Dopo la bufera, il tre volte campione del mondo ha pubblicato un comunicato di scuse, spiegando però come le sue parole non erano razziste, ma sono state travisate
Nelle ultime ore, la F1 ha dovuto affrontare se stessa. La sua anima arcaica, nera, e scoprire quanto erano forti gli anticorpi contro parole atroci e retaggi di ombre del passato, ma abbastanza lunghe da oscurare il presente.
L’intervista di fine 2021 di Nelson Piquet, nella quale aveva apostrofato Hamilton con un epiteto razzista, ha avuto un effetto dirompente.
FIA, team e piloti si sono schierati dalla parte di Lewis Hamilton e lo stesso campione del mondo ha voluto esprimersi sui social, affermando; “Non si tratta solo di linguaggio. E’ una mentalità arcaica che deve cambiare e non può avere posto nel nostro sport. Sono stato circondato per tutta la vita da questo modo di pensare. C’è stato tanto tempo per imparare. E’ arrivato il momento di agire”.
Travolto dall’ondata di sdegno, il brasiliano tre volte campione del mondo, ha rilasciato un comunicato di scuse. Pur ammettendo e scusandosi di aver usato un termine sbagliato, Piquet si è difeso, volendo sottolineare come il termine, in portoghese, non ha accezione razzista.
“Vorrei chiarire le storie che circolano sui media riguardo a un commento che ho fatto in un'intervista lo scorso anno. Quello che ho detto è stato mal pensato e non lo difendo, ma voglio chiarire che il termine usato è un termine che è stato ampiamente e storicamente usato in modo colloquiale nel portoghese brasiliano come sinonimo di "ragazzo" o "persona" e non è mai stato inteso come un'offesa. Non userei mai la parola di cui sono stato accusato in alcune traduzioni. Condanno fermamente qualsiasi insinuazione che la parola sia stata usata da me con lo scopo di sminuire un pilota a causa del suo colore della pelle. Mi scuso con tutto il cuore con chiunque sia stato colpito, compreso Lewis che è un pilota incredibile, ma la traduzione riportata da alcuni media e che sta circolando sui social non è corretta. La discriminazione non ha posto nella F1 o nella società e sono felice di chiarire il mio pensiero a questo proposito”.
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