Il regista di Brad Pitt svela i segreti del film sulla F.1

Il regista di Brad Pitt svela i segreti del film sulla F.1© Sutton/Motorsport Images

Viaggio in esclusiva sul set del film finanziato da Apple Studios e appoggiato da Liberty Media

10.09.2023 09:01

Autosprint nel prossimo numero in edicola martedì 12 settembre pubblicherà un’intervista in esclusiva a Joseph Kosinski, il regista del film che Apple Studios sta finanziando sulla F.1, con l’appoggio del promoter Liberty Media. L'intervista avrà sei pagine all’interno della rubrica Cuore da Corsa di Mario Donnini. Lo stesso Kosinski per l’occasione rivela parte della trama e dei segreti del film.

Ecco l’inizio del dialogo, all’interno del quale si scoprono molti particolari assai interessanti dell’attesissimo film tuttora in lavorazione.

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Niente CGI, la F.1 di Kosinski sarà quella reale

Kosinski, lei, oltre che regista, è anche un assistente insegnante per l’architettura, specializzato nel campo della modellazione tridimensionale e grafica. In poche parole, è un genio della CGI, ovvero della possibilità di ricreare in laboratorio qualsiasi scena corredata da effetti speciali, praticamente senza limiti. Detto questo, perché si sta comportando esattamente al contrario e in opposizione alla sue attitudini, girando il più possibile scene dal vero, sui campi di gara, in pratica prendendo parte col suo team immaginario a una bella fetta del mondiale 2023?

«Per un motivo molto semplice e reale. Perché la Formula Uno è un ambiente talmente particolare e complesso, da essere praticamente irriproducibile in laboratorio. Non ha senso ricostruire il Circus in uno studio o ricorrendo al computer. Sì, è vero, ogni cosa volendo è simulabile, ma se io voglio trasmettere davvero l’emozione, l’euforia, il senso dell’ambiente Formula Uno, devo trovarmici in mezzo, respirare e far respirare allo spettatore la scena e il clima. Se vuoi riprodurre le corse con assoluta fedeltà, devi accettare la sfida di andare nel loro ambiente. Per questo noi non riproduciamo i Gran Premi, no: ci muoviamo dentro i Gran Premi. È la premessa del film e anche la sua caratteristica più bella, grazie alla stupenda collaborazione ottenuta da Liberty Media e da Stefano Domenicali».

Qual è il suo punto di partenza? Lei parte da zero o tiene culturalmente conto di pietre miliari del cinema a soggetto racing?

La regia di "Apex con "Le Mans" e "Grand Prix" in mente

«La mia ispirazione cinematografica tiene nel dovuto conto la tradizione e la storia del cinema applicate alle corse automobilistiche. Ovviamente mi muovo tenendo conto di ciò che già esiste e al top metto il film “Le Mans” con Steve McQueen e la Porsche 917K come assoluti protagonisti, tanto sono iconici. Ma nello stesso tempo esattamente sullo stesso piano pongo anche “Grand Prix” di John Frankenheimer, perché sa dipingere con maestria una certa Formula Uno classica ed epica e anche maledettamente pericoosa quanto affascinante».

Se dovesse fare uno shootout tra questi due film, quale farebbe emergere come il suo favorito, o in ogni caso quello più importante, per lei?

«Preferisco tenerli idealmente sullo stesso piano, perché ciascuno ha un suo posto nella storia del cinema e, seppur per ragioni diverse, nessuno dei due prevale sull’altro. Sono diversi e entrambi importanti quanto imprescindibili...».

L’intervista completa la potrete leggere e gustare all’interno del prossimo numero di Autosprint.


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