Le condizioni di controllo paritario non si addicono a una struttura di F1 che richiede rapidità d'esecuzione e autonomia, lontana dai tempi tipici delle case auto
Porsche non poteva accettare il ruolo di comparsa, partner motorista di una struttura Red Bull Powertrains. Red Bull Racing non poteva ammettere un controllo condiviso sulle operazioni del team.
"Siamo fondamentalmente una squadra corse e questo ci permette di assumere rapide decisioni e reagire molto in fretta. Penso che abbiamo visto in molte occasioni i costruttori essere meno autonomi nei loro processi decisionali. Proteggere ciò che abbiamo e il modo in cui operiamo - che si è rivelato essere ragionevolmente di successo - è stato un aspetto cruciale", ha proseguito Horner.
Avanti con Red Bull Powertrains verso il 2026, verso la progettazione tutta in casa di telaio e power unit. Accogliere un partner tecnologico, chiarisce Horner, non è una questione di sostenibilità del progetto. È un'aggiunta su un percorso che Red Bull Powertrains sarà in grado di fare comunque in autonomia.
"La nostra strategia d'avere sotto un unico tetto motore e telaio, in un campus, resta assolutamente invariata. Non è mai stata legata al coinvolgimento di un investitore o di un costruttore.
Siamo in una posizione tale da poter coprire tutti gli aspetti della power unit con gli investimenti sulla struttura e il percorso di reclutamento tecnici che stiamo affrontando. Stiamo avanzando, non siamo dipendenti né condizionati da altre potenziali partnership".
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