Ferrari, trazione cruciale tra le sfide tecniche del GP del Messico

Ferrari, trazione cruciale tra le sfide tecniche del GP del Messico© Ferrari

Dal carico aerodinamico al raffreddamento della power unit, correre in quota condiziona direttamente la prestazione delle monoposto; l'efficienza in trazione sarà fondamentale

27.10.2022 ( Aggiornata il 27.10.2022 08:53 )

Il banco di prova del Gran Premio del Messico (qui gli orari del week end), in tutta la sua unicità, diventa l'occasione per misurare le prestazioni della Ferrari F1-75 su una pista impegnativa anche sull'affidabilità delle power unit. 

Il fattore altitudine è centrale sul piano aerodinamico come lo è sul raffreddamento, in ragione della minore densità dell'aria. Ferrari che si affaccia sul week end messicano con la power unit aggiornata a Austin, portata in pista da Leclerc e migliorata nelle specifiche legate all'affidabilità.

Città del Messico è impegnativa per il lungo rettilineo di 1.300 metri, per un giro affrontato con il motore in pieno sul 68% del suo sviluppo ma lo è anche per il maggior impegno del turbocompressore, chiamato a operare a regimi di rotazione maggiori per garantire uguali valori di potenza massima rispetto a quote di altitudine inferiori.

Alta quota bassa downforce sviluppata

"L’aspetto veramente unico del circuito di Città del Messico è l’altitudine: si trova a 2.238 metri sul livello del mare e questo significa che la densità dell’aria è ridotta del 20%. Si tratta di un giro breve, uno dei più corti dell’intero calendario, ma nonostante questo propone un rettilineo lungo quasi 1,3 km, in fondo al quale avvengono quasi tutti i sorpassi.

L’attuale layout, in uso dal 2015, non propone curve particolarmente difficili da affrontare ad alta velocità, specie da quando l’ultima, la gloriosa Peraltada, è stata sostituita con la tortuosa sezione dell’Arena. Le curve da bassa velocità, dunque, la fanno da padrone e per questo è la trazione la qualità fondamentale che devono avere le vetture competitive", spiega Thomas Bouché, responsabile del gruppo Aerodinamic Track Performance in Ferrari.

Assetti da massimo carico aerodinamico, eppure velocità massime superiori a quelle ottenute a Monza. L'unicità del GP del Messico è anche in questo dettaglio tecnico, come nella sfida di far funzionare al meglio le gomme anteriori. Un tema, questo, che depone a favore di Red Bull e sul quale la F1-75 dovrà dare risposte nel corso del week end.

"La riduzione della densità dell’aria, dovuta alla rilevante altitudine cui si trova il tracciato, costituisce per le squadre una delle più grosse sfide tecniche della stagione: le forze aerodinamiche sono considerevolmente ridotte e per questo ci ritroviamo con valori di carico paragonabili a quelli di Monza nonostante si utilizzi la configurazione di Monaco.

Le insidie sul raffreddamento

I motori turbo sono meno condizionati rispetto ai vecchi propulsori aspirati e questo fa sì che accelerazione e velocità di punta siano tra le più elevate della stagione. Questo quadro porta con sé alcune insidie non indifferenti per il raffreddamento di motore e freni: le vetture di Formula 1 attuali non sono state disegnate e ottimizzate per girare in condizioni così particolari, per questo tutti i parametri verranno continuamente curati e analizzati nell’arco di tutto il weekend - prosegue Bouché -. 

L’aria rarefatta potrebbe anche incidere nei duelli ruota a ruota perché chi insegue potrebbe ritrovarsi presto in difficoltà per il fatto di guidare nell’aria sporcata dalla vettura che lo precede".


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