Domenicali, un nuovo team in F1 dovrà essere di valore

Domenicali, un nuovo team in F1 dovrà essere di valore© Getty Images

La posizione della FOM su un undicesimo team ribadisce le considerazioni sul valore che dovrà apportare alla F1. Più che Andretti si strizza l'occhio a un grande costruttore

Fabiano Polimeni

07.11.2022 ( Aggiornata il 07.11.2022 09:29 )

Ha presentato agli investitori risultati trimestrali positivi, Stefano Domenicali. La Formula 1 gode di ottima salute, sebbene il titolo si sia riposizionato sul mercato a quotazioni ben al di sotto dei 63 dollari, a lungo un valore ai massimi storici: oggi FWONK vale 53 dollari ad azione.

Una trimestrale nella quale Liberty Media ha presentato agli investitori i nuovi accordi, rinnovati, sul fronte dei diritti televisivi e l'ufficializzazione dell'ingresso di Audi dal 2026.

Porsche resta alla finestra, il presidente della FIA ne ha confermato l'interesse a un ingresso in futuro. Avverrà rilevando una squadra già esistente o sviluppando un progetto insieme a un partner, per dar vita a quella undicesima squadra di cui tanto si è parlato negli ultimi 12 mesi?

Le critiche feroci (e ingiuste) mosse al progetto Andretti Global hanno rappresentato la posizione di sbarramento della Formula 1 verso un progetto che non sia supportato da una grande casa costruttrice.

F1 si ammorbidisce verso l'11° team?

Sul punto, Stefano Domenicali è tornato a esprimersi presentando lo scenario agli investitori. Nel recente passato abbiamo registrato commenti del tipo "non è la priorità della F1, aprire a un undicesimo team".

"Non è un problema avere una squadra in più fintanto che ci siano gare migliori: monitoreremo la situazione. Se dovesse esserci una reale, credibile, nuova squadra in arrivo che volesse discutere con noi, siamo pronti a farlo ma oggi non c'è siamo in una posizione per cui andare di fretta.

Relativamente al valore o al processo da seguire circa la possibilità di introdurre un nuovo team nel campionato, ovviamente c'è un passo iniziale che prevede come noi e la FIA, insieme, dobbiamo essere d'accordo sul punto. La prima cosa che dobbiamo considerare è se questa eventualità di un nuovo team apporti o meno un valore aggiuntivo al campionato".

Le conseguenze di una griglia allargata

È anzitutto la considerazione di un valore finanziario al quale la Formula 1 guarda. Al di là della "fiche" di iscrizione da pagare, ci sono le valutazioni sulla sostenibilità del progetto, che andrebbe a ritagliarsi una fetta della torta dei proventi generati dalla FOM e distribuiti tra le squadre.

"Se un valore aggiuntivo dovesse esserci, ovviamente ne discuteremo all'interno e vedremo se esiste una sorta di reale potenziale affinché un nuovo iscritto possa dare valore al campionato. 

Al di sopra di queste valutazioni c'è un valore che deve essere riconosciuto alle squadre già presenti, perché è chiaro come non possano sopportare alcuna diluizione della loro partnership nel campionato di Formula 1.

Questo è  quanto è scritto nel Patto della Concordia però, principalmente, il punto di fondo è se un nuovo team porti o meno il mondiale di Formula 1 in una posizione migliore. È da considerare in termini di valore dal punto di vista finanziario e di valore sportivo"


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