Formula 1 Spagna: i tanti perché di un GP dai due volti

Formula 1 Spagna: i tanti perché di un GP dai due volti

Il successo Mercedes, la débacle Ferrari, la questione gomme: la gara del Montmelò ha aperto molti quesiti, cui proviamo a rispondere

Alberto Sabbatini

14 maggio 2018

Ci sono stati due Gran Premi di Spagna F1. Quello vissuto al Montmelò dai presenti vedendo la corsa dal vero e ascoltando i commenti dei protagonisti di persona. E quello raccontato in tv e recepito dagli appassionati tramite il teleschermo. Due gare differenti, dove gli ascoltatori italiani, nel farsi un’idea dell’andamento della corsa e delle cause che hanno portato al successo Mercedes e alla debacle Ferrari, sono stati condizionati da vicende non sempre spiegate fino in fondo. Allora, per chiarirci le idee, proviamo a spiegare i perché e i percome della gara analizzando quei retroscena che non sempre sono emersi.

COSA HA PROVOCATO LA SUPREMAZIA MERCEDES?
Non è certo merito delle gomme “assottigliate” della Pirelli. O meglio, non soltanto. Barcellona è una pista, come viene definita in gergo, “high demanding” dal punto di vista aerodinamico. Ovvero è un tracciato che richiede un elevatissimo carico aerodinamico per andar forte. Chi soffre di problemi di deportanza a Barcellona va piano, non c’è storia. In più il Montmelò è praticamente il circuito di casa della Mercedes che l’ha eletto a banco di prova per i suoi collaudi. Nei test invernali la Mercedes qui ha consumato l’asfalto a furia di girare inanellando migliaia di chilometri mentre molte altre squadre provavano a singhiozzo. A Barcellona gli ingegneri tedeschi hanno raccolto negli anni, durante i collaudi, milioni di dati sul funzionamento della monoposto. Siccome la W09, che è una vettura critica per esplicita ammissione dei piloti, a Barcellona risulta avvantaggiata. Perché quei dati per perfezionare la messa a punto gli ingegneri non devono raccoglierli tutti nelle libere del venerdì ma li posseggono già in gran parte come bagaglio dei test. Fra Barcellona e le Mercedes F.1 delle varie generazioni, insomma, c’è sempre stato un feeling speciale. Ecco perché la macchina è sempre stata velocissima qui.

LA MERCEDES AVEVA SOFFERTO QUEST’ANNO DI PROBLEMI DI GOMME?
Si, e a Barcellona li ha risolti. Il difetto cronico della Mercedes 2018 era quello di non riuscire a tenere le gomme nella giusta finestra di temperatura di esercizio. Ogni gomma Pirelli funziona alla perfezione se la temperatura interna resta entro certi valori predefiniti, che sono diversi da mescola a mescola: per esempio le supersoft rosse lavorano bene fra 90 e 110 gradi; le soft gialle fra 105 e 135 gradi; le bianche medie, fra 110 e 140 gradi. Sopra e sotto quei valori, la gomma (specie quella anteriore) non garantisce il grip ottimale: tende a scivolare, perde aderenza. Quindi il pilota accusa sottosterzo e non riesce a seguire bene le traiettorie e i tempi sul giro peggiorano. A Barcellona, un po’ perché la Mercedes possedeva - in quanto sua pista “di casa” - informazioni di messa a punto particolareggiate, un po’ perché il team aveva apportato aggiornamenti aerodinamici per far lavorare meglio le gomme, Hamilton e Bottas sono riusciti a far viaggiare forte la Mercedes W09.

IL CLIMA PUO’ AVER CONDIZIONATO IL RENDIMENTO DI FERRARI E MERCEDES?
Certamente sì. A Barcellona per tutto il week end ha fatto insolitamente freddo, nonostante si fosse a metà maggio. Al sabato c’era sole e 19 gradi, alla domenica coperto e 18 gradi mentre la temperatura dell’asfalto non superava i 24 gradi. Si sa che la Mercedes fa lavorare meglio le gomme col freddo mentre la Ferrari, storicamente, è più a suo agio con temperature elevate. Il cocktail di freddo e battistrada assottigliato che abbassa le temperature può aver favorito più Mercedes di Ferrari.

