Ricciardo GP Monaco: "Diverse possibilità rispetto a 1 anno fa"

Ricciardo GP Monaco: "Diverse possibilità rispetto a 1 anno fa"© sutton-images.com

Il pilota australiano, vincitore nel 2018 con la Red Bull, riconosce che la Renault sta ottenendo meno di quanto sperato, ma resta positivo riguardo al lavoro del team

Maurizio Voltini

22.05.2019 ( Aggiornata il 22.05.2019 17:02 )

Da vincitore del GP di Monaco dello scorso anno, Daniel Ricciardo è stato tra i convocati alla conferenza stampa pregara con i piloti. Tuttavia è il primo a rimarcare come le ambizioni quest'anno siano decisamente differenti, dopo il passaggio dalla Red Bull alla Renault. «Ancora non so quali possano essere le miei possibilità quest'anno, sicuramente però non vengo qui con lo stesso entusiasmo degli anni scorsi. Vedremo in quale situazione saremo domani, dato che qui si comincia a correre di giovedì, che fa parte delle particolarità di questa gara».

Proseguendo, Ricciardo ricorda: «Dato che vivo qui, è un po' una gara di casa per me. Però è diverso venire qui per la gara, il circuito si trasforma, c'è un'atmosfera diversa, emozioni diverse nell'aria: è una situazione piuttosto surreale. Però sono comunque ancora ottimista, anche se in modo più tranquillo rispetto al passato, riguardo al risultato che possiamo ottenere».

In qualifica aveva già ottenuto il record sul giro, l'anno scorso, e quest'anno si è andati più forte dappertutto: con macchine sempre più veloci, diventa difficile correre a Montecarlo? «Beh, l'anno scorso è stato tutto piuttosto semplice, per me», ammette Daniel. Ma in generale sta diventando più difficile? «Per alcuni sì. Ma va tutto bene: credo che anche noi piloti cresciamo di pari passo con le monoposto. Comunque qualunque macchina quando la spingi al limite ti dà la sensazione di velocità, sia che tu faccia il giro in 1'10" sia in 1'20". Quando riguardo il mio onboard dell'anno scorso, vedo alcuni punti in cui dico "no, beh, qui potevo andare più veloce", quindi non sei mai veloce abbastanza».

Rispetto a 12 mesi fa, ora che corre in Renault la situazione è diversa: dopo 5 gare come valuta la situazione e i progressi nel team? «Sicuramente c'è ancora un processo di lavoro in corso. Non direi di essere sorpreso da quello che è successo finora. Chiaramente avremmo sperato in risultati migliori, però per adesso le cose sono andate così, non come avremmo voluto, e siamo abbastanza onesti per ammetterlo. Sarebbe stato bello ottenere un po' più di settimi posti, piuttosto che faticare ad entrare nei primi 10, però non ci aspettavamo di poter essere in lotta per il podio, sicuramente non a questo punto della stagione. Però vedo che succede quello che ho sentito quando ho firmato il contratto, per quanto riguarda l'input che arriva da parte di tutti, le infrastrutture che continuano a crescere, nonché le motivazioni che sicuramente non sono calate nemmeno di un millimetro».

Insomma, la situazione è certo più difficile rispetto a una Red Bull che resta la terza forza in campionato (se non la seconda in certi momenti) rispetto a una squadra che non è ancora la quarta (ma anzi l'ottava in campionato). Ma Ricciardo resta soddisfatto: «Ci vorrà magari un po' più di tempo del previsto, però posso soltanto continuare a impegnarmi a fare tutto il possibile. Sento anche che tutto quello che faccio viene preso in grande considerazione dal team, un team che ha grande voglia di crescere ed imparare. Non voglio dire che tutto dipenda da me, però credo che il mio contributo sia stato piuttosto positivo. Mi sto divertendo, ed è vero quando lo dico. Chiaramente avrei voluto ottenere risultati migliori, però a livello di ambiente sto molto bene e speriamo di poter vivere un weekend molto speciale qui per dare finalmente una bella spinta alla nostra stagione».

Infine, gli viene chiesto un parere su quanto ha fatto Alonso a Indianapolis, con la mancata qualifica. «Personalmente non ho mai guidato una macchina da Indycar, quindi non potrei sinceramente dire che avessi delle aspettative riguardo Fernando, perché non so quanto sia facile o difficile guidare quel tipo di monoposto. Chiaramente avevo fiducia nel fatto che lui potesse subito ambientarsi ed essere relativamente competitivo, perché come tutti sappiamo è un pilota molto bravo, molto abile e ancora molto determinato e motivato, e credo che l'abbia già dimostrato. Ma immagino che quest'anno, evidentemente, essere un bravo pilota non sia abbastanza: dipende anche da che assetto hai, come riesci a collaborare con gli ingegneri… Tutto deve funzionare alla perfezione, per ottenere un buon risultato con una macchina da corsa. È una relazione di amore e odio, diciamo, e quest'anno è emerso il lato dell'odio per lui. Fa sempre parte della famiglia della Formula 1 e quindi gli auguriamo di fare bene».


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