Il ritorno di Robert Kubica in Formula 1, impresa dal sapore romantico, ha provocato un tifo da stadio sulla tribuna prospiciente la griglia di partenza e i box dell’Hungaroring. Centinaia i fan del polacco arrivati a Mogyoród per sostenere Robert durante il gran giorno. Sono stati ripagati con 142 giri e un miglior crono di 1:18.572, il quarto di giornata alle spalle di Vettel, Norris e Raikkonen.
Un ottimo risultato anche se il focus non era sulla prestazione massima, quanto sul “verificare come si trova sulla RS17” come anticipato dal manager Alessandro Alunni Bravi alla vigilia dei test. E di conseguenza per capire se la strada di un ritorno nel Circus sia effettivamente percorribile. E a questo proposito è utile ricordare che non si tratta di una mossa di marketing ma l’apice di un percorso di avvicinamento durato mesi: lo scorso aprile Robert era tornato in pista con una GP3, poi i test privati di Valencia e Le Castellet al volante della vecchia E20. Fino a Budapest. Una favola a motore dal finale, ci si augura, lieto.
Sebastian Vettel è stato il più veloce della seconda giornata, dopo che l’esordiente della Scuderia Ferrari Leclerc aveva primeggiato nel day 1: il vincitore del GP d’Ungheria ha compiuto solo 40 giri in mattinata, prima di cedere il posto a Kimi Raikkonen. Il finlandese ha concluso il pomeriggio con 60 tornate e il 3° miglior tempo. Staccato di 718 millesimi dal compagno di squadra: tra i due si è interposto il sorprendente Lando Norris, 17enne britannico al suo primo anno nella FIA F3 Europea. Quarto tempo, si diceva, per Kubica, quinto e sesto per gli irrequieti Tori Rossi Sainz e Kvyat. Da segnalare l’11° tempo di Luca Ghiotto, altro atteso esordiente: il 22enne di Arzignano si è messo per la prima volta al volante della Williams FW40 mettendo a segno il maggior numero di giri, ben 161, concludendo con un crono di 1:20.994.