PERCHE’ LA PIRELLI HA ASSOTTIGLIATO LE GOMME?
Per evitare fenomeni di blistering. Il blistering è la formazione di bolle d’aria calda sotto la superficie del battistrada a causa di un surriscaldamento anomalo. Quando capita si staccano pezzi di battistrada e la gomma può anche esplodere. I fenomeni di blistering, secondo Pirelli, si erano manifestati durante i test invernali su un po’ tutte le auto a causa del nuovo asfalto, molto liscio, che provocava surriscaldamenti eccessivi. Così la Pirelli ha deciso di modificare, a campionato iniziato, le gomme per il c ircuito spagnolo assottigliando il battistrada di 0,4 mm. Questo avrebbe abbassato di circa 10/15 gradi la temperatura di esercizio interna perché riducendo lo strato di gomma nel battistrada si abbassano anche le temperature che si generano.

È VERO CHE LA MERCEDES AVEVA SOFFERTO DI PROBLEMI DI BLISTERING DURANTE LA STAGIONE E CON LE NUOVE GOMME È RISULTATA AVVANTAGGIATA?
No, è falso. la Mercedes non ha mai accusato blistering nelle gare 2018, se non nei test invernali come tutti gli altri. Per cui la modifica delle gomme non è stato un favoritismo specifico verso la squadra tedesca.

IL BATTISTRADA PIU’ SOTTILE PUO’ CAMBIARE IL COMPORTAMENTO DELLA MESCOLA?
No. Anche se il battistrada è più sottile la mescola soft tale rimane e mantiene le stesse caratteristiche di grip; però la minor temperatura che si genera può influenzare l’usura dello pneumatico.

PERCHE’ LA PIRELLI NON HA SEMPLICEMENTE IMPOSTO MESCOLE PIU’ DURE A BARCELLONA PER RISOLVERE IL BLISTERING?
Primo perché i team avevano già scelto da tempo i set di mescole supersoft, soft e medie per la corsa e cambiare la tipologia di gomma avrebbe significato sconvolgere le strategie dei team. Secondo perché il cambiamento avrebbe finito per favorire - in questo caso sì - i team le cui macchine lavorano meglio con le gomme dure (Mercedes ad esempio) sfavorendo altri.

PERCHE’ LA PIRELLI NON SI E’ ACCORTA PRIMA DEL PROBLEMA E NON HA REALIZZATO DIRETTAMENTE GOMME 2018 PIU’ SOTTILI INVECE DI CAMBIARE GLI PNEUMATICI A CAMPIONATO INIZIATO?
Perché l’asfalto nuovo sulla pista di Barcellona è stato deposto soltanto a fine gennaio. La Pirelli non aveva elementi per valutarne la rugosità e il grip quando ha dovuto selezionare i tipi di gomma per quella corsa per cui all’inizio si è basata su informazioni imprecise.

QUANDO VIENE FATTA LA SCELTA DELLE GOMME PER UN GP E QUANTE SE NE COSTRUISCONO?
La scelta delle gomme per un determinato GP viene effettuata con otto settimane di anticipo rispetto alla data della gara, per dare modo a Pirelli di costruire le gomme necessarie del tipo richiesto. Gli pneumatici prodotti per ogni corsa sono 1040 gomme slick: ovvero 13 treni da 4 gomme l’uno per 20 auto. Cui si aggiungono 320 gomme da bagnato.

