Formula 1 Singapore: una sequenza di 23 "gomiti"

Formula 1 Singapore: una sequenza di 23 "gomiti"

Il circuito di Marina Bay è tra i più difficoltosi per i piloti e per i freni, con la sua ridda di curve "secche" e il clima torrido nonostante si corra col buio

Maurizio Voltini

13.09.2017 12:37

Il circuito stradale di Singapore è decisamente diverso da quello di Monza che l'ha preceduto nel calendario: le stradine nel porto di Marina Bay si raccordano tra loro con ben 23 curve distribuite su 5.065 metri, la maggioranza delle quali sono strette e "a gomito". Ciò porta ad una sequenza continua di accelerazioni e frenate, che da un lato mettono alla prova le capacità di trazione delle monoposto e dall'altro la resistenza dell'impianto frenante. Infatti in assoluto non abbiamo qui le staccate più impegnative, ma ai freni non viene dato tempo di riposarsi e raffreddarsi: basti pensare che il 24% del tempo in pista è speso con il piede sul freno, e in questo parametro Marina Bay è seconda solo a Montecarlo.

All'opposto, con il gas a fondo si passa solo il 49% circa del tempo, mentre il cambio è stressato da 70 cambiate al giro: di conseguenza la potenza di picco delle unità motrici fa meno differenza che su altri tracciati, ma è più importante l'affidabilità. Anche perché non si deve dimenticare il clima torrido in cui si corre: fortunatamente la gara è in notturna - uno degli aspetti più affascinanti di questo Gran Premio - ma la temperatura ambientale resta alta (con umidità altrettanto elevata) e in precedenza si è verificato come nell'abitacolo delle monoposto si stia tra i 50 e i 60 gradi centigradi. Inutile approfondire come tale situazione renda molto gravoso l'impegno dei piloti, e anche per loro la resistenza e la lucidità sulla distanza saranno fattori importanti.

Da non sottovalutare i cordoli delle chicane, che spesso i piloti affrontano piuttosto pesantemente e che furono tra le cause del cedimento della sospensione posteriore a Vettel, l'anno scorso in qualifica. La similitudine con Monaco prosegue sul piano dei pneumatici: anche qui la Pirelli ha scelto le mescole più soffici, vale a dire ultrasoft, supersoft e soft. Per quanto riguarda il fondo, quest'anno il tracciato è stato completamente riasfaltato in curva 1 e 2, oltre che in altre aree in corrispondenza delle curve 5,12,13,15,16 e 17: si spera sia servito a limitare certe irregolarità.

Altri lavori sono stati effettuati per rinforzare alcune barriere e soprattutto al muretto box, che è stato spostato di 27 cm per dare più spazio di lavoro in pitlane. In ogni caso il limite di velocità nella corsia box resta a 60 km/h (contro gli 80 km/h di altre occasioni). Infine, sono due le zone di attivazione del DRS: il rettilineo del via e quello compreso tra le curve 5 e 7, inframezzato dalla "piega" di curva 6 che si percorre comunque senza problemi a oltre 300 orari. Un'ultima curiosità: la bassa velocità media, sotto i 180 km/h, fa sì che per rispettare la percorrenza regolamentare si arrivi vicino al limite delle 2 ore massime di gara. È insomma sufficiente un normale intoppo (incidente, safety car, pioggia) per dover considerare anche questo "traguardo", nel Gran Premio.


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