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GP Monaco F1, analisi prove: Mercedes inattaccabile

Prova di forza anche in questa occasione per i leader del Mondiale. Qualche speranza da Verstappen, però mancato in FP2, mentre le Ferrari inseguono

GP Monaco F1, analisi prove: Mercedes inattaccabile
© LAT Images

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

23 mag 2019

Si pensava che le particolarità del circuito di Montecarlo potessero in qualche modo variare i rapporti di forza in campo – nello specifico, ridurre il dominio fin qui mostrato dalla Mercedes – ma al termine delle prime prove del giovedì sembra invece sia accaduto tutto l'opposto. Infatti Lewis Hamilton ha svettato in entrambe le sessioni, nelle simulazioni di qualifica l'unico vicino è Valtteri Bottas a 81 millesimi (quando gli altri sono a più di 7 decimi) e anche nelle prove sulla distanza le cose sono rimaste sostanzialmente simili. Il tutto su un tracciato dove normalmente i distacchi si misurano in centesimi…

Insomma, va bene che non si può dire "è solo venerdì" giusto perché siamo di giovedì, ma si può comprendere chi paventa già ora un GP fotocopia dei 5 che l'hanno preceduto. In realtà un'incognita resta, e si chiama Max Verstappen: per quanto favorito dalle condizioni in evoluzione della pista, nelle prime prove l'olandese era stato in grado di inserirsi nei 79 ms che separavano le due W10 (59 ms il suo gap su Hamilton). Nel secondo turno però è stato fermato a lungo per via di uno scambiatore di calore danneggiato da detriti, fattore che non solo non gli ha permesso di far segnare un tempo ragionevole (anche per via di un "esperimento" fallito nel set-up) ma che certamente si rifletterà sulla preparazione della RB15. Resta però la buona prestazione di Pierre Gasly a soli 57 millesimi da Sebastian Vettel a testimoniare le potenzialità della squadra.

E veniamo appunto alle Ferrari, per adesso relegate al ruolo di inseguitrici, ma un po' troppo distanti per giustificare speranze logiche. Seb Vettel, prima 5° e poi 3°, mantiene in entrambe le sessioni un distacco dal vertice di 7 decimi abbondanti, mentre l'altalenante prestazione di Charles Leclerc (solo 10° in FP2) indica problemi di traffico in pista ma anche come siano stati provati set-up sensibilmente differenti sulle due macchine, alla ricerca di una "quadra" che per adesso sembra lontana (ma è comunque positivo che si cerchi di fare qualcosa senza restare "ingessati"). Resta dunque da vedere sa da qui a sabato arriverà un contributo da Maranello (tra analisi dati e simulatore) o se verranno effettuate scelte differenti, magari in tema motoristico.

Le possibilità delle monoposto motorizzate Honda vengono confermate dalla eccellente prestazione di Alex Albon 5° con la Toro Rosso, seppur non vi sia la conferma di Daniil Kvyat (14°) per adesso. In evidenza anche le Haas (dopo uno strano inconveniente tecnico nelle trasmissioni radio) e le Alfa Romeo, praticamente allineate dalla settima all'undicesima posizione con Kevin Magnussen, Antonio Giovinazzi, Kimi Raikkonen e Romain Grosjean nell'ordine. Solo un millesimo dietro al francese abbiamo Lando Norris e, altri 26 ms dietro, Carlos Sainz (fermo al mattino per un problema di batterie): la McLaren ha dunque buone possibilità di dare fastidio a chi la precede.

In un primo tempo sembravano maggiori le aspettative per Renault, ma a quanto pare è stata solo l'esperienza di Nico Hulkenberg e di Daniel Ricciardo ad avvantaggiarli con la pista ancora "verde" e difficile. Ma alla fine si devono accontentare di essere 16° e 17° tra le due Racing Point di Sergio Perez e di Lance Stroll, anche loro non troppo in luce. Meglio comunque dei 4 secondi rimediati dalle Williams, nonostante ad un certo punto George Russell fosse riuscito a mettersi qualcuno alle spalle e dopo uno strano testacoda di Robert Kubica che ha fatto capire come la FW42 manchi decisamente di grip.

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