Da domenica, si ritroveranno a condividere il box con due storie da “rimandati”, Daniil Kvyat e Pierre Gasly. Kvyat retrocesso da Red Bull in Toro Rosso nel 2016 per far posto a Max Verstappen, poi bravo a ricostruire la carriera, passare dall’esperienza al simulatore in Ferrari e ritrovare la Formula 1.
Che il sedile di Gasly fosse traballante era cosa nota, che Kvyat potesse essere un candidato a prenderne il posto, una possibilità.
Helmut Marko ha spiegato perché Albon sia la carta da giocare; una notizia, l’avvicendamento con Gasly, comunicata telefonicamente al pilota russo: “L’ho saputo nella giornata dell’annuncio, ho parlato con il Dr. Marko”, dice Kvyat al giornale Championat.
KVYAT SCONTA IL PASSATO RED BULL
Nove gare per convincere tutti che Albon è l’uomo giusto anche per il 2020, scenario sul quale le opzioni di mercato per Red Bull restano tutte aperte, assicura Marko.
Leggi anche: F1 2021, Symonds: le ali sono ancora essenziali
Kvyat approfondisce i perché della chance offerta al giovane e veloce “deb” inglese e spiega: “E’ tutto ok con i miei risultati, penso che loro volessero vedere come si comporterà Albon al volante di una macchina in grado di vincere e con un compagno come Verstappen accanto.
Io sono già stato in Red Bull e questo ha avuto un ruolo nella scelta, una decisione che rispetto, non mi crea alcun problema e continuo a lavorare”.
2020 PIÙ CHIARO A SINGAPORE?
La conferma o meno di Kvyat, con Honda che vorrebbe introdurre in Formula 1 un pilota giapponese – a Suzuka è atteso Naoki Yamamoto nelle libere del venerdì, proprio su Toro Rosso –, si deciderà nelle prossime settimane. Mercato, sul quale Kvyat si limita a dire: “Finora c’è stata solo una breve conversazione, quanto accadrà dopo il 2019 è ancora incerto. Penso dovremo attendere ancora due o tre settimane, allora le prospettive saranno più chiare”.
In edicola: Autosprint Gold Collection, i Campioni del Mondo Ferrari
Quanto ad Albon, Daniil ha evidenziato un tratto che, più di altri, lo ha colpito: “Alex è stato veloce da subito. Molti altri piloti hanno bisogno di tempo per adattarsi. Comunque, c’è ancora molto margine per crescere e, quanto di questo potenziale verrà utilizzato, dipende dal pilota”.