L'altro volto di Lewis Hamilton, il ribelle senza sconfitta

Unico fra i tanti, impegnato anche fuori dalla pista, Lewis Hamilton si prepara alla nuova avventura con la Ferrari: "Lavoro a un capolavoro, decido io quando sarà finito"

Stefano Tamburini

02.02.2024 ( Aggiornata il 02.02.2024 17:08 )

È l’inizio della stagione 2022 della Formula Uno, per Lewis Hamilton la prima senza corona dopo tanto tempo. È in Bahrain ed è la tappa iniziale di un’annata dai repentini cambi di scenario. È il Gran Premio della doppietta Ferrari che sta prendendo il suo posto (e quello della Mercedes) nel ruolo di avversario principe della Red Bull di Max Verstappen, quello che gli aveva tolto lo scettro poco più di tre mesi prima e che alla fine di quella stagione farà il bis. È una scena importante da rivivere, proprio adesso che Lewis sta per vestire di rosso. Manca un anno, è vero, ma è come se fosse già a Maranello.

Quel giorno Lewis Hamilton è comunque sul podio ma ci è finito un po’ per caso e ancor più per fortuna. Lui ha quella faccia un po’ così, di chi ha visto il peggio e non sa quando sarebbe tornato sopra quei gradini di gloria, con pieno titolo e non grazie agli errori altrui. Proprio lui, che fa parlare di sé anche se arriva lontano dai primi; lui che scuote il paddock con battaglie in favore dei diritti umani e civili, che non ha paura di attaccare frontalmente i potenti, di spruzzare champagne addosso a uno come Vladimir Putin o a dire tutto quel che c’è da dire. Il più delle volte con fermezza, garbo ed eleganza, a Bernie Ecclestone e a tutti quelli che si sono messi di traverso sulla sua strada.

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Abile al volante, abile anche senza, questo principe della Formula Uno riesce a essere al centro della scena comunque vada in pista. Sì, mentre lui stenta il primato del Mondiale se lo contendono due ragazzini terribili come lo era lui la prima volta che si trovò al fianco come compagno di scuderia un già campione del mondo come Fernando Alonso e furono scintille feroci. Si rivede, certo, in Max Verstappen e Charles Leclerc ma commette un clamoroso errore chiunque pensi che possa rassegnarsi all’idea che la gloria sia affare di altri. Lui quel giorno e per il momento deve guardare dal basso, anche con i suoi sette Titoli e l’obiettivo mai riposto dell’ottavo. Lui, che non lo si è più visto tanto spesso volteggiare di gioia lassù dove osano i tappi dello spumante che porta il nome Ferrari ma non è della Ferrari.

Si guarda indietro e si scopre che una lontananza così non c’era mai stata, se non nel remoto 2013. Era la stagione di debutto con la Mercedes di Lewis che non era ancora l’Hamilton stellato. Era il primo giro di lancio sul sedile ereditato dal più grande di sempre al quale adesso contende quel titolo fra i Titoli, Michael Schumacher. Furono otto le assenze dal podio, tutte in chiusura di stagione, nove se si aggiunge la prima tappa del Mondiale successivo, quello del 2014 e del primo titolo con le Frecce d’Argento, il secondo della carriera. Finì quarto in quel Mondiale, il terzo peggior piazzamento insieme con quelli del 2012 e del 2010 con la McLaren e dopo i due quinti del 2011 e del 2009, nella stagione che seguì il primo titolo. Quello vinto all’ultimo giro ai danni del ferrarista Felipe Massa in una sorta di “5 maggio” calcistico.

Poi Lewis sul podio è tornato ancora, otto volte nel 2022, sette (poi diventate sei per la squalifica di Austin) nel 2023 ma sempre ai lati meno nobili. E certo non è cosa da poco. La vittoria manca dal 5 dicembre 2021 a Jeddah. Quando si correrà il primo GP del 2024, il 2 marzo, saranno passati 817 giorni da quel trionfo.

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E dunque questa lontananza dal vento dei successi serve anche per spostare l’attenzione sull’altro Hamilton, quello che ha vinto e vince tanto fuori dalla pista. Uno che non si è mai accontentato dell’equazione trionfo uguale bella vita. Sì, le cronache più tecniche affondano la lama del coltello dell’ipotetico tramonto della carriera nell’inseguimento al compagno di scuderia George Russell, un altro della nidiata dei rampanti e che a fine stagione sarà capace di portare a casa l’unica vittoria per la scuderia. E le cronache amplificano le difficoltà di una Mercedes che arranca lontana dal duello di vertice Ferrari-Red Bull. Lui tira dritto: "Lavoro a un capolavoro, decido io quando sarà finito". Ed è un po’ troppo sbrigativo anche solo pensare che quell’ultimo giro della stagione 2021, dove lui era un po’ come l’Inter del “5 maggio” calcistico, abbia rappresentato una sorta di canto del cigno.

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