L'editoriale del Direttore: Adrian imperatore

L'editoriale del Direttore: Adrian imperatore

Copertina dedicata ad Adrian Newey, l'uomo che con la sua matita trasforma i sogni in realtà e che ha appena toccato quota 200 Gp vinti in Formula Uno, di cui la metà con la Red Bull

Andrea Cordovani

27.06.2023 10:16

La copertina di questo numero di Autosprint è dedicata al quel gran genio di Adrian Newey, l'uomo che con la sua matita trasforma i sogni in realtà e ha appena toccato quota 200 Gp vinti in Formula Uno, di cui la metà con la Red Bull. Dal Gp di Cina del 2009 con la RB5 e Sebastian Vettel, al Gp del Canada del 2023 con la RB19 affidata a Max Verstappen: c'è sempre la firma dell'ingegnerissimo…

Mentre il Circus della F.1 piazza le tende proprio in casa dei dominatori del Mondiale, il Red Bull Ring, raccontiamo la
parabola del visionario progettista inglese a lungo corteggiato, nel corso degli anni, dalla Ferrari. È lui con le sue intuizioni a fare la differenza e a spostare gli equilibri. Le sue monoposto hanno spesso fatto scuola. Diversi i tentativi di portare Sua Maestà il Genio a Maranello. L'ultimo assalto risale al 2012. A raccontarlo è stato proprio Newey nella sua autobiografia: "Andai in Italia per incontrare Montezemolo, l’allora presidente della Rossa nella sua casa di campagna in Toscana. Sono state trattative serie, l’offerta era molto succulenta, mi voleva dare i gioielli della corona, affidarmi l’intero marchio Ferrari: auto sportive e da corsa, avrei potuto vivere come una star del cinema e avere uno stipendio senza precedenti, molto più del doppio della somma che ricevo in Red Bull, ma sono stato con loro sin dall’inizio, lasciarli sarebbe stato quasi sleale".

Newey e il no alla Ferrari

In un'intervista concessa sul numero 20 di Autosprint di quest'anno a Pino Allievi, sottolineava Piero Ferrari: "Newey ha detto no a Montezemolo e a Jean Todt. A quanto pare, non vuole trasferirsi: gli piace restare in Inghilterra". Adrian Newey è il direttore di orchestra del team di Milton Keynes che ha firmato tutte le 100 vittorie in F.1 con un tasso di successo del 27% sulle quali ha preso parte, vale a dire poco meno di una gara ogni 3 disputata nel Mondiale è stata vinta da una Red Bull. In un mondo che perde facilmente la memoria Newey continua a essere al top e ci ricorda come ancora oggi fosforo, talento e visione sono merce indispensabile, e che quando la passione si mescola al divertimento
niente può essere precluso. Ha spiegato di recente: "Sono abbastanza fortunato da fare quello che ho sempre voluto fare e godermi il lavoro. Amo fare quello che faccio. Ovviamente la mia carriera non potrà andare avanti all'infinito, però finché il team mi vorrà e fintanto che continuerò a divertirmi, proseguirò".

Quelli della Red Bull si stanno divertendo da matti quest'anno. Ogni Gp andato in scena ha visto loro davanti e dietro tutti quanti. Un dominio schiacciante che allunga la sua ombra anche sul Spielberg dove nel prossimo weekend Verstappen e soci vorranno vendicare la sconfitta rimediata sull'asfalto di casa, quando Leclerc a suon di sorpassi mandò in delirio il popolo ferrarista proprio tra le pieghe del Red Bull Ring. Che gara quel giorno per la Rossa! E che duello tra Charles e Max. A rivederlo adesso sembra che sia capitato una vita fa. Invece sono passati solo dodici mesi e il divario tra la Red Bull e tutto il resto della compagnia è diventata una voragine dentro alla quale sono finite tutte le speranze dei rivali.

E ora questo mondiale con un unico padrone rischia di chiudersi con largo anticipo. Un lungo monologo scritto all'interno di una stagione dove si spera di poter vedere qualche lampo rosso dentro a un orizzonte che finora è stato grigio. Dopo il Canada per il Cavallino c'è più luce in fondo al tunnel. Gp Austria e il successivo Gp a Silverstone rappresentano una cartina di tornasole per capire finalmente se le Rosse hanno imboccato la strada giusta e possono regalare ai propri tifosi qualche sorriso.

La festa a Maranello per i protagonisti di Le Mans

E a proposito di sorrisi dei tifosi. La parata delle 499P che si sono prese tutta la scena alla 24 Ore di Le Mans del Centenario hanno sfilato per le vie di Maranello dentro a un abbraccio incredibile da parte dei dipendenti dell'azienda e dei tanti tifosi che si sono riversati in strada. Il passaggio delle Ferrari Hypercar sotto al serpentone della Ges è stato seguito con grande attenzione e pure qualche sospiro. "Quando vinci con la tuta rossa addosso è qualcosa che non ha paragoni", confidava Alessandro Pier Guidi, uno dei re di Le Mans assieme a Antonio Giovinazzi e James Calado. La Ferrari che è tornata al top nella classe regina dell'Endurance sembrava un sogno impossibile da raggiungere nella stagione del debutto. Ma è il classico esempio che nella vita niente è precluso quando si marcia tutti nella stessa direzione. È la via maestra che ha tracciato la presidenza Elkann, una strada da percorrere anche per la F.1. Senza mettere in contrapposizione mondi distanti e con dinamiche completamente diverse, ma tutto sotto un'unica grande azienda: la Ferrari.


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