Proseguono le “Roar Before the Rolex 24” a
Daytona; nella seconda giornata (
qui la prima) di queste sessioni di prove in preparazione alla
24 Ore di fine gennaio, che ha previsto anche un turno in notturna, le
Corvette DP hanno proseguito nel loro sviluppo (per la prossima stagione sono stati effettuati diversi cambiamenti,
come avevamo scritto qui) e si cominciano a vedere i primi risultati tangibili.
Così a fine giornata il più veloce è risultato
Jordan Taylor sulla Corvette DP n.10 che condivide con il fratello
Ricky e con
Max Angelelli. Molto veloce anche la Corvette DP n.5 con
Sebastien Bourdais, 2° tempo a 129 millesimi, come pure va sottolineato il 3° tempo ottenuto dalla Ligier/Honda JS P2 n.60 con
Ozz Negri, a 161 millesimi.
L’importanza di questi riscontri viene ribadita da
Taylor:
«Cinque anni fa non ci saremmo impegnati così tanto alla ricerca dei tempi, ma oggi devi cercare di avere la macchina più veloce perché quando si arriva all’ultima ora di gara devi ancora competere con qualcuno per la vittoria».
Anche sulla vettura gemella che viene portata in corsa da
Max Papis, la n.31 del team Action Express, continuano le fasi di sviluppo e messa a punto, come spiega Max stesso:
«Siamo in linea con quanto stavamo già facendo nelle scorse prove di dicembre. La macchina ha un buon comportamento, ma il nuovo corpo vettura ha bisogno di sviluppo. E vedo che ci sarà da stare attenti anche alle P2 che si sono dimostrate subito molto veloci».
Nella
classe GTLM stavolta la più rapida è risultata una
Porsche, la 911 RSR n.912 guidata da
Earl Bamber, mentre in
GTD si è confermato nuovamente
Marc Goossens con la
Viper SRT GT3-R n.33. Invece fra i
Prototype Challenge ha svettato sempre un’Oreca, ma in questo caso quella n.54 di
Colin Braun.
Va detto anche che in questa giornata si sono verificati
diversi incidenti non lievi: il più drammatico, tanto da causare lo stop di una sessione, è stato quello a
Byron DeFoor che si è cappottato alla prima curva con la Riley/BMW n.50, pare a seguito di un problema tecnico. Hanno avuto bisogno di passare per l’infermeria della pista, venendo fortunatamente dimessi subito anche loro, pure
Francois Perrodo e Jerome Mee, dopo gli incidenti rispettivamente con la Ferrari n.51 di AF Corse e con la Oreca n.38. Mentre per essere stata coinvolta in un altro incidente, la
DeltaWing ha dovuto abbandonare la giornata per rientrare in sede: i danni erano troppo estesi per poterli sistemare in pista.
Maurizio Voltini