Binotto, la Ferrari di oggi frutto di persone, strumenti e squadra

Binotto, la Ferrari di oggi frutto di persone, strumenti e squadra© Getty Images

Ripercorre la fase di crescita del team, Mattia Binotto. Un arco temporale su 5 stagioni nelle quali si è costruita una Ferrari attrezzata per tornare a vincere

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08.06.2022 14:39

Montecarlo può considerarsi un campanello, a ricordare come nella lotta per il titolo serva essere impeccabili non solo sul fronte tecnico ma anche strategico.

La Ferrari in corsa per il mondiale ha fondamenta solide se si guarda alla monoposto, il progetto della F1-75 ha espresso la competitività buona e i primi segnali di crescita necessari per sfidare Red Bull.

Servirà superare le scelte errate che hanno condizionato il risultato a Montecarlo. Un percorso di squadra, che è passata attraverso stagioni critiche per tornare a occupare il ruolo che spetta alla Rossa.

E' nata una squadra

Mattia Binotto guarda a presente e in cosa la Ferrari 2022 è differente, in cosa è cresciuta al punto da contendere nuovamente il successo. La crisi del 2020 ha rappresentato il punto più basso della storia del Cavallino, due anni dopo eccolo con un progetto di vertice.

"Le ragioni sono legate alla costruzione di una squadra. L'impegno profuso dal 2017 è stato rivolto alla creazione, passo dopo passo, della giusta squadra, con la quale puoi centrare gli obiettivi. Sta tutto nel team. Nel 2022 il nostro obiettivo era tornare ad essere competitivi, non vincere il campionato, sarebbe completamente sbagliato trasformare l’obiettivo in ‘cerchiamo di vincere il campionato perché siamo molto competitivi. Essere competitivi è un dato di fatto, diventare campione del mondo è un compito di altro livello. Lo dico forse per togliere un po’ di pressione alla squadra, ma credo anche che sarebbe sbagliato come management cambiare gli obiettivi rispetto a quelli che abbiamo dato loro".", commenta Binotto, intervistato dalla BBC. 

Ricorda scelte progettuali in grado di fare scuola, l'esempio lampante è il disegno delle pance che, al tempo, risultò in una scelta caratteristica dei quella Ferrari. Non abbastanza, però.

L'esperienza da costruire sul campo

"Avevamo già dimostrato di avere un buon livello di creatività e siamo stati in grado di interpretare nuove regole. La macchina che realizzammo era buona, la base lo era in termini di concetti e idee. È un dato di fatto che negli anni successivi gli altri team abbiano copiato le nostre soluzioni.

Quando sono approdato al ruolo di team principal ho detto come la squadra fosse molto giovane. Non in termini di età bensì nuovi nei nostri ruoli e dovevamo costruire l'esperienza", approfondisce Binotto, succeduto a inizio 2018 nella posizione di team principal a Maurizio Arrivabene.

Il deficit dello sviluppo

Allora fu anche l'assenza di validi sviluppi ai progetti 2017 e 2018 a plafonare le prestazioni della monoposto. Un altro dei fronti sui quali la Ferrari si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. 

"Ciò che ci è mancato nel 2017, 2018 e 2019 è stato il non essere riusciti a sviluppare la macchina.

Nel 2017 ci furono problemi di affidabilità, i piloti a fare incidenti tra loro, però anche una squadra che non era forte abbastanza in termini di cultura e mentalità. In aggiunta, non avevamo gli strumenti giusti, semplicemente perché portavamo sviluppi che non funzionavano come previsto".

Cardile e i tecnici, 5 anni di crescita

Gli episodi legati alla power unit, nell'inverno del 2020, sono storia, a contribuire a una stagione critica. Allora, correva l'estate del 2020, la promessa del presidente Elkann di una Ferrari di nuovo vincente nel giro di due stagioni. Eccoci. 

Nuovi tecnici sono approdati a Maranello, gli strumenti tecnologici si sono evoluti, da ultimo con il simulatore avviato nella seconda metà del 2021. Poi, una questione di uomini e risorse interne cresciute, sulle quali Binotto - parlando di Enrico Cardile e ampliando il giudizio - commenta: "Certamente non aveva competenze specifiche sulla Formula 1. Da allora, però, ha vissuto 5 anni sulle questioni tecniche della F1, è molto più forte e questo vale per tutti nei rispettivi ruoli. Cinque anni dopo abbiamo competenze più solide e persone migliori.

La squadra è fatta di persone, cultura, strumenti e metodologie. La macchina è semplicemente il prodotto della squadra. Dal 2017, passo dopo passo siamo arrivati dove ci troviamo oggi".


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