Ben Sulayem: quanti attacchi ho ricevuto! "Loro" guardano ai soldi

Ben Sulayem: quanti attacchi ho ricevuto! "Loro" guardano ai soldi© Getty Images

Il presidente Fia rispolvera le dure prese di posizione dello scorso inverno che hanno posto Fia e F1 in contrasto netto. L'apertura a un nuovo team all'origine degli attacchi secondo MBS

Fabiano Polimeni

25.10.2023 ( Aggiornata il 25.10.2023 13:50 )

Allo scontro frontale, la Fia della presidenza Ben Sulayem e la Formula 1 di Liberty Media, sono arrivati a inizio anno. Prima con le valutazioni (non richieste) del presidente su un rumour di stampa: l'interessamento di investitori sauditi a rilevare la Formula 1.

Espresse una posizione nettamente contraria a valutazioni gonfiate del business, una "consulenza non richiesta" da Liberty Media e alla quale la proprietà statunitense del Circus reagì con una dura lettera dell'ufficio legale, indirizzata alla Fia e squadre iscritte al mondiale.

Poi, la mossa di aprire il bando di selezione di due nuove squadre, pur sapendo benissimo quale fosse la posizione della FOM in merito. Un no senza se e senza ma.

Gli attacchi controproducenti

"Ho attraversto l'inferno. Mi sono chiesto cosa avessi fatto per meritarmi tutti questi attacchi tra febbraio e marzo. Mi hanno attaccato il giorno in cui ho aperto la manifestazione d'interesse. Anche quando è morto mio figlio mi hanno attaccato, solo per spezzarmi, solo per aver aperto a tutti la possibilità di entrare. Non era necessario, è stato controproducente e non un bene per il business", dice Ben Sulayem, nelle parole riportate da Speedcafe.

Dietro il "loro" sono raggruppati interessi e posizioni che fanno riferimento alle squadre di Formula 1 e alla stessa Fom di Liberty Media. Un braccio di ferro che ha portato, nel mese di febbraio, all'affidamento a Nick Tombazis dei rapporti tra Fia e Formula 1, negli aspetti della gestione "quotidiana", lasciando alla presidenza Ben Sulayem un ruolo più strettamente legato alla definizione della prospettiva del campionato più importante sotto l'egida Fia.

La tutela dello sport 

Ancora Ben Sulayem, a Austin ha commentato: "Possono dire ciò che vogliono. Alla fine io sono stato eletto per prendermi cura dello sport e non c'è nulla che entri nelle mie tasche. Noi non abbiamo azionisti, non abbiamo un consiglio d'amministrazione col quale dividere i soldi. La mia missione è diversa dalla loro, è molto chiaro".

L'ammissione di un nuovo team, sebbene il Patto della Concordia preveda la possibilità di avere 12 squadre in Formula 1, non è esclusivamente di pertinenza della Fia, viste le concessioni fatte alla F1 nel fissare altri requisiti, di carattere commerciale, che i candidati al bando di gara indetto dalla Federazione devono soddisfare.

"Abbiamo un contratto per avere fino a 12 squadre. Io sono qui per il motorsport e per lo spirito dello sport. Loro guardano ai soldi come un pezzo della torta e la spartiranno. 

Non voglio parlare il linguaggio della finanza, il 'facciamo più soldi, facciamo più soldi'. Voglio parlare della sostenibilità dello sport e del business".


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