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Ferrari-McLaren, grandi sfide: 1974, il sogno infranto di Regazzoni

Con un Cavallino Rampante che ha appena avviato la ricostruzione con Regazzoni, Lauda e l'addio ai Prototipi, Clay si gioca il titolo nella prima sfida iridata tra Ferrari e McLaren, ma vincerà Emerson Fittipaldi

Matteo NovembriniMatteo Novembrini

8 nov 2024 (Aggiornato il 12 nov 2024 alle 09:43)

In questa storia c'entrano ritardi aerei, nevicate, assetti che non quadrano ed un sogno così che non ritorna mai più. Ne sa qualcosa Clay Regazzoni, che nel 1974 vide tramontare, per sempre, il sogno di diventare campione del mondo in Formula 1. A sorridere fu Emerson Fittipaldi, in quella che fu, a tutti gli effetti, la prima sfida iridata tra Ferrari e McLaren della storia.

Nastri di partenza: stagione intrigante

Ai nastri di partenza, il 1974 è una stagione strana. Perché, per la seconda volta in tutta la storia della F1, al via non c'è il campione del mondo in carica: Jackie Stewart ha detto basta alla fine del '73, come prima di lui solo Mike Hawthorn aveva fatto (1958). Era capitato di non avere il campione al via anche nel '71, stagione alla quale Jochen Rindt, per ovvi motivi, non poté prendere parte in quanto perse la vita a Monza 1970, divenendo l'unico campione del mondo postumo in tutta la storia della F1. Senza Stewart, il numero 1 (è pure l'anno in cui i numeri diventano fissi per tutto il campionato, senza variare da gara a gara) è roba per la Lotus campionessa in carica tra i Costruttori: il team lo dà a Ronnie Peterson che sarà così l'unico a correre con l'1 senza essere campione in carica in tutta l'era dei numeri fissi. 

Quelle che saranno protagoniste, Ferrari e McLaren, ai nastri di partenza si presentano un po' in sordina. Alla Ferrari è cambiata la coppia dei piloti: è arrivato Clay Regazzoni e, su sua indicazione, il giovane Niki Lauda, suo ex compagno alla BRM. Luca Cordero di Montezemolo è ormai perfettamente calato nella parte di responsabile della Squadra Corse mentre Mauro Forghieri, dopo un'annata spesa al centro studi di Fiorano, è tornato completamente in sella al timone tecnico nel 1973, ridando lustro all'ultima 312 della generazione "B": la 312 B3. A facilitare tutto ciò, la decisione, sofferta, di abbandonare il Mondiale Prototipi per concentrarsi sulla F1. La McLaren invece, dopo il buon debutto della M23, è pronta a raccogliere i frutti del nuovo modello: ottimo il colpo di mercato che porta Emerson Fittipaldi nel team inglese.

