GP Italia: Ferrari, le 5 domande verso Monza

GP Italia: Ferrari, le 5 domande verso Monza© Getty Images

Spulciamo condizione, obiettivi e speranze per la Ferrari alla vigilia della tappa di Monza, la gara di casa dove il Cavallino Rampante vuole sempre fare bene

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31.08.2023 ( Aggiornata il 31.08.2023 12:10 )

Perché non sarà come Zandvoort?

In primis per il tipo di pista e, di conseguenza, per come dovrà essere settata la macchina. Monza e Zandvoort sono agli antipodi per quanto riguarda le caratteristiche del tracciato: la prima fa parte dei circuiti a bassissimo carico aerodinamico, la seconda rientra invece tra quelle che di carico ne richiedono tantissimo. E la Ferrari SF-23 predilige le prime, lei che è diretta discendente di una macchina, la F1-75, che peccava un po' in efficienza e rispetto alla quale è finita per preferire piste tendenzialmente opposte. La SF-23 è un progetto sbagliato con lacune che possono essere corrette con interventi profondi, interventi che si potranno attuare solamente sul nuovo modello. In Olanda, per l'ennesima volta, si è visto come la vettura 2023 del Cavallino sia "debole" all'anteriore, una debolezza che si accentua a mano a mano che si carica il posteriore (ecco perché, a Zandvoort, la Ferrari si è trovata impossibilitata ad utilizzare la configurazione più carica tra quelle disponibili dell'ala posteriore). Oltre a questo, l'aerodinamica è instabile e nemmeno le cinque versioni di fondo differenti portate in questo 2023 sono riuscite a risolvere i problemi principali. I guai sono alla radice, figli di una aerodinamica instabile e di un'impostazione di progetto sbagliata: la SF-23 è nata per lavorare con assetti mediamente meno carichi, con obiettivi in sede di progettazione che hanno sottovalutato il livello di carico che sarebbe stato raggiunto dalla concorrenza. 

A Monza, dove il livello di carico si abbasserà notevolmente, la Rossa dovrebbe lavorare in una finestra di funzionamento più adatta alla SF-23, che beneficerà dell'alettone posteriore a bassissimo carico per ritrovare, si spera, un buon bilanciamento tra asse anteriore e posteriore. Le sospensioni più morbide, con cui la Ferrari lavora meglio (in simbiosi con il basso carico: più alto è il carico, più rigide devono essere le sospensioni per garantire stabilità aerodinamica), possono offrire un altro aiuto nei cordoli di Monza, che devono essere "aggrediti" per fare il tempo. Tendenzialmente, oltre che con il basso carico, la SF-23 predilige piste dove gli sforzi sono prevalentemente longitudinali (quindi stabilità in frenata ed in trazione) piuttosto che quelli laterali, come si è visto ad esempio tra Silverstone e Zandvoort. In trazione, la macchina è buona: soprattutto con il caldo si dovrà buttare un occhio alla gestione delle gomme, specie le posteriori, ma con un bilanciamento migliore anche quello potrebbe diventare un problema più gestibile rispetto ad altre occasioni. Con bassi carichi e sospensioni troppo morbide l'unico spauracchio potrebbe essere quello del porpoising: è un difetto ormai quasi completamente risolto, ma che in queste condizioni e con queste velocità di punta potrebbe tornare. A proposito di velocità di punta, nella gara di casa la Ferrari solitamente sceglie di girare a regimi più alti con la power unit, per avere un pizzico di potenza in più. Anche questo potrà aiutare.


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