Indycar, il motore ibrido slitta al 2024

Indycar, il motore ibrido slitta al 2024© Indycar

Difficoltà di approvvigionamento di componenti per la parte ERS, sviluppata da Mahle, fanno sì che la serie e i due motoristi abbiano deciso il rinvio di una stagione per il debutto dei nuovi V6

Presente in

03.03.2022 ( Aggiornata il 03.03.2022 17:24 )

Slitta di un anno l'introduzione del motore ibrido in Indycar. L'annuncio arriva dalla serie, decisione maturata di comune accordo con Honda e Chevrolet. Il motivo? Problemi di approvvigionamento di alcune componenti del sistema ibrido.

Il primo test in pista sarà il 30 marzo, da lì continuerà la fase di sviluppo e integrazione dell'ibrido, che prevede una componente termica 2.4 litri V6 twin turbo da 800 cavalli, supportata da un ERS sviluppato dai tedeschi di Mahle da 100 cavalli, per 900 cavalli di potenza massima.

Avanti ancora un anno, il 2023, con i motori attuali, i V6 sovralimentati da 2.2 litri. "Siamo felici del ritmo di sviluppo tecnico del 2.4 litri, V6 twin turbo ibrido che stiamo preparando per la competizione.

Siamo molto incoraggiati dai progressi che la nostra squadra e i nostri partner hanno compiuto, però andava presa una decisione immediata, per assicurarci di poter correre la stagione 2023 con l'attuale pacchetto di motore 2.2 litri", ha commentato Jay Frye, presidente della Indycar. "Grazie ai nostri grandi partner Honda e Chevrolet per lavorare in questa situazione sfidante relativamente all'approvvigionamento di componenti".

In casa Honda, il presidente e direttore tecnico David Salters, spiega: "Abbiamo concluso lo sviluppo e i test al banco del nostro nuovo motore endotermico; una volta superati i problemi di fornitura dei componenti del sistema ibrido inizieremo i test in pista della nuova power unit".


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi