GP Austria, analisi prove: un venerdì distruttivo

GP Austria, analisi prove: un venerdì distruttivo© LAT Images

Gli incidenti nelle prove libere hanno causato tanti danni o almeno l'interruzione dei giri lanciati, per cui la "classifica" dice davvero poco, ancor meno dei soliti venerdì

Maurizio Voltini

28.06.2019 18:17

Già normalmente i venerdì di prove vanno presi "con le pinze" nei loro riscontri, ma questo del weekend austriaco a Spielberg è ancor più imperscrutabile del solito. Questo per via dei vari incidenti in pista: quelli della prima sessione hanno riguardato soprattutto pezzi di macchina danneggiati sui cordoli un po' troppo aggressivi del tracciato nella Stiria, mentre al pomeriggio, nonostante i piloti siano stati più "accorti" da quel punto di vista, si è assistito a veri e propri errori che in un paio di casi hanno portato le macchine contro le barriere con danni notevoli.

La curva 10 si è dimostrata in particolare un po' difficile da gestire al termine di un giro "tirato", per via delle gomme e del caldo, cui si è aggiunto per di più un vento fastidioso e variabile. Così dopo vari semplici "larghi" in questa curva, arriva l'incidente di Max Verstappen che perde il retrotreno e va a sbattere all'indietro, distruggendo ala e sospensione destra (da verificare se il cambio abbia avuto danni). È invece in curva 6 che Valtteri Bottas, appena riaperta la pista dopo l'episodio di Verstappen, parte in sovrasterzo per poi "snappare" di punta verso l'esterno: la ghiaia non lo rallenta quasi nulla e impatta di muso, distruggendo l'avantreno. Gran lavoro per i meccanici di Valtteri, che erano già dovuti intervenire sul motore dopo una perdita d'olio da verificare al mattino.

Dopo essersi visto interrompere due volte la simulazione di qualifica, alla successiva riapertura tocca a Sebastian Vettel, anche lui in curva 10, ma riesce a controllare meglio la macchina evitando giusto per un paio di metri l'impatto con le barriere. Con le gomme "piallate" riuscirà a proseguire, ma solo per passare ai long run sulle Pirelli hard. Similarmente, Lewis Hamilton si vede interrompere il giro "da qualifica" per l'incidente del compagno di squadra e da lì in poi prosegue solo nelle prove alla distanza.

Alla fine, così, Charles Leclerc è l'unico che passa (relativamente) indenne questa fase, ottenendo il miglior crono del pomeriggio. Ma anche lui in realtà ha dovuto fare i conti con gli incidenti, trovando nel suo giro in 1'05"086 le bandiere gialle per quello di Vettel, dovendo quindi alzare (un poco) il piede. Ecco perché i tempi del mattino – in particolare il 1'04"838 di Hamilton – sono risultati più veloci (ma non per questo più indicativi) di quelli del pomeriggio. Del resto in FP2 Bottas è 2° con il tempo che aveva segnato sulle gomme medie, e anche Pierre Gasly 3° non significa granché, visto che è stato più veloce in FP1.

Gli unici riscontri che possono avere davvero valore in questo venerdì son per esempio quelli per McLaren, sempre prima tra gli inseguitori con Carlos Sainz, oppure di Haas abbastanza avanti con entrambi i piloti, o ancora di Alfa Romeo in grado di migliorare parecchio nel pomeriggio, soprattutto con Kimi Raikkonen. Tuttavia Sainz sarà condannato a partire in coda al GP, per aver sostituito tutto il sostituibile sulla power unit, assieme ad Alex Albon (motore, turbo, Mgu-H e Mgu-K). E ci si aspetta sarà così anche per Nico Hulkenberg sabato.

Infine, sebbene su un tracciato "rapido" come quello austriaco le differenze cronometriche siano più limitate, fa comunque ben sperare vedere la Williams decisamente meno staccata sia dal vertice sia dalle altre macchine in coda, in particolare con George Russell e in entrambe le sessioni. In ogni caso sarà la terza sessione a risultare la più indicativa, a questo punto, anche perché tutti questi incidenti hanno impediti in molti casi di completare il programma di prove e di messa a punto, che quindi proseguirà nell'ultima ora disponibile.


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