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Silverstone: una "pietra" che dura nel tempo

Il tracciato inglese che ospita il GP F1 resta una delle piste più storiche e iconiche del Mondiale, pur con i vari cambiamenti effettuati nella sua storia
Silverstone: una "pietra" che dura nel tempo

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

13 lug 2017

Rispetto alle prime configurazioni che "copiavano" direttamente le piste dell'aeroporto della RAF - destinazione originale di Silverstone - il circuito inglese nel Northamptonshire ha subìto varie modifiche nel tempo, spesso mirate a ridurre le incredibili velocità che permetteva, ma resta comunque un tracciato iconico e carico di storia. Nella configurazione attuale di 5.891 metri è sempre una pista adrenalinica e con impegnative curve medio-veloci dove anche la stessa precisione di guida viene messa a dura prova.

Proprio per il combinarsi di tali caratteristiche con quelle tecniche delle nuove monoposto 2017, che ricordiamo hanno pneumatici di maggior sezione e un'aerodinamica che beneficia di maggiori superfici alari, ci sia aspetta che proprio qui sia possibile un salto prestazionale molto forte rispetto al 2016, perché si tratta di curve che hanno bisogno di stabilità aerodinamica. Come se non bastasse, la Pirelli ha deciso di fare uno "scatto" verso mescole più morbide, rinunciando alla hard (talmente dura da risultare pressoché inutile) a favore della supersoft. Un ulteriore elemento a favore di tempi sul giro "supersonici", quest'anno.

Sarà anche per questo che all'impianto sono state effettuate diverse modifiche relative alle barriere di protezione, mentre per quanto riguarda il tracciato in sé l'unica novità è rappresentata da un nuovo doppio cordolo posizionato all'uscita delle curve 9 "Copse" e 18 "Club". Per quanto riguarda invece il DRS, Silverstone è una pista che fa eccezione perché non è possibile azionarlo sul rettilineo di partenza, bensì prima della curva 6 (Brooklands) e sull'Hangar Straight prima della 15 (Stowe).

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