Dakar 2019, Sainz: Al Attiyah favorito. Peterhansel avvio cauto

Dakar 2019, Sainz: Al Attiyah favorito. Peterhansel avvio cauto

I primissimi chilometri della Dakar affrontati senza forzare tanto in casa Toyota che MINI. Al-Attiyah elogia le nuove gomme BF Goodrich, Sainz lo battezza come favorito d'obbligo. Peterhansel cerca il giusto ritmo 

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Fabiano Polimeni

08.01.2019 09:56

Da Lima a Pisco appena un “warm-up” se confrontato con la sfida che la Dakar 2019 presenta con la seconda tappa, da Pisco a San Juan de Marcona. Nasser Al Attiyah aprirà la strada sui 342 km di prova speciale in programma, uno scenario che Carlos Sainz, secondo nella tappa d’apertura del rally-raid, ha voluto evitare: “Nessun grosso problema, sapevamo più o meno cosa avremmo trovato e abbiamo seguito il nostro piano. Non volevamo aprire la strada domani, così ce la siamo presa un po’ con calma”, ha commentato al termine della Lima-Pisco.

Approccio tranquillo, tuttavia, non manca di sottolineare come Toyota e Al-Attiyah-Baumel, siano considerati gli avversari principali: “Domani (oggi; ndr) è una giornata nella quale spingere, la verità è che vedo la Toyota piuttosto forte. Al-Attiyah è il chiaro favorito, è come se fosse a casa sua. Anche se lo scorso anno ha commesso degli errori e ha dimostrato di non essere infallibile”.

Da parte sua, il qatariota al volante del Toyota Hilux ha messo da parte 1’59” di vantaggio sul buggy MINI di Sainz-Cruz senza forzare l’andatura: “E’ stata una buona giornata, abbiamo vinto la tappa senza spingere davvero. Sono contanto della macchina e della nuova gomma BF Goodrich che sembra andar bene”.

Sviluppo della frazione che Al-Attiayh racconta così: “Ho raggiunto Carlos negli ultimi 15 chilometri però sono rimasto dietro di lui. Era sufficiente controllare la mia velocità, un minuto o 10 secondi di vantaggio non cambiano le cose”.

Dakar 2019, 1ª tappa: Al-Attiyah subito all'attacco

Con la pattuglia MINI capitanata da Sainz dopo la prima speciale e Przygonski-Colsoul a seguire, Stephane Peterhansel ha concluso a 2’57” dal leader, anche a causa di una foratura lenta. E Monsieur Dakar dà il giusto peso alla frazione d’apertura, chilometri per trovare il ritmo in un raid che deve ancora entrare nel vivo: “La prima tappa è sempre la stessa storia, quando iniziamo la gara dopo settimane o mesi senza correre: non sei del tutto sicuro e, soprattutto, le dune in Peru non sono le stesse del Marocco.

Per quanto mi riguarda, ho bisogno di un po’ di tempo per trovare la giusta fiducia pertanto abbiamo deciso di non partire in modalità full-attack”.


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