il fatto che oggi Sebastian Vettel si è dimostrato il più veloce e quindi ha meritato la vittoria finale. Che in gara il tedesco avesse un passo migliore lo si vedeva già quando da secondo non aveva problemi a mantenere o recuperare la scia del finlandese, e poi è stato espresso appieno quando ha potuto girare "a pista libera" negli ultimi giri con le Pirelli ultrasoft del via, quando ha costruito il vantaggio che gli ha permesso di rientrare davanti dopo il cambio gomme; ma lo ha dimostrato anche con le successive supersoft, quando non ha avuto problemi ad allungare.

Inutile e pure fazioso pensare che la Ferrari abbia fatto una strategia "monodirezionale" per favorire il tedesco che guida il Mondiale: l'overcut non avrebbe funzionato se Vettel non avesse avuto la concreta possibilità di "sparare" quei giri veloci e Raikkonen avesse potuto ottenere di più dalle supersoft nuove. Analizzeremo meglio la questione nel nostro "mirino", ma se piuttosto ci sono dei dubbi, non è tanto sulla scelta del giro in cui sostare, quanto piuttosto che Kimi sia stato rimandato in pista poco dietro Wehrlein e Button da ridoppiare. Forse non si pensava sarebbero stati davvero un problema?

Sta di fatto che anche lo stratega di Max Verstappen è incappato nello stesso sbaglio, facendolo oltretutto finire dietro a un osso ben più duro da passare come Valtteri Bottas, ma soprattutto facendogli perdere il confronto con il compagno di squadra. Infatti anche Daniel Ricciardo ottiene il massimo sfruttando fino all'ultimo e bene le gomme del via, recuperando quel tempo che gli permette di scavalcare in un colpo solo sia Verstappen che Bottas quando rientra in pista dal pit-stop. Non poco. Pure Lewis Hamilton ha puntato a una strategia di questo tipo, fermandosi per ultimo (dopo 45 giri) a sostituire le gomme. L'unica perplessità nel suo caso è che forse non se n'è avvantaggiato così tanto come avrebbe potuto, ma solo perché con le gomme supersoft la sua Mercedes è parsa più bilanciata ed efficiente che in precedenza con le ultrasoft. In ogni caso, in ottica campionato, aver recuperato dal 13° posto al via fino al 7° finale rappresenta una buona "pezza".

A impedire un risultato ancora migliore a Hamilton, c'è stato un Carlos Sainz davvero eccellente in questa occasione, tanto che in squadra hanno coniato il termine MonteCarlos… Giornata di grazia per la Toro Rosso, certo, ma lo spagnolo ha comunque condotto alla perfezione la sua gara, tenendo sotto controllo un mostro come Lewis: bravo davvero. Bene finché sono stati in gara anche Daniil Kvyat e Stoffel Vandoorne, entrambi "eliminati" da Sergio Perez: il messicano è certo stato un po' garibaldino, ma è stato bravo anche lui e soprattutto quello che ha animato la gara più di tutti, anche se ciò gli è costato due sostituzioni del musetto e un posto finale a punti. Se ne avvantaggia la Haas che oltre al pienamente meritato 8° di Romain Grosjean porta a casa anche il più fortunoso 10° di Kevin Magnussen (ma la bandiera a scacchi dice sempre la verità) dopo una foratura. Una "grazia" di cui non ha potuto beneficiare la Renault con Jolyon Palmer, dopo il ritiro per il cambio aperto di Nico Hulkenberg.

Gli episodi citati, ma anche quelli "non successi", hanno dimostrato una volta di più come nelle stradine del Principato sia difficile superare, e la difficoltà sia pure aumentata con queste monoposto 2017 più larghe. Lo si è visto quando Vandoorne si è ritrovato praticamente senza spazio per girare quando Perez lo ha affiancato (perfettamente) alla St.Devote, ma anche quando lo stesso Perez non ha potuto completare il sorpasso nonostante Kvyat avesse lasciato la porta apertissima alla Rascasse. Per non parlare dell'episodio tra Jenson Button e Pascal Wehrlein, mandato su due ruote (e restatoci…) al Portier. Insomma, non possiamo biasimare chi in questa occasione non ha fatto "numeri strani" ma ha sfruttato al meglio le poche possibilità strategiche che la gara gli ha concesso (ripetiamo, Vettel e Ricciardo su tutti).

Che il toboga monegasco sia particolarmente stressante e lo sia soprattutto sui piloti meno esperti, l'hanno infine dimostrato Marcus Ericsson e Lance Stroll: il primo tirando dritto alla prima curva quando ha cercato di sdoppiarsi dalla safety car proprio lì all'esterno, quindi a gomme fredde e per di più sullo sporco; il secondo quasi nella stessa occasione. Stroll si è infatti lamentato particolarmente quando era dietro alla safety car, dicendo che le temperature di gomme e freni erano calate talmente che al restart avrebbe sicuramente fatto un incidente. Poi la direzione gara ha permesso ai doppiati di superare la safety car, ma a quanto pare il canadese deve aver esagerato un poco (…) nel cercare di riportare le temperature a regime, visto che poco dopo è stato costretto al ritiro per surriscaldamento dei freni! Insomma, che la Formula 1 non sia facile lo sappiamo, ma talvolta le difficoltà arrivano anche da situazioni magari poco prevedibili o poco preventivabili, ma in cui ci si caccia proprio per inesperienza.

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