GP Cina: i 5 temi del fine settimana

GP Cina: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Verstappen e la Red Bull fanno una corsa a parte, mentre dietro di loro a sorpresa si inserisce la McLaren al posto di una Ferrari in crisi sulla hard; che emozione invece per Zhou!

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22.04.2024 ( Aggiornata il 22.04.2024 11:36 )

L’autoreferenziale

A certe conclusioni ci arrivi per via naturale, quando non puoi più fare a meno di ammetterlo anche di fronte allo specchio. Poi puoi sempre dire ciò che vuoi davanti ai microfoni, ma in cuor tuo sai la verità. E Max Verstappen la verità la sa: non sta correndo un campionato contro gli altri, ma contro se stesso. E siccome lui è uno che non difetta di sincerità, soprattutto da quando ha cominciato a dire ciò che pensa pur pensando sempre a ciò che dice, eccolo ammettere che “sì, sono l’avversario di me stesso”.

Poi meglio non fermarsi qui ed estendere il discorso a tutto il concetto espresso dall’olandese, ormai sempre più re: “Io sono sempre in competizione con me stesso, sono cresciuto così ed è quello che mi ha sempre detto mio padre, di guardare solo a me stesso e di vedere come poter fare sempre meglio”. Parole che rispecchiano la realtà: nella sprint era partito quarto, era passato in testa dopo 9 giri e aveva concluso con 13” di vantaggio messi insieme in 10 giri a pista libera, eppure dopo la sprint e prima della qualifica ha chiesto ed ottenuto alcuni interventi sulla macchina, perché non era pienamente contento della vettura. Indicazioni mirate, e infatti in gara è andata pure meglio: La macchina era sui binari”.

Ogni tanto è anche giusto farla raccontare a lui la gara, visto che in tv lo inquadrano solo alla partenza, ai pit-stop e sotto alla bandiera a scacchi. Ma se questo è il prezzo da pagare per un dominio che lo ha visto vincere tutte e quattro le gare in cui è riuscito a vedere il traguardo, va bene così: anche perché nonostante quel ritiro di Melbourne, dopo cinque round Max viaggia già con 25 punti di vantaggio su Perez e 34 su Leclerc. Le classifiche di metà aprile valgono per quello che valgono, ma intanto dicono qualcosa.

In Cina non aveva mai vinto, per questo ci teneva in maniera particolare. E ci teneva pure la squadra, che tornava sulla pista che, proprio 15 anni fa (sabato 18 aprile e domenica 19 aprile 2009), le aveva regalato la prima pole e la prima vittoria, oltre che la prima doppietta. Oggi come allora, Newey non c’era: nel 2009 era a fare le ore piccole in fabbrica per capire qualcosa in più sul doppio diffusore della Brawn GP, quest’anno era a qualche evento con le macchine stradali. Evidentemente, di lui in Cina non c’era bisogno: la premiata ditta Horner-Verstappen, dopo l’onda alta delle polemiche, pare aver rimesso tutto a posto.

Dalla RB5 alla RB20, da Shanghai 2009 a Shanghai 2024. Fanno 15 anni in cui i successi sono stati 117, le pole 100, i titoli 13 (per ora) e le soddisfazioni incalcolabili. Ne arriveranno certamente altre, con questa Red Bull che nell’inverno pare aver limato ulteriormente i suoi punti di forza, andando a correggere i pochissimi punti deboli: la superiorità complessiva rispetto al 2023 è calata, ma la RB20 pare aver esteso ulteriormente la sua capacità di adattarsi alle piste ed alle varie condizioni. Come abbiamo già detto, per il progetto 2024 a Milton Keynes hanno messo da parte la ricerca di carico o efficienza assoluti (pur migliorando, ovvio), ma si sono concentrati sul rendere la RB20 ancora più versatile della RB19: di quest’ultima si è provato a migliorare il suo comportamento nei tratti più lenti e di ridurre ulteriormente la sua sensibilità al variare delle condizioni, già piuttosto buona. E poi, in Cina forse si sono visti ancora di più i frutti del primo pacchetto stagionale di novità introdotto a Suzuka: Perez aveva fatto sapere che quelle novità non avrebbero dato il massimo dei guadagni su piste come quella giapponese ma su altre, e forse adesso si capisce meglio il perché abbia detto così. Infine, tutto ciò va canalizzato in un’altra grandissima qualità degli ultimi progetti Red Bull, quella di essere vetture piuttosto intuitive nella messa a punto. Singapore 2023 a parte, è stato praticamente sempre così nelle ultime due stagioni: la sicurezza con cui il team ha lavorato sin dalle libere 1 (un programma che in passato aveva dato problemi al team, anche se non sempre) e con cui è intervenuto tra sprint e qualifica è il sintomo della padronanza tecnica di questa squadra.

Poi, per dirla tutta, a Milton Keynes si può gioire pure della meravigliosa notizia che arriva sul fronte dei pit-stop: la doppia sosta in contemporanea al giro 13 è stata un atto di forza di un team che si è confermato al vertice nel cambio gomme. Le soste in Cina sono state effettuate in 2”18, 2”05, 1”90 (record stagionale) e 2”00. Nella top 10 dei pit-stop stagionali, 9 su 10 sono tutti marchiati Red Bull e occupano i primi nove posti di questa classifica, con le tre soste più veloci in Cina che sono state pure le tre soste più veloci di tutto il campionato. Ad essere autoreferenziale, dunque, non è solo il pilota, ma pure la squadra che ha in Max Verstappen l’uomo di punta: quando non vedi avversari intorno, per avere altri stimoli non puoi che decidere di lottare contro te stesso.

La classifica Piloti

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