Pirelli, la "nuova" Singapore e le sfide (solite) sulle gomme

Pirelli, la "nuova" Singapore e le sfide (solite) sulle gomme© Pirelli

Il circuito è stato reso un po' meno tortuoso e la modifica potrebbe aiutare un po' la gestione termica delle gomme posteriori. Ecco i temi tecnici del week end per Pirelli

Fabiano Polimeni

12.09.2023 ( Aggiornata il 12.09.2023 12:14 )

È una Singapore un po' diversa quella che ritrova la Formula 1 e che tale resterà per le prossime 4 edizioni del GP a Marina Bay. Tracciatura modificata nel terzo settore, reso più veloce grazie all'eliminazione di quattro pieghe a 90 gradi - tema ricorrente del circuito cittadino - per far posto a un allungo da 400 metri, che si conclude con la frenata della (difficile) variante prima del traguardo. 

Darà più chance di sorpasso la modifica? Difficile dirlo, il tratto è breve e posizionarsi bene in pista per chiudere gli spazi non dovrebbe essere un problema.

Gran caldo, umidità e rischio pioggia

Pirelli si presenta con la gamma di mescole più morbide, ovvero, le C3, C4 e C5, verso un week end che sarà, come di consueto, difficilissimo dal punto di vista fisico. Temperature nell'ordine dei 28-30° C a sera, tasso di umidità a sfiorare l'80% e un marginale rischio pioggia sulla tre giorni del GP (qui trovi gli orari delle sessioni). Così, la Singapore in arrivo.

In condizioni ordinarie di corsa, la strategia obbliga a un unico pit-stop, visto il molto tempo perso in pitlane: 28" ne fanno il passaggio più lento di tutta la stagione.

Il circuito non particolarmente impegnativo per i carichi riversati sulle gomme. La sfida è legata alla trazione che conta molto e richiede ai piloti una gestione ottimale delle gomme posteriori, per evitare il surriscaldamento. Aderenza e abrasività dell'asfalto sono nella media, più alta invece l'evoluzione attesa del grip, come ogni circuito cittadino.

Pista più veloce e filante, cambieranno le strategie?

"Dal punto di vista tecnico, quella di Marina Bay è una tipica pista cittadina, molto tortuosa (sono 19 le curve, molte a 90° C) e con pochissime vie di fuga: anche un piccolo errore può essere pagato a caro prezzo. 

Dal punto di vista aerodinamico, le caratteristiche della pista impongono la scelta di una configurazione ad alto carico. Quest’anno fa il suo debutto un’importante novità nel tracciato, determinata da una serie di interventi edilizi nella zona di Marina Bay: la sezione originariamente compresa fra le curve 16 e 19 è diventata infatti un rettilineo lungo quasi 400 metri", spiega Mario Isola.

"La modifica renderà sicuramente il circuito più veloce, sia perché la lunghezza totale scende sotto i cinque chilometri sia perché sarà decisamente più filante. Da valutare se la modifica avrà un impatto sulle strategie, anche perché – almeno sulla carta – potrebbe anche essere stata creata un’opportunità per i sorpassi, fino ad oggi molto difficili a meno di non avere un grande margine di vantaggio in termini di prestazione". 

Il surriscaldamento resta un tema centrale

Se la strategia in gara impone il singolo pit-stop, allora è il ritmo gara che, spessissimo, a Singapore ha rivelato un adeguamento al ribasso. Correre un primo stint molto lento per tenere in vita le gomme è stata spesso la prassi delle ultime edizioni corse sull'asciutto. 

"Lo stress sui pneumatici non è particolarmente elevato in termini di carichi mentre particolare attenzione dovrà essere data alla gestione dell’asse posteriore, messo a dura prova in fase di trazione in uscita dalle curve lente", ancora Isola. "Le temperature sono solitamente piuttosto elevate e costanti, trovandosi Singapore a pochi chilometri (circa 150) dall’Equatore, il che aumenta il rischio di surriscaldamento, tanto delle gomme quanto di tutte le parti meccaniche della monoposto, senza dimenticare peraltro l’elemento determinante in una corsa automobilistica, vale a dire il pilota!"


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