In ordine inverso rispetto alla classifica Costruttori, abbiamo analizzato la stagione di tutte le squadre, con valutazioni che tengono in conto di aspettative, risorse e risultati

F1 2021, le pagelle: le squadre

<p>Nell'anno in cui avrebbero già dovuto esserci le monoposto di nuova generazione posticipate poi al 2022, è venuta fuori una stagione combattuta, ricca di spunti e riflessioni, difficile da interpretare per l'esigenza, tra le squadre, di portare avanti due progetti in parallelo, togliendo via via risorse al modello di quest'anno per concentrarsi su quello del prossimo campionato. Ne è uscita un'annata con tante lotte, a tutti i livelli, per tutte le posizioni della classifica Costruttori.</p>
<p><span style="text-decoration: underline;"><em><strong>Scorri tra le schede per vedere i voti squadra per squadra</strong></em></span></p>
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<h3>La classifica Costruttori</h3>
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<h3>Haas: 4</h3>
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<p>Un anno sacrificato sull'altare dell'apprendimento, soprattutto dal punto di vista dei piloti. I quali errori ne hanno sicuramente fatti, a volte per colpa loro, a volte traditi dalla voglia di fare, a volte da una macchina fanalino di coda dichiarato della stagione. Nel team ad anima americana, nessuno si aspettava il contrario: la VF-21 è semplicemente una VF-20 riverniciata e ritoccata il minimo indispensabile per entrare nelle regole 2021. Dei punti neanche l'ombra, ma nessuna sorpresa: troppe poche le gare pazze per poter centrare una top 10 e troppo il divario con tutte le altre vetture.</p>
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<h3>Alfa Romeo-Sauber: 5</h3>
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<p>Se spacchiamo a metà la stagione, un passo avanti c'è stato: 3 punti nella prima parte, 10 nella seconda. Troppo poco per andare a prendere una Williams che ha avuto il merito di saper cambiare marcia e pure la fortuna di portarsi a casa un podio senza neanche gareggiare. La C41 è stata la macchina che è stata, con un miglioramento complessivo delle prestazioni nella seconda metà dell'anno, ma in mano ad una squadra che a livello strategico ha saputo sprecare molto, non solo con Giovinazzi (che sono i casi più eclatanti) ma pure con Raikkonen. Incresciosa la gestione del caso Giovinazzi.</p>
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<h3>Williams: 7</h3>
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<p>Per certi versi un trionfo. Avevano cominciato la stagione con il timore di giocarsi l'ultima fila con la Haas, o al massimo di essere costantemente nona forza in pista con poche possibilità di salire più su. Ed invece gli investimenti di Dorilton Capital hanno dato subito una mano: la FW43B è cresciuta durante l'anno, un miglioramento visto non solo con lo strepitoso Russell ma pure con Latifi, e così i punti sono stati addirittura 23 dopo gli 8 raccolti nelle precedenti tre stagioni. Brava la squadra a sviluppare la macchina ed a capitalizzare il potenziale, applausi ad un Russell che è stato un valore aggiunto sempre ma soprattutto nel pazzo weekend di Spa, dove si è visto regalare un podio dopo una qualifica stratosferica.</p>
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<h3>Aston Martin: 5</h3>
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<p>C'è ragione di dire che siano stati i più penalizzati dalle modifiche regolamentari sul fondo, difficoltà simili a quelle della Mercedes per via del progetto identico come concezione. Ma mentre Mercedes aveva un doppio titolo per cui lottare e quindi un motivo per non togliere del tutto le risorse dal 2021, loro avevano pochi interessi nell'investire in un esemplare di macchina destinato a scomparire, così hanno consegnato al suo destino la AMR21 concentrandosi sul progetto 2022. In squadra il clima è stato sereno, con Seb e Stroll ben affiatati nonostante qualche duello ravvicinato, ma entrambi quasi mai in grado di vivere giornate da urlo causa bassa competitività della vettura. Sarebbero arrivati comunque due podi, se solo il tedesco non fosse stato squalificato a Budapest.</p>
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<h3>AlphaTauri: 7</h3>
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<p>La sensazione è che il 5° posto nei Costruttori fosse più che alla portata. Ma a fare da contraltare ad un Gasly quasi impeccabile c'è stato uno Tsunoda sciupone, falloso ed in generale molto al di sotto delle aspettative. La squadra stessa a volte con le strategie ha sprecato qualche punto, ma dopo un confronto intenso con l'Alpine la mazzata è stata Losail, con il parziale di 25-0 che ha di fatto chiuso i giochi a favore dei francesi. Ma ci sono tante buone cose nel 2021 dei faentini: una macchina veloce, il podio di Baku, un pilota, Gasly, che si sta instradando sulla via dei top driver. Buone notizie in vista del 2022.</p>
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<h3>Alpine: 7</h3>
