Ferrari 499P, la vittoria a Le Mans corona "11 mesi di lavoro stupendo"

Antonello Coletta, Ferdinando Cannizzo, Amato Ferrari è la triade che ha guidato un programma Hypercar al quale con impegno e successo si è lavorato a Maranello.

Fabiano Polimeni

12.06.2023 ( Aggiornata il 12.06.2023 11:17 )

Chi avrà guardato, distrattamente, l'avvio della 24 Ore di Le Mans e la Toyota volare subito in testa avrà pensato "eccoli lì, ci risiamo". Invece, no, le Ferrari 499P hanno tenuto botta, lottato, superato, allungato e, una, la #51, ha vinto con una superiorità chiara.

Merito al progetto curato dai tecnici di Maranello, sotto la direzione di Antonello Coletta e Ferdinando Cannizzo, merito alla struttura di Amato Ferrari, che di esperienza alla 24 Ore ne ha da vendere con i risultati maturati in GTE Pro e GTE Am negli anni in cui intorno a questa Ferrari 499P si iniziava a ragionare, studiare, programmare.

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“Stiamo vivendo un momento speciale, come era possibile immaginare. In questi ultimi undici mesi è stato svolto un lavoro stupendo. Ferrari ha creduto in questo progetto e ci ha aiutato tantissimo: ha preparato un gruppo di lavoro che si è integrato con i nostri ragazzi. E questo è il risultato", commenta Amato Ferrari.

La grandezza del risultato 

Inevitabile porre l'accento sul poco tempo in cui il progetto Hypercar è passato dall'annuncio del ritorno Ferrari nel WEC a essere una 499P vincente. Basta osservare i limiti con i quali si confrontano i rivali di Peugeot, quelli di Porsche e Cadillac in misura minore. Ferrari, invece, da Sebring è stata sempre lì, in posizioni da podio, velocissima sul giro di qualifica. Adesso, trionfatrice della 24 Ore di Le Mans.

“È una giornata fantastica quella di oggi a Le Mans, storica ed epocale in cui la Ferrari dopo 58 anni è tornata a vincere la classifica assoluta della 24 Ore", dice Antonello Coletta. "Siamo molto orgogliosi perché dopo 50 anni dall’ultima partecipazione siamo tornati nella classe più importante, la Hypercar, nell’anno del Centenario di questa gara: una serie di numeri che ci fanno rivivere la storia di questa gara che è davvero mitologica. Siamo molto orgogliosi di aver vinto la classe principale, tra l’altro con i piloti italiani che ci hanno permesso di conquistare la pole e oggi la vittoria con due atleti su tre del nostro Paese. Quindi la Ferrari con orgoglio si è ripresa il gradino più alto del podio”.

I piloti dei due equipaggi sono stati i finalizzatori del grande lavoro di squadra. Pier Guidi, Giovinazzi e Calado assaporano il trionfo più importante; Fuoco, Molina e Nielsen hanno pagato il contrattempo del danno al radiatore durante la notte e, alla fine, sono comunque buoni quinti al traguardo.

"I piloti erano una certezza perché con tutti loro avevamo lavorato e volutamente sono stati confermati perché conosciamo le loro qualità. Questo risultato è maturato fin dalla prima gara di Sebring, iniziato con una pole position e migliorato fino ad avere una vettura sempre più affidabile e competitiva”, ancora Amato Ferrari.

Cronistoria di un ritorno trionfale

Va oltre l'attualità del risultato Ferdinando Cannizzo. Il 24 febbraio del 2021, John Elkann ufficializza il ritorno della Ferrari nella Classe di vertice del mondiale di durata e alla Le Mans. Il 30 ottobre del 2022 viene svelata al mondo la 499P. Poi, il percorso di test e sviluppo, 20 mila chilometri per presentarsi a Sebring come la ricorrenza imponeva: i 50 anni dall'ultimo impegno ufficiale al vertice.

È emozionante, è una sensazione difficile da descrivere. Non mi riferisco soltanto al risultato di oggi, ma considero il lavoro svolto in questi due anni intensi. Siamo cresciuti come squadra e abbiamo imparato a fidarci gli uni degli altri.

Siamo partiti da zero e siamo arrivati fino a qui. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Alla vigilia non mi sarei aspettato una vittoria, anche se abbiamo lavorato con una concentrazione e una determinazione incredibili. È stato faticoso per tutti, dedicando tanto tempo al progetto e per questo dobbiamo ringraziare le nostre famiglie. Eravamo consapevoli che si trattava della prima volta e che non sarebbe stato facile arrivare in fondo al traguardo con due vetture", dice Ferdinando Cannizzo, capo delle Endurance Race Cars.

I due momenti difficili della corsa

La velocità espressa in prova, in qualifica, imponevano comunque una cautela massima, perché di gara di durata trattasi, la 24 Ore di Le Mans. Perché Toyota giocava nel cortile di casa propria. Perché mille dettagli dovevano andare tutti al loro posto per arrivare al risultato conquistato alle 16:00 di domenica 11 giugno.

"Di ora in ora la fiducia cresceva e quello che avevamo pensato, studiato e programmato si è avverato", prosegue Cannizzo. "Sono stati due i momenti difficili di questa 24 Ore: il primo quando la vettura numero 50 è uscita dalla lotta per il podio per colpa di un sassolino che ha forato il radiatore. L’altro momento è stato l’ultimo pit stop della numero 51: stati attimi di grande tensione perché la vettura non ripartiva, ma eravamo pronti perché avevamo preparato la procedura di back up e quindi tutto è andato per il verso giusto”.


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