Diamo i voti ai piloti dopo la prima metà dell'anno: conferme, sorprese e delusioni inattese nei primi 12 GP di un 2023 che ha appena superato il giro di boa
Peril momento c'è e ci resta, in griglia di partenza, ma il suo futuro non sembra così pieno di garanzie. Ha vinto, e bene, il confronto con il silurato De Vries, adesso lo scomodissimo Daniel Ricciardo. Sta lottando per un rinnovo e con una vettura che non gli permette granché, finora i 3 punti raccolti tra Melbourne, Baku e Spa sono il massimo che ha potuto fare, ma è stata probabilmente Spa la corsa piùimportante: nel momento in cui si parlava solo di Ricciardo, ha saputo dare un segnale.
E' stato un nuovo capitolo della telenovela scritta e diretta da Helmut Marko, l'uomo della giostra degli scambi: il credito per Monza 2022 è finito quasi subito, e Marko si è pentito di una scelta personale fatta senza che Horner e Tost ne fossero pienamente convinti. Fuori dopo soli 10 GP, con un 12° posto (a Monaco) come miglior risultato stagionale: lascia senza punti e forse nemmeno tanti rimpianti, visto che per la piega che aveva preso la sua carriera queste gare sono state certamente un qualcosa di inaspettato.
Lasciare McLaren, rifiutare la Haas e poi tornare in un'AlphaTauri fanalino di coda? No per le ambizioni immediate, sì se sotto sotto cova il desiderio di risalire a bordo di una Red Bull. L'impressione è che non dipenderà nemmeno più di tanto da lui, ma piuttosto da Sergio Perez: intanto però deve ritrovare meccanismi, costanza e battere Tsunoda. Due gare sono troppo poche per valutarlo: Budapest e Spa sono state come due ricognizioni, il suo vero mondiale comincerà da Zandvoort.
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