Interlagos 2007 è la dimostrazione che bisogna crederci sempre e non bisogna arrendersi mai. Del resto lo diceva anche Schumi: “Ho sempre creduto che non si debba mai, mai mollare. E che si debba sempre continuare a lottare, anche quando c'è solo una piccolissima possibilità”. Quella volta però non c'era Schumi, ma il suo diretto successore: Kimi Raikkonen. Ovvero, l'uomo del miracolo.
Ferrari e McLaren hanno cominciato a sfidarsi per il titolo nel 1974, per cui in cinque decadi è difficile trovare una battaglia più bella di altre. Di sicuro, però, quella del 2007 è stata unica: trovatene un'altra, di sfida, dove i motori si fondono con i detective privati. E', appunto, la cronaca del 2007, un mondiale andato avanti in parallelo tra piste e tribunali, tra indagini e gare: ed ogni puntata è stata una chicca in più per il puzzle finale, quello del trionfo Ferrari e della disfatta McLaren.
Primo anno del dopo-Schumi
E' una stagione che parte con tanti punti interrogativi, perché pur senza grosse rivoluzioni tecniche le incognite sono tante: la Bridgestone è diventata fornitrice unica di gomme, ma soprattutto ci sono cambiamenti tra i team di vertice. Fernando Alonso, bi-campione in carica, è passato alla McLaren, mentre Kimi Raikkonen è sbarcato sul pianeta Ferrari nel primo anno del dopo Schumacher. L'addio di Schumi, ovviamente, è quello che scuote di più l'ambiente, ma intanto si è affacciato un ragazzino di nome Lewis Hamilton nel Circus. Lewis, da gregario designato di Alonso in McLaren, farà scintille, nel bene e nel male. Felipe Massa, al suo secondo anno in Ferrari, completa il quartetto dei fantastici 4, mentre la Renault, senza il suo pupillo Alonso (sostituito dal deb Kovalainen), precipita: dopo quattro titoli in due anni, la R27 è deficitaria e porta a casa appena un podio in tutto l'anno. Uno dei peggiori score in assoluto per un costruttore campione del mondo uscente.
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Vincono solo Ferrari e McLaren
Ci si mette poco a capire che ci sono due macchine, la McLaren MP4-22 e la Ferrari F2007, che sono due spanne sopra a tutte le altre. Tant'è che vinceranno tutti i 17 GP in calendario: era successo solo nel 1988 che Ferrari e McLaren si spartissero tutti i round in programma, ma se quello di quasi 20 anni prima era stato un assolo McLaren con un unico successo Ferrari (a Monza), quello del 2007 è uno dei mondiali più equilibrati di sempre, con quattro piloti potenzialmente in grado di vincere ad ogni fine settimana.
In pista il mondiale è oggettivamente stupendo. L'atto primo è di Kimi Raikkonen, che vince al debutto sulla Rossa a Melbourne. In Malesia è doppietta McLaren con Alonso davanti ad Hamilton, tra Bahrain e Spagna vince Massa, a Monaco è di nuovo 1-2 McLaren ed in Canada tocca ad Hamilton artigliare il primo successo della sua carriera. L'equilibrio è totale, con poche differenze tra una pista e l'altra, e con alcuni GP che faranno la storia: al Nurburgring, per dire, sotto l'acquazzone succede tutto ed il contrario di tutto, compreso vedere in testa Marcus Winkelhock alla prima ed unica apparizione in F1 della carriera, prima che il duello rusticano nel finale tra Alonso e Massa si risolva a favore dello spagnolo (con ampio litigio in mondovisione in lingua italiana prima del podio). Solo che in parallelo, a giugno (intorno al weekend del GP USA), scoppia il caso della spy-story: e qui occorre aprire una lunghissima parentesi sul più grosso caso di spionaggio mai registrato in Formula 1.
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