GP Messico, l'anteprima: quante variabili!

GP Messico, l'anteprima: quante variabili!© LaPresse

Quello a casa di Sergio Perez sarà un fine settimana ricco di spunti e variabili: merito, o colpa, dell'altitudine, che richiede accorgimenti specifici sia a livello di aerodinamica che di motore

26.10.2022 15:14

E adesso? E adesso si pensa soprattutto, se non esclusivamente, al 2023. Titolo Piloti andato, titolo Costruttori assegnato: i piatti grossi sono già passati. Certo, c'è sempre da assegnare una seconda piazza nel campionato Piloti che per i diretti interessati, Sergio Perez e Charles Leclerc, ha la sua importanza, ma per le squadre è già tempo di guardare alla prossima stagione, pur non trascurando gli ultimi obiettivi che l'asfalto lascia ancora raggiungibili. I tifosi, invece, si augurano innanzitutto delle gare avvincenti.

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Checo ci crede

Questa è, e vuole essere, la gara di Sergio Perez. Già l'anno scorso i messicani andarono in visibilio per un terzo posto, figurarsi quest'anno con Checo che ha tra le mani un'occasione ancora più grande di fare bottino pieno. L'anno scorso c'era Max in lotta per un titolo importantissimo, quest'anno la Red Bull ha vinto in carrozza: potrebbero anche concederla, un'opportunità in più a questo messicano che chissà che darebbe, per ritrovarsi in cima al podio. Chiedere uno sforzo a Max Verstappen? Difficile, anche se per l'olandese potrebbe esserci la prospettiva di una penalità in griglia: aveva cambiato elementi del motore per l'ultima volta a Monza, proprio insieme a Sergio. Se a Perez è stato necessario fare un cambio ad Austin, chissà che con Max non si faccia la stessa scelta in Messico. Sarebbe un'opportunità ghiotta per Checo, ma al tempo stesso lo sarebbe anche per la Ferrari. Fin qui comunque, bene ricordarlo, siamo solo nel campo delle ipotesi. La realtà per adesso non ha rivelato alcunché su eventuali rotazioni di motori in casa Red Bull e parla di un Verstappen ormai favorito d'obbligo su ogni pista ed in ogni condizione, e rimarrebbe tale anche se l'arretramento in griglia fosse di sole cinque posizioni, il minimo da pagare per un elemento utilizzato in più. 

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Il GP più in "alto" dell'anno

In Messico, come è noto, il tema tecnico dominante è quello di un circuito in altura che pone l'accento su problematiche che altrove non ci sono. Di per sé, il circuito dedicato alla memoria dei fratelli Rodriguez è unico: con i suoi 2238 metri di altitudine, è il tracciato che si trova, per distacco, più in alto sui livelli del mare. Per fare un confronto, Spielberg si trova a 700 metri e Interlagos a 760, per cui si capisce come le criticità siano ben maggiori in Messico rispetto ad Austria e Brasile. Correre in quota significa correre in un'area in cui l'aria è più rarefatta, con ripercussioni non trascurabili sia in termini aerodinamici che motoristici.

Sul piano aerodinamico, un'aria meno densa significa resistenza all'avanzamento notevolmente inferiore ma al tempo stesso una maggior difficoltà a sviluppare carico verticale: ecco perché in Messico si va con assetti improntati alla massima deportanza. Sembra un paradosso: si va con il massimo carico, ma per l'aria rarefatta si raggiungono velocità di punta degne di Monza ed al tempo stesso il carico verticale che i piloti avvertono è in linea con quello sprigionato dagli assetti più scarichi in calendario, simile a quello di Monza. Ecco perché la componente meccanica è fondamentale: il rischio è di "scivolare" in uscita dalle curve (quasi tutte a bassa percorrenza), per cui il lavoro delle sospensioni è di primaria importanza.

Sul versante del motore, le criticità sono sempre legate alla densità dell'aria. In queste condizioni, per lo scarso raffreddamento le temperature rischiano di raggiungere valori critici, ed è per questo che le squadre si dovrebbero presentare con sfoghi maggiorati nella carrozzeria, anche a costo di perdere un po' di efficienza aerodinamica pur di garantirsi qualche rischio in meno. Se l'endotermico soffrirà a livello di raffreddamento, turbo ed MGU-H avranno altre richieste: con aria più rarefatta il turbo sarà costretto a girare più rapidamente per garantire la stessa potenza, e per riuscirci sarà "aiutato" dall'MGU-H, il quale "donerà" più energia del solito al turbo proprio per permettere a quest'ultimo di raggiungere le rotazioni richieste. Insomma, nella power unit ogni componente verrà sollecitato.

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