24H Le Mans: la nostra cronaca della gara

24H Le Mans: la nostra cronaca della gara© LAT Images

Tutto quello che succede in pista sul Circuit de la Sarthe nelle 24 ore della gara più famosa del mondo e ultima prova della "superseason" WEC

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Maurizio Voltini

15.06.2019 13:30

IL TRAGUARDO DOPO 24 ORE

Solo il gioco dei pit-stop sembra rimettere in gara Lopez e la Toyota 7, ma in realtà la vittoria resta in mano a Nakajima dopo aver preso la testa della gara con la Toyota 8 proprio a cavallo della 23esima ora. Quando cioè Lopez ha avuto a che fare con una foratura apparentemente inesistente, tanto che gli ingegneri gli diranno poi di ignorare la scritta "puncture" sul cruscotto della sua macchina, che appare anche una volta sostituite le ruote: probabile disfunzione di un sensore o comunque del sistema elettronico di controllo, dunque.

In LMP2 vince la Signatech 36 con Lapierre alla guida (risultato che le assegna anche la vittoria nel WEC) e tra le GTE Pro il successo va alla Ferrari 51 di AF Corse con Pier Guidi al volante. Mentre in GTE Am, dopo la precedente penalizzazione, Bleekemolen (Ford 85) riesce a tenere sotto controllo Bergmeister (Porsche 56) aumentando il gap che gli assicura la vittoria di classe.

VENTITREESIMA ORA

All'inizio della penultima ora, alla chicane Michelin si ferma la BMW 81 di Eng: un problema elettrico l'ammutolisce. Mentre la Dallara 29, riuscita a riprendere la pista dopo le riparazioni per l'incidente a De Vries, continua a subire problemi con una foratura (gomma posteriore sinistra) mentre la guida Van der Garde.

Il leader in GTE Am, la Ford 85 con Keating alla guida, finisce sotto investigazione per aver fatto pattinare le gomme nel ripartire dal pit-stop, rimediando uno stop&go che comunque la lascia al comando della classe, però adesso con vantaggio su Bergmeister (Porsche 56) ridotto a 6-7 secondi.

Ma proprio allo scadere dell'ora a Lopez, che guida la gara sulla Toyota 7, capita una foratura che lo costringe a rientrare lentamente ai box. Così il comando lo prende Nakajima appena dopo lo scadere dell'ora (per questo la classifica non lo considera).

VENTIDUESIMA ORA

La terzultima ora di gara vede definirsi in modo più chiaro, e in tutte le quattro categorie, chi si avvia alla vittoria. Fermo restando che, come ben sappiamo, a Le Mans la sicurezza si ha solo una volta passata la bandiera a scacchi. Kobayashi tiene il comando della gara davanti ad Alonso, che mostra un po' di nervosismo nel "rispondere" a un doppiato che l'ha rallentato leggermente.

In LMP2 sembra tutto nelle mani della Signatech 36 con Negrao, davanti ad Aubry sulla numero 38 di Jackie Chan Racing. In Gte Pro la Ferrari 51 con Calado ha un certo margine sulla Porsche 91 ora in mano a Makowiecki. Infine in GTE Am continua la galoppata della Ford 85 ora guidata da Keating, che precede Lindsey sulla Porsche 56.

VENTUNESIMA ORA

Arrivano 10 secondi di penalità a Bruni (Porsche 91) per irregolarità sotto FCY, mentre è 3° a mezzo minuto dai primi due. Problemi al cambio risolti per la Villorba 47 di Belicchi, scende 15°. Safety car per l'uscita quasi dritto a Indianapolis di De Vries (RT Nederlands 29): botta forte, ma senza conseguenze per il pilota, che riesce a tornare ai box seppure con la ruota anteriore sinistra divelta.

Però la Corvette 63 (Magnussen) al comando in GTE Pro approfitta della SC per il pit-stop, ma poi trova semaforo rosso all'uscita dalla pitlane e perde parecchio rispetto alla Ferrari 51 di Calado, ora in testa. Poi al restart Magnussen, forse tradito dalle gomme fredde e dalla voglia/necessità di recuperare, si gira alle curve Porsche e tocca le barriere, dovendo rientrare ai box per le riparazioni che fanno perdere parecchio tempo: scende 7°. Potrebbe essere la fase che ha deciso la competizione tra le GTE Pro, quando mancavano ancora 3 ore e mezza di gara.

VENTESIMA ORA

Clamoroso in LMP2: la G-Drive #26, in testa in classe per gran parte della gara, ha ceduto il comando alla Signatech #36 a causa di un guasto. Una volta ai box per il pit-stop, la vettura, a causa di un’avaria, non si è riaccesa e i meccanici hanno dovuto impiegare 20 minuti per sostituire la componente danneggiata. L’equipaggio è precipitato al settimo posto.

