Carlo Vanzini: "Vi racconto la mia F1 tra opinioni, speranze e dietro le quinte"

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con la voce dei GP su Sky, che ci ha raccontato un 2023 dominato da Verstappen: un paddock che si allarga, una griglia che spopola di nomi, le confidenze dei giovani ingegneri italiani su Newey...

01.12.2023 ( Aggiornata il 01.12.2023 16:42 )

Lei si occupa di F1 dal 1998, dunque a livello di dominio hai già assistito a quello Ferrari, al primo ciclo Red Bull ed a quello lunghissimo della Mercedes. A sentire l'opinione comune degli appassionati, quello attuale sembra il più insopportabile: secondo lei è legato ai personaggi, alla tipo schiacciante di superiorità oppure gli appassionati sono stanchi di un dominio netto proprio perché vengono, 2021 a parte, già da un lungo dominio?

"Credo sia un insieme di cose. Il 2021 è stato talmente epico che non avvicinarsi neanche alla metà di quella lotta è disarmante. Due piloti a pari punti all'ultima gara, con tutto il cinema che c'è stato dietro, è stata una cosa irripetibile. Purtroppo siamo lontanissimi da avere una situazione del genere. Inoltre, il pacchetto 'Max-Bull', come lo chiamo io, sembra talmente forte che ti fa pensare che gli altri non saranno nemmeno in grado di avvicinarsi. Poi c'è sempre la speranza che qualcuno possa lavorare talmente bene da dare loro fastidio. Inoltre devo dire che c'è l'aspetto del personaggio: Max è tanto forte alla guida, credo tra i piloti più forti che abbia mai visto correre, quanto poco personaggio da appeal. Non ha la storia di Hamilton, per dire. Ha debuttato sulla Red Bull ed ha vinto la prima gara in Spagna, poi sappiamo che è stato messo in kart giovanissimo e che è stato 'costruito' per vincere il mondiale, e mi spiace quando dice che gli va bene vincere così. Preferirei facesse come Hamilton quando diceva che voleva qualcuno con cui lottare e fare ruota a ruota. Max è meno maturo dei suoi tre titoli mondiali, è meno maturo di quanto non lo sia sportivamente. Penso anche alle dichiarazioni di Las Vegas, quando diceva che il 99% era how e l'1% sport. Sei comunque il campione del mondo e sei in un ambiente che sta provando a portare questo sport a livelli mai raggiunti. Poi alla fine domenica se ne è uscito con 'Non vedo l'ora di tornare l'anno prossimo a correre qui'. Ho sentito mille elogi, anche all'interno della nostra squadra, dicendo che finalmente c'è uno che dice quello che pensa, ma si dovrebbe anche pensare prima di dire le cose, altrimenti sono cose che vanno a ledere il suo stesso momento.

Oggi siamo in una dimensione particolare, viviamo nell'era social, noi troviamo delle realtà in pista poi magari apri i social e scopri che vivono tutta un'altra realtà. In Qatar, per dire, ho letto che non si doveva correre, ma nessun pilota si è lamentato. Las Vegas è stata molto criticata già prima di correre, a cominciare dallo show iniziale: perché criticare, dov'è il problema? Nessuno alle ATP Finals di Torino si è lamentato per il gioco di luci con cui sono entrati in scena i tennisti. Anche Djokovic potrebbe criticare quel modo di entrare, ma nel momento in cui lo show entra di contorno nel tuo sport capisci che è uno sport di altissimo livello. Io capisco Verstappen che vorrebbe solo andare in pista e correre, è legittimo, però da tre volte campione del mondo potresti anche entrare in una dimensione diversa, non più solo quella del ragazzino sul kart. Di Max io non riesco nemmeno a capire se sia felice: è stato programmato per vincere il mondiale, non so se una volta vinto abbia ancora obiettivi, non so dire come si senta. Sicuramente mi trasmette poco rispetto ad un Alonso, un Hamilton o un Leclerc, o anche rispetto ad un Rosberg a suo tempo o a Vettel, che aveva molte cose da dire. Max è uno che ogni volta che gli chiedi cosa fa a casa, ti dice che si allena al simulatore: non è una critica, ma è uno che sembra avere poco da dire. Gli manca credo un po' la storia ad accompagnarlo. E' in una dimensione in cui, oltre a dire che è forte, fai fatica ad avere spunti. Se parli con gli altri piloti tutti si ricordano la prima volta con un volante in mano, che sia stato un kart trainato da Bianchi oppure l'amore a prima vista con le gare delle macchinine radiocomandate. Max è stato preso e messo su un kart, poi che abbia un talento mostruoso e che sia un fuoriclasse nessuno ha dubbi, però manca un po' l'aspetto empatico del personaggio. Non deve esserci per forza, ma credo anche gli manchi tutto ciò semplicemente perché in questo momento gli manca un vero avversario. L'anno scorso da questo punto di vista era grasso che colava la sfida con Leclerc, perché si sfidano sin da quando erano ragazzini".

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