GP Qatar: i 5 temi del fine settimana

GP Qatar: i 5 temi del fine settimana© Motorsport Images

Nel weekend che ha incoronato Verstappen campione per la terza volta, ci sono stati tanti spunti di discussione: le prestazioni McLaren, l'harakiri Mercedes, una pista che ha avuto bisogno di verifiche ed il provvedimento "salva-gomme"

09.10.2023 11:47

Papaya on fire

Quando sei “on fire”, sei sulla cresta dell'onda ed i risultati arrivano. Ormai fa parte del gergo comune, soprattutto giovanile, e l'espressione “on fire” si usa soprattutto su chi, in un determinato momento, è particolarmente in forma. Ed è dunque espressione degna per questa stupenda McLaren, con il color papaya tornato prepotentemente in auge in queste ultime settimane di Formula 1.

Si sapeva che Suzuka e Lusail sarebbero state due piste propizie per la MCL60, ma forse la vettura è andata oltre le più rosee aspettative. Innanzitutto, anche se è l'aspetto meno importante, da un punto di vista statistico: a Woking non faceva due doppi podi consecutivi addirittura da Istanbul, Montréal e Valencia 2010, quando furono tre i doppi podi consecutivi. Seconda cosa, e ben più importante, la prestazione: la MCL60 è ormai seconda forza assodata su determinati circuiti (Silverstone, Suzuka, Lusail) e lancia il guanto di sfida anche su altre piste, dato che con l'ultimo pacchetto introdotto a Singapore (solo con Norris al Marina Bay) la vettura pare aver fatto un salto in avanti sulle curve più lente ma soprattutto da un punto di vista dell'efficienza aerodinamica, senza soffrire più negli allunghi. Per la seconda piazza d'onore tra i Costruttori è tardi, ma a questo punto pare solo questione di tempo il sorpasso ad Aston Martin per il 4° posto (la squadra di Lawrence Stroll ha un vantaggio ormai di appena 11 punti: erano 93 dopo Spa, all'arrivo della pausa estiva) e soprattutto un'annata da protagonisti nel 2024.

Il fine settimana del Qatar non può essere preso come un fine settimana rivelativo: è stato condizionato da troppi fattori esterni. Il weekend sprint che non ha permesso di ottimizzare gli assetti, le misure prese per prevenire cedimenti delle gomme con relative tre soste ai box, l'impossibilità di valutare il comportamento in stint più lunghi dove domina la gestione delle gomme: troppi imprevisti da considerare. Eppure, questa MCL60 ha risposto a tutte le domande: su determinate piste può battere Mercedes e Ferrari, sognare di stare vicina alla Red Bull e soprattutto raccogliere risultati impensabili ad inizio anno.

Sul piano tecnico, il recupero prestazionale nel corso del 2023 ha del prodigioso, mentre l'aver indotto Lambiase a chiedere a Verstappen di aumentare leggermente il ritmo è un merito che dà soddisfazione. Poi Red Bull aveva altri decimi in tasca, ma non importa: significa essere andati comunque oltre le aspettative altrui. Difficile dire se scattando più avanti le MCL60 avrebbero potuto impensierire Verstappen, ma intanto hanno dimostrato di essere, oggi, una vera alternativa: nella qualifica shootout del sabato si sono presi prima fila e vittoria, domenica Norris al momento della prima sosta aveva una decina di secondi di ritardo da Verstappen mentre sul traguardo ha pagato appena 5”969. Ripetiamo: l'impressione è di un Max in gestione, ma sono comunque numeri interessanti, così come interessante è sottolineare l'apparente facilità con cui Piastri (sesto al via) e Norris (decimo in griglia) hanno risalito la classifica.

Adesso Austin e Città del Messico, due piste molto diverse dal Qatar. Ma questa McLaren che dopo un inizio zoppicante ha imparato a camminare e poi a correre, non vuole fermarsi qui. Del resto, quando sei “on fire”, rallentare significa raffreddarsi, e non è il desiderio di chi sta vivendo una fase calda della sua stagione.

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