Nella classe regina c’è sempre la Toyota TS050 #7 al comando, con ora al volante Kobayashi che ha due minuti di vantaggio sulla LMP1 gemella, la #8, condotta da Buemi.

In GTE Pro, prosegue il confronto tra La Corvette #63 e la Ferrari 488 #51, con la C7.R che può gestire un vantaggio di 11 secondi sulla Rossa. Più staccata dalla coppia di testa, la Porsche 911 RSR #91, che ha Bruni al voltante adesso.

Nella Classe GTE Am, Felipe Fraga sulla Ford GT Keating Motorsports resta saldamente al comando.

DICIOTTESIMA ORA

Quando mancano circa sei ore alla bandiera a scacchi, in GTE Pro è lotta serrata tra Corvette e AF Corse, con Alessandro Pier Guidi nella Ferrari #51 a sei secondi di distacco dalla #63 nelle mani di Rockenfeller. Ma attenzione che la Rossa viaggia su una strategia diversa, non appena la Corvette andrà ai box, la 488 salterà al comando.

Problemi per La Rebellion numero 3. L’equipaggio si è beccato uno stop and go di tre minuti e come se non bastasse Menezes, appena rientrato in pista, è stato autore di un testa coda alla curva Porsche. La Rebellion è ora al quarto posto.

La migliore delle LMP1 non ibride è la SMP Racing #11, con Vandoorne al volante in questo stint.

Al comando resta al Toyota TS050 #7, con due minuti di vantaggio sulla #8.

In LMP2, c’è la G-Drive di Rusinov al comando, con 2 minuti di vantaggio sulla Signatech Alpine #38.

SEDICESIMA ORA

Poco dopo metà gara, il leader in GTE Pro Estre (Porsche 92) si deve fermare ai box per lavori che fanno perdere molto tempo: problemi allo scarico, che danneggia anche altri elementi. Più tardi altro pit-stop non previsto per foratura. Così in quel momento passa 1° Pier Guidi sulla Ferrari 51, poi ceduta a Serra. Seguono abbastanza vicine la Corvette 63 e la Porsche 93. Allo scadere della 16ª ora è davanti la Porsche 91 di Makowiecki, ma solo temporaneamente per il gioco delle soste.

Nelle altre classi continua la cavalcata Toyota con le due vetture che si alternano al comando, ma poi Lopez lo tiene con la numero 7; come pure in LMP2 è sempre davanti la G-Drive 26 e in GTE Am la Ford 85. Quasi a fine 13esima ora la Bikolles 4 si ferma a bordo pista; successivamente la Porsche 86 si gira a Indianapolis toccando leggermente le barriere, alla 16esima ora.

DODICESIMA ORA

Siamo a metà dell'undicesima ora quando Orudzhev, in quel momento terzo con la SMP n.17, colpisce duramente all'indietro le barriere nelle curve Porsche. Arriva l'assistenza medica, ma il pilota è più incavolato che ferito. Esce la safety car, che però malauguratamente divide i primi in LMP2, favorendo la G-Drive 26 con Van Uitert alla guida, poi sistituito da Rusinov.

Così a metà gara abbiamo le Toyota abbastanza tranquille al comando (anche se ogni tanto esce del fumo dal cofano) con Buemi che si alterna a Kobayashi nel condurre la gara: i distacchi restano ridotti. Da citare che Alonso se l'è presa un poco quando è stato svegliato e fatto vestire, ma poi al pit-stop è rimasto alla guida Buemi per un altro stint (4 turni consecutivi).

La Dallara Cetilar Villorba n.47 continua la sua gara, al momento con Belicchi alla guida, in 14esima posizione di classe LMP2 e 19esima assoluta. La Ferrari 71 di Molina-Rigon-Bird si deve ritirare per un cedimento a livello propulsore, tra le GTE Pro, dove Vanthoor (Porsche 92) precede Serra (Ferrari 51). In Am continua a condurre la Ford 85, ora con Fraga alla guida. Mentre la Arc Bratislava 49 di Enqvist finisce nella sabbia a Indianapolis, toccando leggermente le protezioni, causando di nuovo una safety car poco prima di metà gara.

DECIMA ORA

Preso il volante della Toyota 7, Conway la riporta davanti alla numero 8 su cui è salito Buemi. Il LMP2 si registra un lungo in testacoda di Tereschenko (Arc Bratislava 49) tra le due esse Ford, mentre al vertice prosegue il confronto G-Drive contro Signatech.