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<p>Un'annata molto positiva, al termine della quale si è confermato il 5° posto delle due stagioni precedenti nella classifica Costruttori. Rispetto alla passata stagione la macchina complessivamente ha faticato un po' di più, con meno punti raccolti (181 punti in 17 GP nel 2020, xx in 22 gare quest'anno), eppure ad Enstone si respira aria buona: la squadra ha saputo lavorare bene sulla macchina nonostante le restrizioni, il marchio Alpine ha debuttato vincendo subito al primo anno, la squadra ha riscoperto un Alonso 40enne ma sempre nel vivo della lotta ed un Ocon cresciuto e migliorato dalla convivenza con Fernando. Ingredienti positivi per l'anno prossimo, dove servirà comunque qualcosa di più.</p>
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<h3>McLaren: 7,5</h3>
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<p>Fino a Sochi una stagione con valutazione vicina al 9. Poi un calo verticale di competitività, dovuto forse anche ad uno spostamento definitivo delle risorse (a cominciare dalla distribuzione del tempo al simulatore) sul 2022. Ne è uscita una parte finale di stagione in difficoltà, senza possibilità di difesa su una Ferrari che invece, con il nuovo sistema ibrido al motore, ha saputo mettere dietro la storica rivale. A Woking, comunque, il dispiacere per la sconfitta in campionato nella lotta al 3° posto fa male ma fino ad un certo punto: dopo aver riportato al successo la McLaren, Seidl adesso punta a garantirle un futuro da protagonista, motivo per cui ha preferito sacrificare qualcosa in questa stagione, dal momento che non aveva a disposizione le stesse risorse del Cavallino.</p>
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<h3>Ferrari: 8</h3>
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<p>Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Dopo la disastrosa SF1000, un'umile risalita con la SF21, macchina sulla quale si è vista tanta buona volontà e dei miglioramenti oggettivi, con correttivi portati di volta in volta fino ad assicurare al Cavallino il podio nel Costruttori. Non era facile, dopo un 2020 del genere e con un nuovo pilota integrare. Invece tanto di cappello a Sainz nell'essersi subito immedesimato nella realtà maranelliana e nell'essersi saputo adattare piuttosto in fretta ad una macchina molto diversa dalla McLaren dell'anno scorso. Ne è uscita una stagione senza acuti a parte le due pole di Leclerc, ma con buoni risultati viste le attese. La Rossa non è mai stata la sorpresa di giornata, ma è stata la squadra più costante tra quelle di mezzo, e questo è stato il valore aggiunto nell'aggiudicarsi la terza piazza.</p>
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<h3>Red Bull: 10</h3>
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<p>Il massimo, anche se il Costruttori non lo hanno vinto. Uno ad uno e palla al centro con Mercedes. Nella sua straordinaria carriera, Adrian Newey potrà mettere la RB16B insieme alle altre sue macchine titolate. Sbagliato parlare di vettura dominante se non a cavallo di primavera ed estate (cinque vittorie di fila tra Monaco e Austria), giusto indicarla come monoposto straordinaria: ma ci è voluto il talento di Verstappen per farla volare davvero. Del resto, Max è il secondo dopo Hamilton nel nuovo millennio a vincere il titolo Piloti in un team che non riesce a vincere il Costruttori; per cui è corretto sottolineare come ad essere esplosivo sia stato il pacchetto macchina-motore-pilota nel suo insieme. A Milton Keynes hanno sperato anche nel Costruttori, ma dopo Jeddah ad Abu Dhabi contava solo Max: il sacrificio di Perez è costato ad Hamilton circa 7”, decisivi per impedire a Lewis, nel finale con safety car, di fermarsi ai box senza perdere la posizione. Un gran lavoro di squadra.</p>
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<h3>Mercedes: 10</h3>
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<p>Tanta fatica, ma alla fine hanno vinto comunque loro, almeno per quanto riguarda le squadre. I numeri aiutano a fare chiarezza sulla superiorità perduta ed al tempo stesso inducono ad inchinarsi di fronte alla Red Bull per il recupero prestazionale da un anno all'altro: per la Mercedes dal 13-2 del 2020 si è passati al 9-11 a favore delgli avversari alla voce “vittorie”, mentre per quanto riguarda le pole il crollo è stato addirittura peggiore, da 15-1 a 9-10 sempre per i bibitari. Sin da subito la W12 è apparsa meno dominante delle sorelle maggiori, ma tanto di cappello alla squadra per come ha reagito: a Silverstone è stato introdotto uno sviluppo capace di far fare un salto in avanti alla vettura abbattendo la resistenza all'avanzamento (difetto in dote dal 2020, ma gestibile grazie ad una superiorità più marcata di macchina e motore), quindi negli ultimi GP, almeno su passo gara e gestione delle gomme, Hamilton è tornato ad essere impredibile. Le uniche mancanze, in conclusione, sono state quelle del muretto: non sempre si sono prese le decisioni giuste, sintomo di una pressione avvertita e non sempre ben gestita. Comunque, campioni per l'ottava volta di fila: record ritoccato.</p>
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<p>In ordine inverso rispetto alla classifica Costruttori, abbiamo analizzato la stagione di tutte le squadre, con valutazioni che tengono in conto di aspettative, risorse e risultati</p>