Ci vediamo da Mario: Comunque vada, che sia Alfa Romeo!

Ci vediamo da Mario: Comunque vada, che sia Alfa Romeo!

In un automobilismo che ha bisogno di racici e identità, c’è bisogno del Marchio del Biscione

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06.07.2023 ( Aggiornata il 06.07.2023 13:32 )

Se è vero com’è vero che in Formula Uno il rapporto tra Alfa Romeo e Sauber ormai è agli sgoccioli, terminando a fine stagione, diviene di massima attualità capire e intravvedere quale sarà il futuro sportivo del marchio italiano, in un momento cosi particolare e mai vissuto prima, nel mondo racing.

Alfa Romeo verso l'addio alla F.1?

La F.1, tra ammassamenti di pubblico e cali di libido narrativa, vive una fase tutta da decifrare. I Gran Premi come eventi piacciono sempre di più, ma le gare in sé sono di una noia mortale. Stritolate dal dominio monocorde di una Casa (dal 2014 a oggi, fatto salvo il 2021) e da regole sempre più intrusive, astruse e demotivanti, come gli impeding e i track limits che di fatto, a prescindere dalla giustezza o meno dei presupposti, ritardano in certi casi di mezza giornata l’ufficializzazione di una griglia di partenza ovvero della classifica definitiva di un Gran Premio. Ormai la casa più in zona leggenda è una marca di lattine, ossia la Red Bull (che merita in modo sacrosanto tutti i suoi trionfi, sia chiaro) e la Ferrari, anche se in recupero, fa fatica sempre più a dire la sua per la vittoria, mentre i Gran Premi più classici si vedono attaccati da nuove entrate, in location danarose e sfavillanti ma in genere su piste del tutto prive di personalità e tradizione.

Insomma, in un clima da vera e propria perdita dell’identità culturale e dei baricentri storici, se non altro la F.1 ha sempre più bisogno di punti fermi e simbolici storici. In questo contesto, Alfa Romeo continua ad essere un valore aggiunto e un polo di valore inestimabile, anche se tutto da ricollocare.

Il futuro di Alfa tra F.1 e Wec

Già, e dove? In origine il progetto del compianto Sergio Marchionne era quello di rilevare gradualmente la Sauber e di creare una sorta di junior team Ferrari con base in Svizzera. Poi, purtroppo, in tutti i sensi, è andata come è andata e adesso nel futuro prossimo della Sauber c’è l’entrata dell’Audi e nell’avvenire dell’Alfa una nebbiolina che deve ancora diradarsi. Oltre la quale allignano due possibili scenari: la F.1 e il Wec, in alternativa tra loro.

La prima ipotesi, peraltro avvalorata da recenti manovre neanche smentite, è quella di trasferire dall’anno prossimo adesivi e supporto tecnologico - peraltro già in atto, quindi incrementandolo -, al team statunitense della Haas, da sempre e comunque collegato e amico alla Casa di Maranello. La seconda possibilità per il Biscione, è quella, più spettacolare e radicale, di intraprendere un programma Hypercar nel Wec, con una LMH che farebbe rumore assai ponendosi quindi in diretta concorrenza con la Ferrari.

Siamo ancora allo stadio di studi di fattibilità, ma di certo energie e potenzialità non mancherebbero. C’è solo da aspettare che la nebbia scompaia e la logica dei consigli di amministreazione faccia sapere ufficialmente le sue statuizioni. Una sola cosa, per ora, resta certa. Nel mondo racing c’è un disperato bisogno di identità radicate e di marchi valoriali forti, in grado di connotare un collegamento romantico con le parti più calde e rimpiante delle corse epiche.

E da questo piunto di vista, se Alfa Romeo ha ancora bisogno delle corse, le corse hanno una disperata esigenza di avere nel proprio novero il fascino e il richiamo di Alfa Romeo.


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