Lotta dura in GTE Pro anche per il 10° posto, con il duello tra Muller (Porsche 94) e Pla (Ford 66) che finisce con il testacoda di quest'ultimo alla chicane Michelin. Davanti tra le Pro si alternano continuamente Calado (Ferrari51) e Christensen (Porsche 92), mentre in Am è abbastanza consolidata la prima posizione di Bleekemolen (Ford 85) davanti a Lindsey (Porsche 56).

C'è anche un'altra safety car per l'incidente alla curva Indianapolis di Sorensen, che perde la sua Aston Martin 95 ad alta velocità e, nonostante l'abbondante spazio di fuga, picchia contro le barriere piuttosto duramente. Interviene l'assistenza medica, ma non sembra che il pilota si sia fatto davvero male.

OTTAVA ORA

Si registra un lungo di Lopez, che dopo un bloccaggio a Mulsanne riesce a riprendere la pista senza troppi problemi, ma lasciando il primo posto a Nakajima. E proprio allo scadere dell'ora, in GTE Pro, Garcia (Corvette 63) riesce a togliere il 2° posto a Pier Guidi (Ferrari 51) con Tinknell (Ford 67) che segue da vicino.

Intanto, abbastanza incomprensibilmente, i commissari hanno dato a Fassler tutta la colpa per il precedente incidente tra la sua Corvette 64 e la Porsche 88 guidata da Hoshino, comminando una multa di 7.000 euro e 6 punti-licenza!

SETTIMA ORA

La sosta di Lopez in occasione della slow zone per Pianezzola – le due Toyota sono "sfalsate" – permette a Nakajima di passare primo di poco, ma poi approfittando anche di un gruppetto di GT doppiate, Lopez riesce a riprendere il comando della gara. Sirotkin (SMP 17) segue 3° a un paio di giri. Peccato per l'incidente di Laurent (Rebellion 3) che picchia alla chicane Michelin dopo un bel sorpasso nelle curve Porsche.

Albuquerque (United 22) e Taylor (Jackie Chan 37) sono costretti a un drive-through per aver sorpassato sotto neutralizzazione mentre erano 5° e 6° in LMP2, dove conduce Negrao su Vergne fino al sorpasso del francese che prende il comando: in ogni caso, sempre la Signatech 36 e la G-Drive 26 a giocarsela. Ancora lotta apertissima in GTE – ma dobbiamo davvero starlo a ribadire? – con Estre, Pier Guidi e Garcia davanti a tutti in Pro e racchiusi in 7 secondi, mentre in Am è momentaneamente al comando la Ford 85 di Bleekemolen.

SESTA ORA

Per l'incidente a Tertre Rouge a Farano (RLR 43) entra la safety car che compatta le vetture soprattutto in GTE Pro. Però questo ostacola la Toyota 8 che era appena rientrata con Alonso per cederla a Nakajima, e si trovano la corsia chiusa in uscita. Nel gruppo compattato è davanti Serra (Ferrari 51) seguito da Vanthoor (Porsche 92), Bamber (Porsche 93), Rockenfeller (Corvette 63), Briscoe (Ford 69), Bourdais (Ford 68) e Makowiecki che poco dopo cede la Porsche 91 a Bruni.

Rusinov (G-Drive 26) passa di forza Negrao (Signatech 36) e prende il comando in LMP2. Poi arriva qualche goccia di pioggia, ma soprattutto una seconda safety car dopo che Hoshino mentre viene doppiato manda contro le barriere la Corvette 64 di Fassler. La situazione si mescola un po' ma solo perché la pioggia aumenta e l'uscita a Mulsanne della Ferrari 60 di Pianezzola causa una slow zone.

QUINTA ORA

Grande prestazione per Vandoorne (SMP 11) che raggiunge Berthon (Rebellion 3) per il terzo posto assoluto: alcuni doppiati però ostacolano l'attacco, così Vandoorne passa ai box e lascia la macchina ad Aleshin.

Appena alle spalle di Rockenfeller (Corvette 63) c'è stata prima lotta per il secondo posto in GTE Pro tra Serra (Ferrari 51) e Bamber (Porsche 93), con Vanthoor (Porsche 92) poco distante – ad un certo punto il distacco che racchiude questi quattro si riduce a soli 3 secondi! – finché Serra riesce a togliere il comando a Rockenfeller, che poi è il secondo a pittare dopo Bamber. Quando sostano anche Serra e Vanthoor, però, il pilota Porsche rientra in pista davanti, primo di classe. Si assiste purtroppo anche al testacoda di Castellacci (Ferrari 54) che si insabbia alle curve Porsche, causando Full Course Yellow.

