Sono macigni, quelli che Otmar Szafnauer si toglie dalle scarpe, accusando la gestione del team Alpine nel periodo in cui è stato team principal.
A seguire la parabola della squqadra, oggi nell'ennesima fase di ricostruzione - in chiave 2026, con la dismissione dell'attività di sviluppo e produzione di power unit -, per Oscar Piastri sono state le tipiche sliding doors. La battaglia legale per contestare l'annuncio fatto nel 2022 da Alpine, di Piastri titolare dal 2023, ha consentito al talento australiano di correre per la McLaren e, oggi, su una monoposto buona per lottare per il mondiale.
"C'era un contratto al termine della sua carriera in F2, nel quale Alpine aveva un'opzione da esercitare su Oscar Piastri perché diventasse pilota di Formula 1 per il team. Quel contratto non è mai stato eseguito.
A novembre (2021; ndr) ci fu una finestra temporale di due settimane in cui si sarebbe potuto fare, ma non venne fatto", spiega Szafnauer al podcast High Performance.
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Il tentativo di estromettere Szafnauer
Bolla di incompetenza i vertici Alpine al tempo, cioè, una fase in cui l'a.d. del marchio e responsabile del team era Laurent Rossi, poi sostituito nel 2023 da Bruno Famin.
“Ora, il punto è che, in occasione del Contract Recognition Board in cui Alpine perse (settembre 2022; ndr) - perché venne fatto in modo errato il deposito dei documenti -, venne pubblicato un comunicato stampa sul quale c'era la mia immagine. Numero uno, io non c'entravo nulla. Non ero nemmeno presente. L'ufficio comunicazione, che non dipendeva da me, pensò bene di sviare l'incompetenza di chi rappresentava Alpine in quel momento mettendo la mia foto sul comunicato”.
Szafnauer accusa di inaffidabilità i vertici del team e della volontà di estrometterlo dalla gestione operativa del team.
“Quel momento ha dimostrato che c'erano persone all'interno dell'organizzazione Alpine che non erano affidabili e volevano farmi fuori, quindi non stavano lavorando con me”, ha aggiunto.
Piastri ebbe i vantaggi previsti dal contratto non firmato
"Anche se non firmarono il contratto in tempo, consegnammo a Oscar quello che c'era scritto nel contratto. Non era una cosa da poco, si trattava di 5.000 chilometri su un'auto vecchia di due anni, qualcosa che costava un sacco di soldi, e l'abbiamo fatto.
Abbiamo fatto assolutamente tutto ciò che era previsto da quel contratto, che non è mai stato firmato. Se ci fossimo rivolti a un tribunale inglese (il CRB FIA si pronuncia a Ginevra; ndr), secondo il diritto anglosassone, forse avremmo vinto. Si trattò di un caso di arricchimento senza causa. Non avete firmato il contratto ma avete preso tutto questo e non state fornendo quello che dovevate”.
Di Stella ce ne resta una. Anzi, uno