Brawn, F1 del futuro dovrà incoraggiare i nuovi motoristi

Brawn, F1 del futuro dovrà incoraggiare i nuovi motoristi© sutton-images.com
Le regole sulle power unit che saranno in vigore dopo il 2020 dovranno consentire effettivamente a un nuovo costruttore di essere competitivo entro 3 anni
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Fabiano Polimeni

4 luglio 2017

Guarda a un futuro nel quale il fattore power unit non sia un deterrente, una sfida insuperabile per chi, dall'esterno, vorrebbe impegnarsi in Formula 1. Ross Brawn immagina un sistema che stuzzichi l'appetito dei motoristi oggi assenti e offra la possibilità di recuperare in fretta il gap naturale che paga chi parte da zero ed è chiamato a dominare la sfida tecnica. «Con le nuove regole dovremo prestare attenzione ai nuovi costruttori che arriveranno dopo l'entrata in vigore, riconoscendo che potrebbero aver bisogno di un supporto iniziale supplementare. Se richiamiamo il sistema dei gettoni, forse a un nuovo costruttore potrebbero essere riconosciuti più gettoni nel primo paio di anni. Ci sono alcune soluzioni intelligenti che possono utilizzarsi per incoraggiare la gente a entrare in Formula 1», ha commentato il direttore generale Motorsport della F1. 

Il 2017 dovrà essere l'anno in cui si definisce il futuro della categoria oltre il 2020, quali caratteristiche dovranno avere i motori, la quota di ibridizzazione presente, come migliorare il rumore. E al processo di definizione delle regole partecipano, da osservatori esterni potenzialmente interessanti, anche altri marchi: non è un mistero come Stefano Domenicali abbia preso parte alle riunioni in rappresentanza del gruppo Volkswagen. 

L'attuale sfida tecnica è enorme e il rischio di collezionare figuracce elevatissimo, ben più delle chance di misurarsi alla pari con i riferimenti fissati da Mercedes e Ferrari. I problemi sperimentati da Honda in tre anni di impegno in Formula 1 rappresentano il miglior deterrente, oggi, a chi immagina di tuffarsi nella mischia. Il continuo inseguimento di Renault un ulteriore esempio della difficoltà di agganciare i migliori, pur muovendo da una posizione migliore rispetto a Honda. Dovrà essere diverso dal 2020 in poi e se esiste un punto sul quale tutti convergono, dai motoristi alla FOM alla FIA, è nella necessità di semplificare il concetto di power unit. 

«In passato il motore era ritenuto semplicemente un distanziale tra telaio e cambio, perché tutti avevano lo stesso e non credo che fosse una situazione che aggiungesse molto valore alla Formula 1, laddove una certa differenziazione rappresenta un valore.

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Però non dev'essere troppo ampia, al punto da diventare il fattore dominante. Trovare l'equilibrio deriva dal punto di partenza, perché è difficile apportare correttivi in seguito, è un'operazione divisiva, legata alle emozioni e frustrante per le persone.

Le attuali power unit sono splendidi pezzi di ingegneria ma sfortunatamente, come è stato dimostrato, un nuovo costruttore fatica a dominare la sfida. Non vogliamo renderla troppo semplice, ma vogliamo che possano arrivare nuovi costruttori, fare un lavoro rispettabile ed essere competitivi in 3 anni». Lasso di tempo che non è stato sufficiente a Honda, caso specifico sul quale Brawn ha confermato la disponibilità a offrire un aiuto ai giapponesi: «Non discuteremo termini specifici per Honda, non propongo di andare a dire a Honda come dovrebbero progettare il loro motore, ma se la Formula 1 può aiutarli a centrare i loro obiettivi, allora lo faremo. Se Honda ci chiederà aiuto e si tratterà di qualcosa che rientra nelle nostre possibilità e non crei una competizione iniqua, allora li aiuteremo», riporta motorsport.com.


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