Domenica scorsa, proprio mentre le F.1 si dedicavano al race day del GP d’Olanda, Andrea Kimi Antonelli ha compiuto diciott’anni. Eh sì, si è ritirato per sempre dalla minor età, perché gli anni passano per tutti. Pure per lui, neomaggiorenne. Così, per continuare a fare il baby prodigio, adesso magari gli tocca pure di trasferirsi nel mondo dei Gran Premi, pensa te.
Okay, aspettiamo Monza e vediamo, perché di sorprese in chiave GP d’Italia dovrebbero arrivarne pure in pista vedendolo in Mercedes il venerdì e poi pure l’anno prossimo in F.1, ma ci penseranno lui e chi per lui, a ufficializzare la cosa.
Qui e ora, piuttosto, è il caso di andare oltre e di lato, per richiamare l’attenzione su un altro aspetto che lo riguarda. Antonelli, per l’appunto, si chiama Andrea Kimi, quasi a sottolineare perfino anagraficamente la coesistenza armoniosa di una duplicità arricchente, di un Andrea persona che se ne sta accanto al Kimi pilota e atleta, costituendone il sostrato umanamente caldo e frizzante, simpatico e disponibile.
Kimi Antonelli sulla Mercedes nelle FP1 di Monza: è ufficiale
DR Kimi e Mister Andrea
Detto in sintesi con un nome, un aggettivo e un avverbio, Andrea è il ragazzo emtotivamente intelligente, al fianco del Kimi diabolicamente efficace in pista.
Perché, vedete, è giusto ogni volta sottolineare che tanto merito nella scoperta del talento lo ha avuto Giovanni Minardi, figlio di Gan Carlo, è sacrosanto evidenziare che dal 2019 Toto Wolff s’è sportivamente innamorato di lui, è doveroso rimarcare che la Mercedes lo ha messo sotto contratto per dieci anni filati e che il bolognese è championship winner dal kart alla Formula Regional passando per la F.4, oltre a essere race winner ovunque abbia gareggiato, a oggi.
Però è anche ora di dire che ciò che luccica in lui in pista, fin da troppo tempo impalla e nasconde anche il valore di cio che Kimi ha ed è dentro. La sua essenza di persona, che va ben al di là delle doti del campione in divenire.
Quindi questo pezzo, per una volta, non è dedicato allo sfavillante e sfrecciante Dottor Kimi, ma va a descrivere e sottolineare le umanissime gesta di Mister Andrea.
Colui che frequenta la quinta al Salvemini di Bologna, relazioni Internazionali e Marketing.
Antonelli, qualità anche umane
Il baby che sa esserci e sa stare al mondo, in parte perché beneducato da mamma e papà Antonelli, pure loro costituenti al contempo una racing family e anche un centro d’aggregazione di valori, senza trascurare nessun aspetto e mettendo in rima, per una vita intera, educazione e passione.
E noi di Autosprint abbiamo cominciato meritocraticamente a premiare Kimi da tempi del kart, da quando aveva preso il volante sostituendolo al ciuccio, ricamando le piste col lo shining di chi ha un dono che regala il modo migliore di farlo.
Noi, che lo abbiamo ammirato e accompagnato fin alle soglie della F.1 e per lui ci saremo sempre, non possiamo limitarci a parlare solo di corse, di rombi e di bulloni, perché in questo caso abbiamo assistito e stiamo ammirando, insieme, una magnifica carriera in divenire e anche il romanzo di formazione di una vita costruita passo passo da un ragazzo che sa correre in pista con la stessa classe con cui sa stare al mondo.
Così queste righe, per una volta, sono dedicate non solo al campione in crescita, ma anche e soprattutto all’uomo che si sta formando, ai valori che Andrea ha e mostra di avere, di lato al valore di Kimi col casco in testa, al volante di una Mercedes di F.1 mentre saggia tutti i circuiti in vista del futuro che verrà.
Il punto è questo. Nel mondo di oggi è raro vedere un teenager tranquillo e sorridente convivere sfoderando dolcezza con una storia così impegnativa e orientata. Se uno si guarda attorno scopre anche ragazzotti che se la tirano perché hanno i livelli alti a Tetris o se la cavano con la play. Insomma, la verità è che è terribilmente difficile mantenere la misura giusta se sei acerbo e contemporeaneamente dotato, fosse anche solo a calcio, a matematica o col Mac. Se sei all’acme e hai l’acne.
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