PERCHE’ VETTEL È STATO L’UNICO DEI TOP DRIVER A COMPIERE DUE PIT STOP?
Perché sulla sua Ferrari SF71H le gomme si degradavano più rapidamente. Vettel con le soft gialle usate in partenza ha compiuto 17 giri, Hamilton 25. Vettel con le bianche medie ha poi percorso 24 giri con un set e 25 con l’altro, mentre Hamilton ci ha coperto 41 giri e Bottas ben 47 giri. Le Red Bull hanno invece coperto 33 e 34 giri rispettivamente con soft e medie. Come si vede, Vettel è stato l’unico che non è riuscito a percorrere molti giri con ogni tipo di gomma.

COLPA DELLE GOMME O DELL’ASSETTO?
Nessuno ha una risposta precisa. Vettel però sostiene che anche con il secondo set fresco di medie il rendimento era talmente basso che non riusciva ad attaccare Verstappen, davanti a lui di 2”. Però ha stabilito con quella gomma media un giro veloce piuttosto buono, di 1’19”1 simile a quello di Bottas e Hamilton.

ANCHE RAIKKONEN SI E' LAMENTATO DELLO STESSO PROBLEMA?
No. Raikkonen purtroppo si è ritirato presto per avere una controprova sulle gomme bianche: si è fermato al 25° giro per un calo di potenza del motore. Ma finché è stato in gara non ha cambiato gomme. Fino al ritiro le sue gomme soft hanno funzionato regolarmente tanto che al 23° giro aveva stabilito il proprio giro più veloce. Le soft di Raikkonen hanno coperto 25 giri, tanti quanti Hamilton e ben 8 più di Vettel.

I PILOTI AVEVANO ADOTTATO STRATEGIE DI GARA SU 1 O SU 2 PIT STOP?
La Mercedes partiva per fare due pit stop poi in gara Hamilton e Bottas si sono resi conto che il consumo di gomma era talmente basso che sono passati a una strategia di una sola sosta. Stessa strategia inizialmente scelta da Vettel, ma avendo anticipato al 17° giro il primo pit per difendersi da Bottas, è passato a due soste avendo da coprire ancora 49 giri in gara. Raikkonen era partito su una strategia di una sola sosta e non c’era niente prima del ritiro che facesse pensare a un cambio di strategia.

PERCHE’ VETTEL NELLA SECONDA SOSTA HA RIMONTATO LE BIANCHE INVECE DELLE SOFT?
Perché non aveva più treni nuovi di soft, avendoli impiegati tutti in qualifica e temeva che un treno usato di gialle non gli durasse per i 24 giri restanti.

PERCHE’ VETTEL HA PERSO LA POSIZIONE SU VERSTAPPEN AL SECONDO PIT STOP?
Perché la sostituzione delle gomme ha comportato un ritardo di un paio di secondi di troppo (Vettel è rimasto fermo 5,4 secondi inece dei classici 2,5) causa una lieve incertezza sull’estrazione della posteriore destra e per essere arrivato leggermente “lungo” nella piazzola di frenata.

PERCHE’ IN QUALIFICA VETTEL E RAIKKONEN HANNO CERCATO LA POLE CON LE GIALLE INVECE CHE CON LE SUPERSOFT ROSSE COME LA MERCEDES?
Perché i piloti Ferrari faticavano nel giro di lancio a portare alla giusta temperatura le gomme rosse impiegate a Barcellona. Perciò i piloti non avevano la gomma “calda” abbastanza nelle prime curve, dove hanno perso tempo in frenata e in inserimento di curva. Così sono passati alla mescola soft che dava loro maggior fiducia.

È POSSIBILE CHE LA SCARSA PERFORMANCE DELLA FERRARI DIPENDESSE DA ALTRI PROBLEMI OLTRE ALLE GOMME?
Quasi certamente sì. Il consumo anomalo di gomme poteva dipendere forse anche da un assetto non ideale che non faceva lavorare le gomme nella giusta temperatura. È possibile che in gara, dopo il guasto al motore subito da Raikkonen in prova, in Ferrari abbiano deciso di parzializzare la potenza per non correre rischi.


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