IndyCar, Dixon non perdona a Phoenix

IndyCar, Dixon non perdona a Phoenix
Dopo i guai tecnici a St. Petersburg Scott Dixok risorge in Arizona, mentre due forature rallentano Montoya e Castroneves
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03.04.2016 ( Aggiornata il 03.04.2016 10:14 )

Scott Dixon sugli scudi in Arizona. Dopo i problemi tecnici incontrati nell’apertura di St. Petersburg, il neozelandese ha potuto approfittare dei guai altrui nel secondo round di Phoenix, centrando il suo trentanovesimo successo in IndyCar. A dargli il via libera sono state due forature identiche occorse, nel corso della prima parte di gara, ad Helio Castroneves e Juan Pablo Montoya. I piloti Penske, dopo aver preso il via dalla prima fila, avevano occupato a staffetta la leadership prima di vedersi entrambi costretti a tornare ai box. Al termine di una lunga rincorsa, sono comunque riusciti a chiudere a pieni giri, pur se lontani dalle prime posizioni. Per quanto riguarda i leader, fondamentali si sono rivelate le soste ai box: grazie ad un ultimo pit-stop velocissimo, Simon Pagenaud ha terminato secondo, pur senza poter impensierire il leader, mentre Will Power, arrivato lungo in piazzola, si è dovuto accontentare del terzo posto. La cronaca delle qualifiche Ironia della sorte, a dargli temporaneamente la piazza d’onore era stato proprio un problema di fissaggio con la posteriore destra occorso a Tony Kanaan. Il brasiliano ha terminato quarto, precedendo la prima delle vetture motorizzate Honda, quella di Graham Rahal. Insieme a Ryan Hunter-Reay, il ventisettenne Columbus è stato l’unico portabandiera della casa nipponica a riuscire ad inserirsi in top-5. Merito di tanta aggressività nonostante il maggior dispendio di carburante. A penalizzare il campione del team Andretti è invece stata la sfortuna strategica, con due pit-stop completati poco prima di altrettante caution. Spavento iniziale ma gara positiva per Luca Filippi che, giratosi per essere finito sullo sporco nel tentativo di far Castroneves, è finito sotto di diversi giri, ma ha comunque mostrato un ottimo passo senza commettere altri errori. Il potenziale per far bene c’è, come la reattività nell’evitare contatti con le protezioni. Cosa non riuscita a Ed Carpenter e Carlos Munoz, finiti KO. L’ordine d’arrivo del Desert Diamond West Valley Phoenix Grand Prix, seconda prova della IndyCar Series 2016: 1. Dixon (Dallara DW12-Chevy) 250 giri; 2. Pagenaud (Dallara DW12-Chevy) a 0"6825; 3. Power (Dallara DW12-Chevy) a 1"7264; 4. Kanaan (Dallara DW12-Chevy) a 1"9589; 5. Rahal (Dallara DW12-Honda) a 2"5272; 6. Newgarden (Dallara DW12-Chevy) a 2"7457; 7. Chilton (Dallara DW12-Chevy) a 2"9914; 8. Bourdais (Dallara DW12-Chevy) a 3"9491; 9. Montoya (Dallara DW12-Chevy) a 4"4548; 10. Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) a 5"2143; 11. Castroneves (Dallara DW12-Chevy) a 8"0324; 12. Kimball (Dallara DW12-Chevy) a 9"3366; 13. Andretti (Dallara DW12-Honda) a 10"0918; 14. Rossi (Dallara DW12-Honda) a 13"0555; 15. Sato (Dallara DW12-Honda) a 1 giro; 16. Daly (Dallara DW12-Honda) a 1 giro; 17. Aleshin (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 18. Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 19. Hawksworth (Dallara DW12-Honda) a 4 giri; 20. Filippi (Dallara DW12-Honda) a 7 giri.
In campionato
1. Pagenaud 83; 2. Dixon 79; 3. Montoya 74; 4. Hunter-Reay 56; 5. Kanaan 54; 6. Castroneves 53; 7. Rahal 44; 8. Aleshin 43; 9. Sato 43; 10. Chilton 39.
Marco Cortesi

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