Formula 1 Messico, Vettel accetta le critiche e difende le manovre

Formula 1 Messico, Vettel accetta le critiche e difende le manovre© sutton-images.com
I tanti errori commessi quest'anno giustificano le critiche dall'esterno, ma Sebastian difende le manovre di sorpasso: "Non sono stati attacchi stupidi o sciocchi. La prossima volta magari provo all'esterno"

26.10.2018 09:53

Nel bilancio di fine stagione entrano diverse poste, voci in attivo e in passivo, che Sebastian Vettel esamina alla vigilia del Gran Premio del Messico. L’ennesimo errore di guida con testacoda annesso è distante solo pochi giorni, Austin che è valsa, anche e soprattutto, la disamina tecnica di come, gli aggiornamenti introdotti dalla Ferrari negli ultimi mesi, non abbiano funzionato a dovere. Tanto da tornare indietro, improvvisamente ritrovarsi vincenti e con la necessità di capire perché, gli sviluppi, non abbiano offerto il rendimento atteso. 

“Le macchine sono molto complesse, se fossero semplici funzionerebbero sempre, ma non c’è una macchina che può farlo. Ed è importante aver iniziato a capire ad Austin. Dobbiamo guardare avanti e penso che sia molto importante aver iniziato a capire cosa forse non funzionava nelle gare precedenti. Quindi, credo che fosse necessario fare un passo indietro e studiare questi punti, ma la cosa principale è andare avanti. Ovviamente, gli ultimi giorni sono stati importanti e ci hanno aiutato a rendere le cose più chiare”, spiega Seb.

Necessità di far chiarezza da abbinare alla necessaria serenità da ritrovare all’interno dell’abitacolo. Non ha mai avuto difficoltà ad ammettere gli errori commessi, il pilota tedesco, così come a restare fermo sulla linea del correre sempre per vincere. Sin dall’errore di Baku, per proseguire poi al Paul Ricard, Sebastian ha difeso la propria linea: provare ad attaccare quando c’è un’opportunità.

“Non c’è e non c’è mai stata incertezza, non temo la prossima manovra di sorpasso”, dice a Città del Messico. "Credo che la cosa principale è che non ho provato, essenzialmente, a fare nulla di sciocco o stupido. Non ero ostinato nel provar qualcosa che non avrebbe mai funzionato. È chiaro che è successo un paio di volte, troppe, di andare in testacoda. La prossima volta che ci sarà lo spazio è chiaro che ci proverò, ed è anche chiaro che hai sempre in testa la necessità di provare a tenere la macchina nella giusta direzione.

Le critiche sono giuste, mi sono girato e se sei quello che va in testacoda allora qualcosa non è andata per il verso giusto. Dall’abitacolo è sempre diverso che non un’analisi da 13 diverse prospettive, con lo slow motion, e nel frattempo anche l’ultima persona nel paddock può avere una sua idea”.

Singolare che abbia sempre perso la monoposto da una posizione di attacco/difesa all'interno: è accaduto a Monza al primo giro, a Austin, ha perso grip al Paul Ricard, ha sofferto il (naturale) sottosterzo a Suzuka alla curva Spoon. Tanto da instillare il dubbio, in Seb, che esista una criticità di aderenza in particolari condizioni ad aver innescato l’errore. Non è certo una scusante né un’attenuante e Vettel aggiunge: “In tutte e tre le occasioni (Suzuka inclusa; ndr) non ero chiaramente davanti, nella migliore delle ipotesi ero fianco a fianco, come detto, la prossima volta forse proverò all’esterno”.

Il campionato Piloti volge al termine e premierà il pilota più solido, costante e veloce. Lewis Hamilton. Vettel allontana l’idea di un “campionato regalato” con gli errori commessi: “Al campionato si deve guardare sempre come vinto dal pilota che ha ottenuto più punti di chiunque altro. Ovviamente, arrivando qui con il distacco di punti che abbiamo, è chiaro che avremmo potuto averne di più. Penso ci siano state corse nelle quali siamo stati molto competitivi ma altre nelle quali non lo eravamo. A fine stagione guardi i punti che hai, li sommi e poi sai da te cos'è mancato o meno”.

Città del Messico servirà per riportare serenità anche sulla SF71H numero 5, servirà a valutare ancora le novità tecniche e sarà un circuito sul quale puntare a vincere: “Questa pista è molto particolare per via dell’altitudine che rende l’aria più rarefatta. L’approccio a questo circuito è molto semplice e chiaro: tutti cercano di mettere più carico possibile sulla macchina, per cui vedremo quello che accadrà.

Di certo quest’anno siamo stati più competitivi sui rettilinei rispetto all’anno scorso, per cui speriamo di essere i più veloci anche questa volta. Il nostro obiettivo primario è quello di vincere le prossime gare e penso che sappiamo quello che dobbiamo fare per lottare. Comunque, è chiaro che non dipende solo da noi”.


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