QUARTA ORA

Oltre a un cambio di musetto sulla Toyota 8 di Alonso (probabile nuova regolazione aerodinamica) l'ultima ora di gara vede soprattutto Van Uitert (G-Drive 26) approfittare di un doppiaggio per superare Thiriet (Signatech 36) e prendere il comando in LMP2. Avviene anche un piccolo incidente per Enqvist (Arc Bratislava 49) alla chicane Michelin con urto sulle barriere, ma riparte. Sempre tanti duelli in GTE Pro, ma resta davanti la Corvette 63 ora con Rockenfeller alla guida. 

TERZA ORA

In questa fase di gara si vedono fioccare parecchie penalità conseguenti soprattutto a violazioni in regime di Full Course Yellow. Tra i penalizzati, anche la Porsche 93 che era seconda in GTE Pro con Pilet al volante, di 10 secondi. Una delle FCY è stata causata dall'esplosione della gomma anteriore destra sulla macchina di De Vries, la Dallara Nederland n.29.

In LMP1 sempre al comando la Toyota 7 ora con Kobayashi, davanti a quella di Alonso. Duello tra Lapierre (Signatech 36) e Van Uitert (G-Drive 26) in LMP2. Gara sempre fluida e condizionata anche dai pit-stop fra le GTE: ancora davanti la Corvette 63 in Pro, con Magnussen, mentre in Am è la Porsche 77 del Dempsey (con Andlauer) a condurre.

SECONDA ORA

Toyota sempre davanti e nessun episodio di rilevo in quest'ultima ora, se non i continui testacoda di Hoshino sulla Porsche 88 (GTE Am), arrivando a causare due Full Course Yellow e la foratura di Cheever (Ferrari 70).

In GTE Pro continua la lotta con Garcia davanti (poi sostituito da Magnussen sulla Corvette 63) seguito da Tandy (rilevato da Pilet sulla Porsche 93) che viene richiamato per i track limits; inoltre Christensen (Porsche 92) è sempre vicino e Bruni si fa sotto prima di lasciare il volante a Lietz (Porsche 91) che finisce dietro a Bomarito (Ford 67).

PRIMA ORA

Conway (Gpv record in 3'17"297) e Buemi (Toyota 7 e 8) sono sempre davanti. Duello tra Menezes (Rebellion 3) e Petrov (SMP 11) per il 3° posto in LMP1, poi si staccano dopo la prima sosta ai box. Mentre Senna (Rebellion 25) perde parecchio per una foratura.

Ma anche nelle altre classi non ci si risparmia: in GTE Pro Thiim (Aston 95) deve difendere il 2° da Estre (Porsche 92) che alla fine riesce nel sorpasso dopo un lungo fianco a fianco. Ma dopo i primi stop Garcia (Corvette 63) passa al comando seguito da Tandy (Porsche 93) e Christensen (salito sulla Porsche 92). Invece tra gli Am conduce Campbell (Porsche 77) davanti a Fisichella (Ferrari 54), mentre in LMP2 Lapierre (Signatech 36) ha preso il comando su Vaxiviere (TDS 28) dopo la prima sosta.

PARTENZA E PRIMI 3 GIRI

Al via Menezes tenta di sorprendere le Toyota dopo aver passato Sarrazin, ma queste resistono con Conway che tiene la prima posizione davanti a Buemi. Dopo un urto che danneggia uno spigolo della sua SMP, Sarrazin perde posizioni anche da Petrov.

Vaxiviere tiene il comando su Lapierre in LMP2, mentre in GTE Pro Thiim si deve difendere da Garcia e Tincknell che si scambiano ripetutamente di posizione, finché Garcia riesce anche a superare Thiim: ma la lotta continua. IN GTE Am, Cairoli tiene la prima posizione su Campbell e Barker.

PRIMA DEL VIA

Parte alle ore 15 la 24 Ore di Le Mans, ultima prova della "superseason" WEC 2018-19 ma comunque gara che riesce sempre a brillare di luce propria anche in questa 87ª edizione. E noi la seguiremo con la nostra cronaca web fino alle 15 di domani, aggiornando ora per ora la situazione. Che prima del via vede, come risultato delle qualifiche, in pole position la Toyota n.7 di Kobayashi-Conway-Lopez dopo l'incidente in Q1. A svettare in LMP2 è stata invece la Oreca n.28 di TDS Racing con Perrodo-Vaxiviere-Duval, mentre tra le GTE abbiamo davanti l'Aston Martin n.95 di Thiim-Sorensen-Turner in classe Pro, e la Porsche n.88 di Cairoli-Roda-Hoshino in classe Am. Tuttavia è giusto ricordare che in qualifica a Le Mans è sempre determinante trovare un giro "pulito" (senza sbavature, senza traffico e senza bandiere gialle) e molti possibili protagonisti non hanno avuto questa fortuna. Quindi la lotta è sempre apertissima.


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