GP Messico, l'anteprima: Red Bull volerà in quota?

GP Messico, l'anteprima: Red Bull volerà in quota?© LaPresse

Il circuito dedicato ai fratelli Rodriguez si trova in altura, ad oltre 2200 metri sul livello del mare, per delle condizioni che storicamente hanno sempre sorriso alla Red Bull, su una pista sulla carta favorevole alla RB16B e anche per la Ferrari

04.11.2021 ( Aggiornata il 04.11.2021 12:37 )

Uno, due, tre. Così, di fila, senza respiro. Messico, Brasile, Qatar. Tre gare in tre settimane, un trittico da vivere tutto d'un fiato nel quale i destini di questo mondiale potrebbero, condizionale d'obbligo, decidersi. Sarà un novembre da tregenda, logorante e forse cruciale, per una Formula 1 che riabbraccia l'autodromo Hermanos Rodriguez per un GP del Messico pronto a tornare dopo due anni di assenza.

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Pista unica

Le situazioni nelle classifiche iridate sono ben note, con Max Verstappen a +12 su Lewis Hamilton nella graduatoria dei piloti e la Mercedes avanti di 23 lunghezze in quella riservata alle squadre. Distacchi comunque contenuti dopo 17 GP, e distacchi che passano in secondo piano alla vigilia di una delle tappe più particolari che ci siano in calendario. Questo perché l'appuntamento di Città del Messico è quello che si corre più in altura di chiunque altro, con il tracciato messicano posto a 2238 metri sul livello del mare. Un dato assolutamente non trascurabile, anzi decisamente importante e da tenere bene a mente alla vigilia di questo Gran Premio. Correre in quota infatti comporta tutta una serie di problematiche che altrove non si tengono mai in conto. E da questo punto di vista, il tracciato dedicato alla memoria dei fratelli Rodriguez è unico: basti pensare che i circuiti con l'altitudine più elevata ad esclusione del Messico sono Spielberg in Austria (700 metri) ed Interlagos in Brasile (760); dunque, più o meno un terzo rispetto al circuito messicano.

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Cosa significa correre in quota?

Ma nello specifico, che significa correre in altura? Innanzitutto, più "si sale" e aria meno densa si trova. E questo incide sia dal punto di vista aerodinamico che motoristico. Un'aria più rarefatta dà più problemi a creare downforce e meno resistenza all'avanzamento, ed ecco il motivo per cui in Messico si corre con carichi aerodinamici molto elevati, tra i più elevati dell'anno: questo perché il carico che si crea (e ne serve tanto, perché a parità di assetto in altura si ha molta meno spinta verticale) con le ali poi non lo si "paga" in rettilineo, dove la densità inferiore dell'aria procura come detto una resistenza all'avanzamento minore; ecco perché nonostante assetti marcatamente da alta deportanza si possono toccare in fondo al rettifilo principale velocità di punta talvolta superiori a quelle di Monza. Nonostante questi assetti, il carico verticale che si riesce ad avere è piuttosto scarso, motivo per cui in Messico la componente meccanica delle sospensione riveste un ruolo di primaria importanza: considerando il poco carico verticale che si ha unito ad un asfalto piuttosto scivoloso, il lavoro del gruppo sospensivo è vitale per generare temperatura nelle gomme e così avere il grip necessario per andare al limite.


Poi c'è la componente legata al raffreddamento, più difficoltoso in queste condizioni, motivo per cui si andrà incontro a carrozzerie presumibilmente dotate di sfoghi maggiorati per dare più respiro a tutte le componenti interne oppure anche ai freni, di per sé molto sollecitati su questa pista ed a maggior ragione in difficoltà dal punto di vista dello smaltimento del calore, cosa che richiederà prese d'aria con dimensionamento specifico. Infine, restano le power unit: oltre alle problematiche delle temperature interne, i motori dovranno affrontare condizioni uniche nelle quali il turbocompressore sarà costretto a girare più rapidamente per garantire la stessa potenza; per riuscirci, si chiederà una sforzo supplementare all'MGU-H, che dovrà sacrificare parte dell'energia sviluppata da tutto il sistema ibrido per indirizzarla al turbo, proprio per "aiutarlo" a girare a regimi di rotazione superiori. Grattacapi anche sul versante dell'endotermico, che si troverà ad operare in condizioni quasi critiche parlando in termini di raffreddamento.

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RB16B più a suo agio della W12?

Per questa serie di motivi, la Red Bull si candida al ruolo di prima forza nella terra di Speedy Gonzales. Sebbene sia passato del tempo dall'ultimo GP del Messico, lo storico sorride al team di Milton Keynes: vittoria nel 2017 e nel 2018, e sarebbe stato tris nel 2019 se Verstappen non avesse rovinato tutto rimediando una penalità che gli tolse la pole, prologo di una gara gettata alle ortiche per eccesso di foga. Nelle particolari condizioni messicane, la Red Bull ha sempre avuto dalla sua la carta di un carico aerodinamico sempre molto elevato grazie a fondo e diffusore, un punto di forza che potrebbe tornare utilissimo in Messico. Inoltre c'è la questione del turbo: quello Mercedes è particolarmente piccolo e questo può dare problemi, soprattutto nel confronto con la Honda, che in Austria aveva saputo affrontare meglio le sfide imposte dall'altitudine con una distribuzione migliore dell'energia ibrida. Sebbene nel 2019 la Mercedes sia riuscita a vincere a Città del Messico, la situazione di quest'anno pare essere diversa, con la W12 che dovrà stare molto attenta al surriscaldamento, e dunque all'affidabilità: da questo punto di vista, tra Brackley e Brixworth si va in Messico con cautela. Dire infatti che il motore Mercedes soffra in altura è sbagliato (McLaren andò fortissimo in Austria); è più giusto sottolineare che è proprio la casa madre, con la W12, ad avere un sistema di raffreddamento molto al limite, con un retrotreno molto compatto che garantisce indubbi vantaggi aerodinamici, ma che in situazioni specifiche, come in questo caso, può dare più pensieri che vantaggi.

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Variabile Perez, jolly Ferrari

Venissero confermati i pronostici della vigilia che vogliono la Red Bull davanti alla Mercedes in Messico, si aprirebbe un fine settimana in cui Verstappen avrebbe l'obbligo di capitalizzare il potenziale vantaggio su Hamilton per prendere ancor più margine in campionato. Con una RB16B più in palla, per di più nella sua gara di casa, lo stesso Perez sarebbe chiamato ad una grande prestazione, sia per rubare punti ad Hamilton sia per dare una mano nel Costruttori, traguardo ancora raggiungibile da parte del team di Christian Horner. Il quale, in cuor suo, si augura di avere una Ferrari molto competitiva: la speranza l'ha fornita Mattia Binotto, che ad Austin aveva indicato nel Messico la tappa migliore per la SF21. Al circuito Rodriguez la vettura del Cavallino troverà un terzo settore a lei molto congeniale, e più in generale una pista in cui le curve veloci sono quasi del tutto assenti per lasciare spazio a curve di media percorrenza, una tipologia di curve che ha sorriso quest'anno alla Ferrari, la quale potrà aggiungere al suo pacchetto gli indubbi benefici del nuovo sistema ibrido. Leclerc e Sainz sperano di trovare davvero una buona Ferrari, in Messico non solo per attaccare il terzo posto attualmente in mano McLaren ma anche per vivere una delle giornate migliori dell'anno.

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