Il comunicato di scuse in cui Piquet ha voluto smarcarsi dalle accuse di razzismo, dopo l’epiteto deprecabile con il quale aveva apostrofato Hamilton in un’intervista del 2021 - e saltata fuori alla viglia di Silverstone - appare evidentemente forzato, finto, alla luce di un altro estratto raccolto da Gran Premio.
E’ esattamente la stessa intervista del giornalista Ricardo Oliveira, che risale a novembre 2021, ma un altro passaggio che, se possibile, aggrava ancora di più la posizione del brasiliano tre volte campione del mondo.
Le offese a Rosberg e Hamilton
Nel passaggio, Piquet apostrofa come “merda” Keke Rosberg, suo rivale per il titolo del 1982. Poi passa a commentare il mondiale 2016, vinto dal figlio Nico solo perché Hamilton, mai chiamato direttamente per nome, sempre e solo con l’odioso termine razzista, si era dedicato al sesso con uomini.
Non è la prima volta che Piquet usa l’omofobia per offendere un pilota, l’aveva già fatto in passato con Senna.
E alla luce di quanto emerso, le parole di Hamilton hanno ancora più ragione e forza. Perché è chiaro essere di fronte a insulti diretti, mascherati male in maniera postuma dietro a finte consuetudini lessicali.
A certi personaggi del passato, retaggi di un arcaico modo di pensare, se il contributo alla discussione sullo sport che danno si riduce a questo, è meglio non dare alcuna cassa di risonanza.