Il motorista introdurrà una prima, sostanziale, specifica evoluta della power unit 2018, destinata a mandare in penalità Brendon Hartley. Il lavoro di sviluppo si è concentrato principalmente sul motore V6, spiega Toyoharu Tanabe
Honda e Renault, un aggiornamento della power unit pronto a entrare in scena, introduzione che potrebbe non essere così lineare come sembra nel caso dei francesi. Montreal, il Gran Premio del Canada, vedrà certamente l'introduzione della power unit Honda aggiornata, altre considerazioni, invece, verranno fatte da Renault, con i singoli partner, che potrebbero decidere uno slittamento in avanti per questioni legate al chilometraggio sulle unità finora utilizzate, quindi sulla rotazione del materiale durante l'anno e la previsione del momento nel quale andare incontro a una penalità per utilizzo del quarto motore difficilmente aggirabile.
Non sono mancati i guai di affidabilità per i due motoristi, in proporzione è Honda ad aver sofferto meno, viste le condizioni di partenza. C'è stata la sostituzione di turbo e MGU-H, responsabili dell'appiedamento di Gasly in Australia, con componenti evoluti installati anche sulla power unit di Hartley dal Bahrain. Poi, il botto di Barcellona del pilota neozelandese, ad avvicinare già Hartley alla penalità. Tra i Renault, invece,Ricciardo è a quota 2 power unit “complete” (secondo elemento di ciascuno dei sei componenti), Verstappen naviga in una situazione migliore, come i due ufficiali Renault – con l'eccezione del secondo MGU-H impiegato – e Stoffel Vandoorne, a quota 2 centraline elettroniche, mentre Alonso ha adoperato già il secondo turbo.
Potrebbero operarsi scelte diverse tra le tre scuderie in merito all'utilizzo del nuovo motore termico, sul quale si sono concentrate le attenzioni Renault.
Ed è il V6 anche al centro dell'attività di sviluppo Honda. Mancano ancora frammenti di prestazione in ogni area della power unit, come spiegato da Toyoharu Tanabe a Motorsport-Magazin. Dalla gestione dell'energia del sistema ibrido al raffreddamento, dagli attriti interni alla combustione. «Prevalentemente sarà una power unit aggiornata sul motore a combustione», conferma il direttore tecnico. Si prospetta, così, l'arretramento di 10 posizioni in griglia per Brendon Hartley, pur essendo, in linea teorica, possibile l'utilizzo di componenti diversi – che porterebbe a tre motori termici Hartley senza sforare il limite già raggiunto su turbo e MGU-H – uno scenario che non appassiona Tanabe: «Si può fare un mix ma dobbiamo pensare al bilanciamento tra motore termico, turbo, MGU-H e MGU-K. Non è facile cambiare una parte della power unit».
Sviluppi e passi avanti che verranno seguiti con attenzione da Red Bull. E' noto come i team abbiano un quadro piuttosto preciso del valore di ciascuna power unit, ricorrendo all'utilizzo dei dati forniti dal gps su ciascuna monoposto, così sarà possibile rilevare se e quanto il divario che ancora separa Honda da Renault, per ammissione dello stesso Tanabe, sarà stato ridotto dalla power unit evoluta.
Poter lavorare con un secondo team cliente è un progetto che Honda coltiva già da un paio di anni, convinta dell'accelerazione che verrebbe impressa allo sviluppo e alla comprensione dei problemi con i riscontri e chilometri di un'altra scuderia. Sarà Red Bull nel 2019-2020 oltre a Toro Rosso? E' il tema caldo del mercato, insieme alla conferma di Daniel Ricciardo.
«Più motori, piloti e squadre impieghiamo, più dati abbiamo. Ovviamente aiuterebbe le nostre prestazioni, lo scorso anno a Indianapolis avevamo 13 piloti e 13 motori Honda, ciascuno dei quali ha raccolto dei dati. Forse non è esattamente una mole di informazioni sei volte superiore a quella che abbiamo in Formula 1, ma in generale più piloti e squadre ti offrono maggiori input tecnici che dovrebbero esserci d'aiuto», spiega Tanabe.
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