I segreti del V6 della Ferrari 499P

Ecco come è fatto e come funziona il propulsore endotermico dell'Hypercar della Rossa

29.06.2023 10:14

Con l’avvento della top class denominata “Hypercar”, i prototipi che gareggiano al massimo livello delle competizioni endurance possono disporre di un powertrain ibrido che combina l’unità Internal Combustion Engine – ICE, che trasmette il moto alle ruote posteriori, a un’Electric Recovery System – ERS posto sull’assale anteriore. “Per creare il motore della 499P abbiamo sfruttato l’esperienza diffusa in Ferrari sia nell’ambito racing sia nelle vetture stradali: dalla piattaforma dei V6 impiegata per la 296 GTB è derivato il motore della 296 GT3 e, con opportune modifiche, l’unità della 499P” spiega Lucio Calogero, Endurance Race Cars Power Unit Design and Development Manager.

Potenza

Il motore termico è in grado di erogare una potenza massima alle ruote di circa 500 kW (680 cavalli) che, sommati ai 200 kW (272 Cv) garantiti dall’unità elettrica, permettono alla Power Unit della 499P  “di avere una potenza installata che si avvicina ai 1000 cavalli – dettaglia Calogero –. Il regolamento tecnico del FIA WEC, tuttavia, ci impone di limitare la potenza erogata in ogni istante a circa 500 kW complessivi, una distribuzione che massimizza le prestazioni quando si attivano le quattro ruote motrici”.

Know-how

La Ferrari 499P vincitrice alla 24 Ore di Le Mans, quarto appuntamento del FIA WEC 2023, è una vettura che trasferisce in pista diverse tecnologie che rappresentano l’avanguardia nel settore dell’automotive. “Il motore termico fa parte della nuova piattaforma dei V6 sviluppata prima per le vetture stradali, quindi per quelle da competizione” prosegue Lucio Calogero. Nel complesso l’unità termica è composta da circa 500 componenti che vengono assemblati nei reparti prototipali; quelli dedicati al motore della 499P sono stati realizzati con l’obiettivo di ridurre al minimo il peso, utilizzando materiali che consentissero il miglior rapporto tra resistenza e leggerezza.

Motore portante

Quali sono le caratteristiche distintive del motore termico della 499P? “Il sei cilindri, da 3 litri di cubatura, ha un angolo tra le due ‘V’ pari a 120°, e i turbi sono disposti all’interno delle due bancate, quindi parliamo di un’architettura nota come ‘Hot V’ – entra nel dettaglio l’ingegnere della Casa di Maranello –. Tutte le componenti sono strutturali, sono state ridisegnate appositamente per la 499P per renderlo un motore portante, ovvero che rappresenta una parte essenziale del telaio stesso. L’applicazione specifica nelle competizioni, inoltre, ci ha permesso di sviluppare dei nuovi concetti che in futuro potrebbero servire da precursori tecnologici per le applicazioni stradali”.

Mille ore

Progettare e mettere a punto un motore destinato alle corse di durata è un esercizio che obbliga a tenere in considerazione molteplici fattori. “Le prestazioni e l’affidabilità sono state sviluppate sui banchi della fabbrica destinati alla produzione delle vetture stradali. Siamo partiti dai banchi dinamici, sui quali sono state calibrate le prestazioni e i controlli, quindi siamo passati all’affidabilità, un aspetto fondamentale nell’endurance al quale abbiamo dedicato circa 1000 ore di sviluppo” racconta Lucio Calogero. “A quel punto il lavoro è proseguito al banco vettura dinamico che abbiamo a Maranello e all’affinamento delle prestazioni in pista” nell’arco dei mesi dedicati allo sviluppo seguiti allo Shakedown del 6 luglio 2022.

Il parere del pilota

“Quando guidiamo cerchiamo nel motore un alleato che sia molto reattivo quando serve, e al contempo che abbia un’erogazione lineare dall’inizio del picco di potenza sino al massimo della stessa” spiega Nicklas Nielsen, pilota della 499P numero 50 condivisa con Antonio Fuoco e Miguel Molina. La Hypercar dà modo agli equipaggi di scegliere tra diverse mappature durante la gara che permettono di ottimizzare le strategie in relazione a vari fattori. “Abbiamo varie opzioni in base alla tipologia del circuito, al meteo o alle condizioni della pista in un dato momento – dettaglia il danese –. Il motore posteriore di dimensioni contenute e compatte è molto efficiente, un aspetto che comprendiamo per esempio durante i regimi di Full Course Yellow o quando ci troviamo dietro un’altra vettura e dobbiamo risparmiare carburante”.


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