Daytona 500, Dillon vince 20 anni dopo Earnhardt

Daytona 500, Dillon vince 20 anni dopo Earnhardt

Il nipote di Childress vince la classica 500 miglia al volante della Chevy n. 3, al trmine di una gara segnata da numerosi incidenti

Marco Cortesi

19.02.2018 09:20

Pochi si aspettavano una vittoria di Austin Dillon a Daytona. Il nipote di Richard Childress non si era mai messo particolarmente in mostra durante la 500 miglia, ma ha messo a segno la zampata decisiva portando l'iconica Chevy numero 3 di nuovo in victory lane. Il ventisettenne nipote di Richard Childress che 20 anni fa, nell'unico trionfo di Dale Earnhardt in Florida, si era fatto sgridare per aver tentato di salire sul trofeo, oggi ha festeggiato dopo aver condotto l'unico giro che conta, l'ultimo. Controverso il contatto che gli ha dato il successo, e che ha visto finire a muro nell'ultimo passaggio un altro inatteso protagonista, il nuovo arrivato in casa Stewart-Haas Aric Almirola. Dillon si è trovato alle spalle del trentatreenne di origini cubane con più velocità e l'ha "bussato". Almirola ha tentato il blocco verso la linea interna, ma la differenza di velocità era troppa. Risultato, il testacoda ed il botto nelle barriere. Se è vero che la toccata è stata molto al limite, in particolare quella iniziale, per regolamento chi tenta il sorpasso ha diritto di tenere giù il gas in caso di cambio di linea dell'avversario.

Davanti ad un pubblico da tutto esaurito (man dovuto anche alla riduzione della capacità di oltre 40.000 posti) si è consumato un successo con anche un'impronta italiana, dato che i fratelli Dillon sono stati seguiti per anni da Max Papis nel ruolo di driver coach. Al momento, Papis segue un'altra giovane promessa, William Byron, che ha ereditato da Jeff Gordon il volante della Chevy numero 24.

Dopo una lunga serie di incidenti che hanno tolto di mezzo diversi possibili protagonisti, e con sole 10 vetture a pieni giri, il finale ha visto uno sprint per il secondo posto millimetrico che ha premiato Darrell Wallace su Denny Hamlin. Il pilota del team Petty ha completato l'1-2 per Childress, che al plurititolato "King" fornisce motori e assistenza. Per Hamlin, costretto al recupero da una penalità iniziale per un errore ai box, la giornata si è chiusa con l'amaro in bocca, ma comunque con più fortuna di altri potenziali protagonisti.

Il primo incidente di grande portata è arrivato poco prima del sessantesimo passaggio: un contatto tra Blaney e Ricky Stenhouse ha visto quest'ultimo seminare il panico nel gruppo, finendo KO insieme al 50% dei team Hendrick e Gibbs. Out Byron, Jimmie Johnson (mai al traguardo quest'anno a Daytona), Daniel Suarez ed Erik Jones. Un'altra toccata, tra Brad Keselowski e Chase Elliot, ha spedito il secondo forte a muro coinvolgendo anche Kevin Harvick e Danica Patrick, all'ultima apparizione in Nascar. Infine, nelle battute conclusive Blaney ha mandato in testacoda Kurt Busch, vincitore 2017, mettendo fuori causa anche il poleman Alex Bowman ed il campione in carica Martin Truex Jr. Batosta per il team Hendrick, con quattro vetture coinvolte in incidenti, mentre anche il Joe Gibbs Racing ha avuto solo Hamlin come superstite.

In quarta piazza, proprio alle spalle della Toyota numero 11, ha terminato Joey Logano nonostante una sosta supplementare, mentre Chris Buescher ha preceduto Paul Menard e Blaney: al debutto col team Penske, il giovane figlio d'arte ha impressionato, comandando buona parte dei giri in programma (118 su 207) e pagando solo nel finale l'estrema aggressività della competizione. Grazie alla vittoria nel primo "stage", è lui al comando della classifica.

Come note di colore, da segnalare l'arrivo al traguardo, al 22° posto, di Mark Thompson, sessantaseienne veterano del Vietnam e proprietario di una compagnia aerea diventato pilota in tarda età, oltre all'incredibile finale della categoria cadetta, la Xfinity Series, che ha visto Tyler Reddick prevalere al photo-finish con un vantaggio di meno di un millesimo, non rilevabile dal cronometraggio.

L'ordine d'arrivo della 60esima Daytona 500, tappa d'apertura della Monster Energy Nascar Cup Series (top-10)

1 - Austin Dillon (Chevrolet) – Childress - 207 giri
2 - Darrell Wallace Jr. (Chevrolet) – Petty - 207
3 - Denny Hamlin (Toyota) – Gibbs - 207
4 - Joey Logano (Ford) – Penske - 207
5 - Chris Buescher (Chevrolet) – JTG - 207
6 - Paul Menard (Ford) - Wood Brothers - 207
7 - Ryan Blaney (Ford) – Penske - 207
8 - Ryan Newman (Chevrolet) – Childress - 207
9 - Michael McDowell (Ford) - Front Row - 207
10 - AJ Allmendinger (Chevrolet) – JTG - 207

In campionato
1. Blaney 48; 2. Dillon e Menard 42; 3. Menard 42; 4. Logano 41; 5. Wallace  e McDowell 39.


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