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Questa Ferrari ha gli attributi!

Strana, la vita. Dopo la sbornia vincente di Singapore, la Ferrari esce da Suzuka senza neanche una goccia di bevanda da podio, eppure con la quieta consapevolezza d’essere una squadra calibrata, tosta, tetragona e ben spendibile per il secondo posto Costruttori. All’interno di una stagione nata male, che a un certo punto sembrava promettere il peggio, minacciando d’essere non solo deludente, ma perfino distruttiva e destrutturante. Invece no. La Rossa da Monza in poi ingrana tutta un’altra marcia, facendo il pieno di pole e riprovando il gusto del trionfo, anche se quello di Singapore è un capolavoro più di Carlos Sainz che della SF-23. La quale, bella di notte, ha avuto il merito di comportarsi bene e di rivelarsi onesta assai nel giorno in cui lo spagnolo inventa l’uso indiretto e passivo del DRS, con una delle mosse più cerebrali e sorprendenti nell’intera storia della F.1 più recente.

Il bilancio della Ferrari

Però, andando oltre gioie e bagordi del trionfo by night, la prognosi postuma del trittico appena vissuto di Gran Premi dice una cosa piuttosto importante: Monza era la pista che perdonava di più, Singapore la gara più favorevole all’interno di un weekend ideale, mentre Suzuka, a conti fatti, è e resta una delle piste più spietate e tirchie per le caratteristiche della SF-23. Perché ricca di curve d’appoggio e impestata di abrasività assassina nei confronti degli pneumatici. Tanto da fiaccare il passo complessivo e tarpare le ali a qualsiasi aspirazione virtuosa di ripetere la festa di Singapore. No, a Suzuka c’era solo da aver pazienza per limitare i danni. Cercando di portare a casa il risultato meno peggiore possibile, puntando a disputare una gara nella gara. Cercando all’occorrenza un successo laterale e relativo, fondamentalmente consistente nel far meglio rispetto alla Mercedes, ovvero la contender diretta e più seria al secondo posto nella classifica finale del mondiale Costruttori.

L'importanza del secondo posto

A proposito: secondo voi quanto conta, la piazza d’onore tra i team? Secondo me, da un punto di vista assoluto, un bel niente. È una cavolata che interessa Frederic Vasseur, la zia di Vasseur e il fattore del podere del Cavallino, quello che tiene i conti, perché arrivare subito dopo la Red Bull a fine anno vuol solo dire prendere un po’ di quattrini più degli altri, visto che la gloria vera se la ciucciano e se la sono già ciucciata tutta Horner & C. Però, spostando il discorso su altri versanti profondi e importanti, la faccenda stavolta si presenta anche sotto tutto un altro aspetto. La sfida in atto tra Mercedes è Ferrari è qualcosa che va ben al di là della ragionieristica e sterile classifica Costruttori, interessando un filone assai più probante e specifico. Perché quello in atto tra Rossa e Stella a Tre Punte è il mondiale in palio tra le squadre giuste che corrono con le macchine sbagliate.

Ferrari contro Mercedes: la sfida si sposta al 2024

E la cosa diventa arrapantissima in ottica 2024, quando i modelli ora in pista saranno gettati alle ortiche e i team invece rimarranno gli stessi. Quindi la competizione in atto con la Mercedes rappresenta la mini-simulazione anticipata di un confronto peraltro eterno e allo stesso tempo precursore di quello che sarà il gioco futuro, nel quale le due squadre vogliono tornare in ballo per disputarsi finalmente la leadership con la per ora imprendibile Red Bull. In altre parole, se questa Ferrari riuscisse in sei Gran Premi a colmare il gap di venti punti che la separano dalla Mercedes, sarebbe un segno e un sogno meraviglioso, soprattutto in prospettiva. In fondo, fin da quando è arrivato, Vasseur è per questo che lavora. Ossia per assicurare un avvenire alla Ferrari all’altezza della sua storia e del suo stesso marchio, che è soprattutto sinonimo della mission di vincere. Per questo quel secondo posto Costruttori vale molto di più di ciò che è, poiché altro non è che la metafora di ciò che sarà.

Avanti così, dunque, perché la Ferrari consistente, affidabile e tutt’altro che eccezionale di passo, è comunque quala d’assai più efficace della Mercedes W14 che caracollava impacciata a Suzuka, al di là della classe dei suoi piloti Hamilton e Russell. Con la McLaren che, su una delle piste ad essa favorevole, non ha difficoltà a star davanti alla Rossa e alla Nera. Ma gli Orange son più di cento punti indietro e altrove fan più fatica, quindi nessuna ansia.

In attesa della riscossa Rossa

Tornando alla Ferrari, lo stesso Leclerc rispondendo alla grande e restando davanti in qualifica e gara a Sainz - reduce dall’immensa gioia di Singapore, quindi gravido d’autostima -, sta dimostrando d’avere carattere e spina dorsale, in aggiunta alle già note capacità velocistiche pure. Insomma, anche in Formula Uno ci son gare che non ti danno coppe e medaglie, eppure ti mandano a casa con la certezza d’avere una squadra bazzicata dalla gente giusta. E questa è una di quelle consapevolezze che in genere annunciano periodi bellissimi. Bene, siamo proprio in tale modulazione, in casa Ferrari. Quindi ai tifosi della Rossa non resta che toccare ferro e seguire fiduciosi le evoluzioni di questa parte finale di campionato, visto che in fondo al tunnel, anzi alla galleria del vento, c’è una luce. Ovvero la certezza di avere una squadra che ormai ha tutto per pretendere e sfornare la monoposto ideale, che, a questo punto, sta dimostrando di meritare.