Sebastian Vettel e la Ferrari possono iniziare a crederci. A credere nel titolo, parola tabù fino a poche settimane or sono. Una pole position non fa una vittoria ma dimostra che il pacchetto rosso è completo: nei primi tre gran premi stagionali Vettel ha conquistato due successi e un secondo posto ma la pole era un miraggio. Imprendibili le Mercedes sul giro secco; solo due settimane fa in Bahrain, Bottas aveva rifilato quasi mezzo secondo al tedesco, abile in gara a ribaltare la situazione.
Ora la Scuderia dimostra di poter essere pericolosa e incisiva anche al sabato: a Sochi la Ferrari ha piazzato non una ma due macchine in prima fila, non accadeva da Magny Cours 2008. L’ultima pole di Vettel risaliva invece al 2015, quando a Singapore aveva preceduto sia in qualifica che in gara Daniel Ricciardo. Una vittoria festeggiata parafrasando “l’italiano vero” di Toto Cotugno.
Quando Seb è felice, ossia quando vince, ama sfoggiare il suo italiano per la gioia dei tifosi. E al termine delle Q3 russe, quando l’ing Adami ha elogiato via radio la sua prestazione, Seb ha risposto con un giubilante “Grazie ragazzi, è stato un piacere guidare questa macchina oggi!”.
A guardarlo girare in pista, pennellando perfettamente le traiettorie mentre Hamilton non riusciva a mettere insieme un giro ben fatto, verrebbe da credergli: la sua Gina va alla grande anche sull’asfalto liscio di Sochi. Dove, grazie a un crono di 1:33.194, ha soffiato per 59 millesimi la pole al compagno di squadra Raikkonen, con Bottas 3° a un soffio e Hamilton 4° a oltre mezzo secondo. Un anno fa era pura fantascienza, sogni mostruosamente proibiti.
“Quando l’ingegnere mi ha detto che ero in pole, sono andato al settimo cielo - ha commentato un raggiante Vettel in conferenza stampa - La sessione è iniziata piuttosto bene, mi sentivo a mio agio, ma nel Q2 ho perso un pochino il ritmo. L'ultimo tentativo nella sessione di mezzo, che pensavo mi potesse dare qualche indicazione in vista della Q3 è andato male: ho avuto un bloccaggio ed ho perso il ritmo. Anche il primo tentativo nel Q3 non è stato perfetto, ma sono riuscito a migliorare nell'ultimo, soprattutto nell'ultimo settore".
Poi alcuni, interminabili, momenti di attesa: "Sapevo che sarebbe stata battaglia con la Mercedes, e siccome sono stato tra i primi a tagliare il traguardo ho chiesto in radio di aggiornarmi subito sui risultati degli altri. Ho saputo che Bottas non è migliorato, poi l’ingegnere mi ha detto che ero in pole e sono andato al settimo cielo. Ringrazio il team, è un piacere sedermi a questa macchina e poter andare al limite”.
E chissà che domani il suo avversario più accanito non sia proprio l’uomo in rosso seduto al suo fianco: “È un grandissimo risultato avere due macchine in prima fila. È solo un primo passo visto che c’è la gara, ma è importante”. In gara vincerà il migliore, il più abile, il più fortunato. Ma comunque vada, per Seb e la Rossa, crederci non è più un peccato.