Home

Formula 1

Mondo Racing

Rally

Pista

Foto

Video

Formula E

Autosprint

LIVE

Non solo Maradona e Messi: da Fangio a Reutemann, con Colapinto riparte la storia argentina

© Motorsport Images

Da quelle parti è più facile vedere un ragazzino rincorrere un pallone, piuttosto che vederlo alle prese con un volante e due pedali. Questione di passione, di cultura, di disponibilità economiche, di sogni collettivi: non potrebbe essere altrimenti, per la terra che ha sfornato Messi e Maradona. Ma è anche bello, per la F1, che l'Argentina abbia un suo spazio sulla griglia di partenza, anche se solo a titolo temporaneo.

GP Italia: gli orari del fine settimana

Fangio, Reutemann e la... Berta

Franco Colapinto sulla Williams al posto di Logan Sargeant apre uno squarcio su una storia ormai vecchia, ma bella. A Buenos Aires non si corre dal 1998, un GP un argentino non lo vince dal 1981 (Carlos Reutemann, in Belgio), sono passati più di due decenni (Mazzacane, Imola 2001) dall'ultimo argentino al via di una gara. Eppure, Argentina ed F1, per quanto apparentemente due galassie lontanissime, hanno o hanno avuto molto in comune: perché c'è stato un tempo in cui, ben prima di Maradona, il Maradona dei piloti parlava argentino: era Juan Manuel Fangio, cinque volte campione del mondo. Ed è proprio grazie a Fangio se oggi l'Argentina è ancora al 4° posto di tutti i tempi per titoli Piloti vinti (dietro ai 20 del Regno Unito, ai 12 della Germania ed agli 8 del Brasile) ed in top 10 per quanto riguarda le gare vinte (38: 24 con Fangio, 12 con Reutemann, 2 con Gonzalez). 

Pensate un po', c'è stata addirittura una squadra che ha corso (o meglio: che ha provato a correre) con licenza argentina: era la Berta, con due tentativi nel GP di Argentina e Brasile 1975. Il pilota che tentò la qualificazione fu proprio un argentino, tale Néstor Garcìa Veiga. Il sogno era quello di Oreste Berta, ingegnere argentino: provò a convertire un modello di F5000 in una F1 tentando pure la strada di un motore in proprio prima di virare sul Cosworth, ma il team nonostante l'iscrizione non fu in grado di prendere parte alle gare ed il sogno durò dunque un paio di GP, prima che la squadra scomparisse per sempre. Desideri puri di uomini semplici, così come semplice fu il modello che tentò la via dei GP: la macchina fu nominata semplicemente "1"

Vieni a trovarci nell'area Autosprint a Monza!

Franco orgoglio nazionale

Colapinto, classe 2003, riaccende una storia a suo modo struggente. I titoli di Fangio, ma pure i tormenti di Reutemann, finora unico argentino a correre con la Williams, ed i successi di José Froilan Gonzalez: solo due in carriera ma uno leggendario, il primo in assoluto per la Ferrari in Formula 1 (Silverstone 1951). L'Argentina insomma per la F1 è anche questo, una raccolta di pagine ingiallite o forse addirittura in bianco e nero, ma non per questo meno belle. E' la storia corsaiola di un popolo dedito ed appassionato ad altre discipline, in primis il calcio, capace di sfornare le tifoserie più calde ed in alcuni casi purtroppo pure le più pericolose del mondo. Nelle sue contraddizioni, un Paese con una povertà altissima che si è affidato ad un economista di estrema destra per ripartire, un Paese dove l'asado è roba per benestanti e turisti, un Paese che con Franco Colapinto avrà, per una manciata di gare, un diversivo differente dal solito pallone che rotola. Una sorta di orgoglio nazionale.

GP Italia: svelato il trofeo

Buon vento, anzi, "buona aria"

Franco Colapinto è di Buenos Aires, città che significa "buona aria". Città segnata nella storia dall'incrocio di molti popoli e culture, non ultimo quello italiano: sembra proprio che la città si chiami così per i sardi, che la chiamarono così in onore della Madonna di Bonaria. Leggenda che si incastra con la storia, per un Paese che nello sport si era quasi scordato di aver dato i natali non solo a stupendi calciatori, rugbisti (Felipe Contepomi, per dire un nome di uno sport molto seguito in Argentina) o pugili (Carlos Monzon), ma pure a piloti da corsa. Buon vento, anzi buona aria, Franco: con te ritorna l'Argentina, e non è una notizia da poco.