Stagione al replay: 7 vincitori diversi in 15 GP

La stagione parte subito a gennaio, al GP Argentina: è la corsa della beffa per l'idolo locale Reutemann, che perde il successo al penultimo giro per problemi alla sua vettura. Ringrazia la McLaren con Denny Hulme, che vince: nel giorno del primo podio di Lauda (2° davanti a Regazzoni), sarà l'ultimo successo in carriera per Hulme. Poco gloria per Fittipaldi, 10°, che però si rifà nel GP di casa in Brasile: vince una corsa interrotta dopo 32 giri per acquazzone. In Sudafrica nessuno dei candidati al titolo va a punti, nemmeno la Tyrrell di Scheckter, e vince Reutemann con la Brabham. In Spagna, invece, è il gran giorno della prima vittoria di Lauda: Regazzoni completa la doppietta in una domenica che segna il ritorno al successo della Ferrari dopo quasi due anni di digiuno, ed a Maranello capiscono che per il titolo ci si deve quantomeno provare. La Ferrari potrebbe infatti fare doppietta pure a Monaco, in una giornata da demolition derby (13 vetture superstiti su 25 dopo appena 12 giri di gara!): Regazzoni, in testa, va però lungo e perde la gara, potrebbe vincere Lauda ma Niki va ko per problemi all'iniezione. Vince Peterson su Scheckter e Jarier, e comincia una fase particolare del campionato: Scheckter vince il Svezia, Lauda in Olanda, Peterson in Francia e di nuovo Scheckter in Gran Bretagna. Dopo 10 GP, a cinque dal termine, la classifica è elettrizzante: Lauda 38 punti, Fittipaldi 37, Scheckter e Regazzoni 35. E' la corsa successiva che lancia Clay, il quale vince in Germania (suo unico successo dell'anno) nel giorno dei ritiri di Fittipaldi e Lauda e del 2° posto di Scheckter, situazione che gli consente di portarsi in testa al campionato. Sarà comunque un finale da cuori forti: in Austria tutti dietro a Reutemann, a Monza vince Peterson ed in Canada Fittipaldi. Siamo alla vigilia di Watkins Glen, ultima prova dell'anno: Fittipaldi e Regazzoni sono appaiati in testa con 52 punti, Scheckter insegue con poche speranze a 45, Lauda, con 38, è già fuori dai giochi dopo quattro ritiri consecutivi. Per il Costruttori, invece, ci sono Ferrari e McLaren: davanti gli inglesi 70-65.

Finalone al Glen: il sogno infranto di Regazzoni

Il GP degli Stati Uniti a Watkins Glen è il numero 250 nella storia di una F1 che in quel 1974 è al quarto di secolo, registrando in quell’annata la 25° edizione del campionato istituito nel 1950. C’è però un antefatto notevole, prima del GP in America: per varie peripezie Mauro Forghieri, tra voli in ritardo e nevicate incontrate per strada, riesce a raggiungere la pista solo a prove concluse, con Regazzoni 9° appena dietro a Fittipaldi. Tutto è ancora da scrivere, insomma, ma il problema è che l’occhio vigile di Mauro non ha potuto seguire le prove e parlare con i piloti, senza poter dare il suo importante, o forse fondamentale, contributo per trovare la giusta messa a punto. Questi sono pensieri che vengono a ritroso, a vedere come si sviluppa la gara: perché Clay parte pure bene, ma non ha mai ritmo per tutta la corsa, tant’è che Emerson ci mette neanche un giro a ripassarlo. In una corsa che vive di tristi addii (come quello di Danny Hulme, ko al 5° giro per guasto al motore nell’ultimo Gp della carriera) e speranze infrante (Jody Scheckter ritirato dopo 44 dei 59 giri in programma), si consuma anche la tragedia di Helmuth Koinigg: l’austriaco della Surtees, amico di Lauda, perde la vita in seguito ad un episodio che ha dell’assurdo. Koinigg esce alla Toe (scoppio della gomma o rottura della sospensione tra le possibili cause) e prova a tenere in pista la macchina, ma la conformazione in discesa del tratto gli impedisce di fermare la vettura, che finisce contro il rail: la velocità non è elevata, ma l’altezza del rail è la peggiore possibile ed il pilota viene, purtroppo, decapitato. Provoca brividi ancora oggi, raccontarlo o sentirlo: e pensare che in quell’epoca, il corpo del pilota viene portato via avvolto da un lenzuolo bianco mentre intorno la gara prosegue. Prosegue per incoronare Emerson Fittipaldi, che con Regazzoni attardato vive una domenica di controllo: “Emmo” alla fine sarà 4°, risultato più che sufficiente con Regazzoni appena 11°. Clay, quella volta, vive una delle gare più difficili della carriera: tanti problemi alla macchina, ben tre soste e di fatto è impossibilitato anche solo a provarci per il titolo. Chiuderà a 4 giri dal vincitore: l’occasione iridata, per lui, non tornerà mai più.

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